Capitolo 46

9K 300 21
                                    

«Una mia collega...»-deglutisco rumorosamente, mentre cerco di nascondere la mia ansia: «... partorisce questo mese.»-annuisco alle mie stesse parole per cercare di convincerlo e non stranamente non insiste.

Dovrei dirgli la verità, ora che so che tra lui e Catherine non c'è nulla, ma non abbiamo ancora chiarito un granché, quindi decido di aspettare ancora.

Se il suo è stato solo un piano strategico per farmi ingelosire di Catherine, allora deve parlare con lei e chiarire tutto, perché non la lascerò continuare a credere un secondo in più di avere Alex in suo possesso.

Tra l'altro non ho ancora capito quale altra menzogna abbia inventato Alex per farle accettare il matrimonio.

Ho davvero tanti dubbi, ma decido di rimandare la discussione a un altro momento, soprattutto a causa dell'espressione serena dell'uomo al mio fianco.

Sembra tutt'altra persona, ma anch'io ho cambiato atteggiamento dalla sua spiegazione, anche se incompleta.

Lo seguo con gli occhi mentre prende posto sul divano e poggia sulle gambe il computer: senza pensarci due volte mi avvicino a lui e guardo con la coda dell'occhio cosa stia digitando sullo schermo, ma poi noto che si tratta dei modelli ideati da lui stesso per l'azienda.

Una parte di me continua a non fidarsi di lui, anche se sembrava abbastanza sincero.

Come se si sentisse osservato, alza la testa improvvisamente, beccandomi a spiarlo, quindi spalanco leggermente le palpebre, ma non distolgo ugualmente gli occhi:

«Bei disegni.»-alzo l'indice per indicarli, ma sembra aver capito le mie vere intenzioni, infatti alza gli occhi al cielo e si sposta sul divano, facendomi spazio e indicando il posto vuoto al suo fianco.

Porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre mordo il labbro inferiore, e mi sdraio accanto al suo corpo, poggiando la testa sul suo braccio disteso.

«Quale preferisci?»

Mi batte il cuore a mille, anche in un momento monotono come questo: siamo abbracciati e mi sta solo chiedendo un parere, eppure sono così elettrizzata:

«Cosa sono?»-chiedo, davvero confusa dei modelli in 3D che Alex mi fa vedere, ma la mia domanda suscita in lui una breve risata.

Ne approfitto per guardarlo ridere, mentre inizia a indicarmi le diverse parti del motore a quattro fasi, spiegandomi i dettagli come un vero esperta, e come se avesse frequentato una facoltà di meccanica, piuttosto che l'università di medicina.

Lo ammiro dal basso, mentre passa una mano tra i capelli e compie dei piccoli gesti con la mano libera.

Sorrido leggermente, sentendomi fiera di me stessa, ma soprattutto dell'uomo davanti a me, non perché sia un uomo romantico o gentile, o persino laborioso, ma perché Alex ed io diventeremo genitori.

Sarò la mamma dei suoi figli.

***

«Clara?»-sento sussurrare vicino al mio orecchio,ma non trovo la voglia di muovermi di un millimetro:

«Non devi andare all'ospedale?»-riconosco il tono basso della voce di Alex, quindi piego le labbra in un sorriso e spalanco la bocca per il sonno a quest'ora del mattino.

Mi stiracchio sul letto, allungando un braccio sul petto di Alex, che continua a scuotermi:

«La ginecologa arriva alle dieci!»-mi lamento, per poi aprire lentamente un occhio.

«La ginecologa? Perché devi andare dalla ginecologa?»-spalanco del tutto gli occhi, per poi mettermi seduta sul letto all'improvviso.

«I vestiti!»-rispondo subito, ricordandomi della bugia che gli ho spudoratamente raccontato:

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora