Posso immaginare le fossette sulle sue guance in questo momento.
*Sei ancora giù di morale.*-rido, arrossendo mentre rileggo i sui messaggi.
Cancello tutto prima che qualcuno- e per qualcuno intendo Giulietta- possa prendere il mio cellulare e 'per sbaglio' leggere i miei messaggi.
«Clara, ma stai bene? »-la voce di John mi fa sobbalzare.
Annuisco, come se mi potesse vedere, quindi senza rispondere ad Alex, spalanco la porta e mi schiarisco la voce.
«Ehm... Si, perché? »- gli dò un bacio sulla guancia, salutandolo.
«Ti ho vista entrare e ti stavo aspettando da mezz'ora fuori. Stavi facendo sexting con Alex, vero? »-mi lancia un'occhiata maliziosa, mentre io arrossisco violentemente.
Ride, quindi gli tiro una gomitata.
«Smettila, comunque...No! »-mento spudoratamente- «Anzi, sto cercando di dargli una lezione, dato che ultimamente sembra essere infastidito dalla mia presenza. »-ammetto.
«Perché lo pensi? »
«Mi ha detto 'te ne vai?' subito dopo che abbiamo fatto sesso! Chi dice alla propria ragazza di andarsene due secondi dopo che le ha ficcato... »-mi interrompe:
«Sono d'accordo! »
Sento il sangue bollire nelle vene di nuovo e ritorno a odiare Alex.
«Nessun paziente fino a ora. »-sbuffo a John, cercando di cambiare argomento.
«Come non detto! »-ricevo un messaggio da una collega, quindi inizio a correre per raggiungere il terzo piano, senza nemmeno salutarlo.
Ho da subito amato il mio lavoro, ma sapevo da tempo che mi sarebbe piaciuto indossare il camice bianco e correre per l'ospedale come una matta all'arrivo di qualcuno in cerca di soccorso.
Ho dovuto sudare sette camicie per arrivare fino a qui, ma ne è valsa la pena: mi sento fiera di qualcosa nella vita e sono finalmente ... rilassata, dopo tanti anni di studio e di ansia.
***
Arrivo a casa che sono già le 22:00, ma non sono per niente stanca, anzi.
Non ho dovuto fare il turno di notte, come mi aspettavo, quindi non mi resta che approfittare di queste ore.
Raggiungo lentamente la mia camera, pensando di trovarvi Alex addormentato, ma rimango delusa quando ritrovo il letto rifatto come l'ho lasciato stamattina.
Solitamente mi avvisa prima di uscire.
Non entro in camera di Giulietta per non svegliarla, ma vorrei chiederle se sa dov'è finito suo fratello, quindi ci passo davanti e spingo leggermente la porta.
Mi stupisco nel non vedere la ragazza sul suo letto, quindi mi dimentico di Alex e prendo subito il telefono.
Dopo tre squilli, risponde, e dal tono di voce sembra abbastanza scocciata:
«Prima che tu inizi a rimproverarmi, sto con mio fratello in una cena di lavoro. »-alzo gli occhi al cielo, ma allo stesso tempo mi rilasso.
«Potevate dirmelo almeno. »-sospiro frustrata.
«Pensavo avessi il turno di notte, oggi. »- dice.
«C'è stato un cambiamento degli orari. »-mi limito, ma non sentendo alcuna risposta, continuo: «Come sta andando? »
«Mi sto annoiando da morire. »-è lei a sbuffare questa volta.
E ci credo: come potrebbe divertirsi una ragazzina in una cena tra adulti, ma soprattutto vecchietti, che parlano di affari.
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Sei Mia, Ragazzina! 1 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit√ COMPLETA «Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce d...