Capitolo 45

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Le sue parole si ripetono nella mia testa più volte, mentre lui attende una risposta.

Non ho il coraggio di dirgli la verità, temendo di avere di nuovo davanti un uomo infuriato.

È stato tutto così magico, dal momento in cui mi ha detto la verità al modo in cui mi ha fatta sentire fino ad ora e non voglio ritornare indietro nel tempo, ma il mio silenzio viene già interpretato da Alex:

«Ho capito.»-la sua voce tagliente è peggio di un pugno allo stomaco, quindi non posso fare meno di mentire:

«No, no! Non mi ha toccata.»-mi affretto a scuotere la testa, mostrandomi il più decisa possibile, anche se non riesco a guardarlo negli occhi, ma poi sospiro e mi avvicino velocemente al suo corpo, posizionandomi a cavalcioni sui suoi addominali.

Porto il petto in avanti e poggio le labbra sulle sue per cercare di tranquillizzarlo:

«È solo un amico.»- distolgo gli occhi dai suoi, mentre continua a fissarmi con i denti stretti:

«Non mi guardare così, ti prego.»-lo supplico di smetterla di torturarmi.

«In alternativa posso andare a spaccare la sua faccia.»-è serio mentre esprime la rabbia e capisco che è meglio cambiare discorso, piuttosto che aumentare la sua ira:

«Dovrei essere io quella arrabbiata.»-dico, ma le mie parole non sono solo un pretesto per calmarlo: anch'io sono vittima in questa situazione, dato che mi ha torturata per settimane solo per farmi ingelosire.

«Mi devi un po' di spiegazioni.»- poggio di nuovo i gomiti sui suoi tatuaggi, mentre indurisco lo sguardo:

«Catherine sa che ami soltanto me?»- non so per quale assurdo motivo mi sento quasi in colpa per lei: Alex l'ha usata per uno scopo egoista.

La sua espressione passa da minacciosa a divertita, mentre mi guarda dal basso:

«No.»-si limita, alzando le spalle come se nulla fosse.

«Diglielo, allora!»-non ci penso due volte prima di esclamare:

«Non so, iniziava a piacermi come fidanzata.»-alza un angolo della bocca in alto e mi guarda attentamente, mentre il sorriso mi muore sulle labbra.

«Ah sì?»-alzo un sopracciglio, mentre lui allarga il suo sorriso si allarga.

Capisco il tono scherzoso della sua voce, quindi mi avvicino lentamente al suo collo largo:

«Quindi qualcuna non ha capito che sei mio.»-sussurro, imitando il suo stesso tono di voce, mentre gli scappa una leggera risata.

Rivendico il succhiotto che ora è ben visibile alla base del mio collo, fortunatamente in un posto dove lo posso nascondere facilmente.

«Mmm...»-sussulta tra i miei capelli, mentre faccio scivolare le dita sul suo petto, ripercorrendo i suoi rilievi, per poi raggiungere il triangolo, mentre i suoi muscoli si contraggono sotto la mia mano.

«Cazzo...»-sussurra, portando la mano tra i miei capelli già disordinati.

Faccio per raggiungere con il palmo della mano la sua intimità umida, ma sobbalzo e alzo la testa di scatto quando sento il tonfo del portone, segno del fatto che è stato aperto:

«Clara, sei a casa?»la voce di Clelia mi fa spalancare gli occhi e, senza accorgermene, premo la mano contro la sua intimità.

«Ah...»-un gemito gli scappa, mentre prova a trattenere una risata.

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora