«Però non so come farla smettere?»
«Non può essere così male.»-riconosco la voce di Andrew.
«Invece sì, è da due giorni che dormo sul divano per colpa di Clara.»
Perché te lo meriti, stronzo!
«Perchè non sai trattare una donna, amico.»-ringrazio Andrew mentalmente.
«È con lei che funziona tutto al contrario: l'avessi saputo non avrei mai lasciato l'America.»
Faccio un passo indietro a quelle parole: la sua voce seria mi fa raggelare il sangue e vorrei urlargli in facci di darmi uno schiaffo pur di ritirare quelle parole.
'non avrei mai lasciato l'America'- senza nemmeno accorgermene entro in salone, per la paura di sentire qualcosa che mi faccia sentire peggio di quanto non mi senta già.
Ho una voglia incontrollabile di tirargli una sberla, ma tutto quello che ho il coraggio di fare è stare in silenzio e cercare di non guardarlo negli occhi, mentre saluto Andrew alzando una mano.
Guardo di sottecchi i due che si scambiano delle occhiatacce e nel frattempo mi metto tra i fornelli per preparare la cena, anche se è presto.
«Ho interrotto qualcosa?»-Andrew si alza dal divano, per poi sedersi di fronte a me, ma nessuno dei due risponde alle mie domande.
«Rimango a cena da voi.»-si posiziona meglio sullo sgabello.
«Se proprio devi.»-scherzo. Veramente avrei voluto parlare con Alex, ma dopo le sue parole decido di scoprire tutto da sola.
Sono più delusa che arrabbiata perché non ha fatto altro che dare una conferma alle mie paure: si è stancato di me.
E forse questo è uno dei motivi per cui conosce Catherine: mi tremano le mani a questi pensieri e, mentre Andrew forma una smorfia simile a un sorriso, il bicchiere di vetro che prima tenevo in mano, cade per terra e si frantuma in mille pezzi.
«Stai bene?»-Andrew si alza dalla sedia, per poi venirmi incontro.
Sorpassa l'isola che ci separa, mentre guarda il macello che ho combinato sul pavimento.
Posso sentire gli occhi di Alex bruciarmi alle spalle, ma non si prende la briga di preoccuparsi, quindi faccio cenno al suo amico di allontanarsi.
«Stai attento!»-prendo la scopa e comincio a pulire.
«Se ti va chiamo pure John, ceniamo insieme tutti e quattro.»-annuisco distratta, mentre lui prende il telefono tra le mani.
Ritorno a marinare la carne, mentre i due continuano a scambiare parolacce guardando una partita di calcio.
Guardo Alex ridere e mi perdo per l'ennesima volta tra i pensieri:
è così rilassato e strafottente mentre io mi tormento nel cercare di capire cosa stia combinando alle mie spalle.
Come faccio a spiarlo? Come faccio a sapere dove abita Catherine?
Mentre rifletto su un piano malvagio, il telefono di Alex comincia a vibrare sul tavolo del salone.
Alzo la testa di scatto: il suo telefono! Devo prendere il suo telefono, solo così posso contattare quella donna.
Vedo che chiude la chiamata, senza rispondere, il che non fa altre che destare in me sospetti.
Perché non rispondi? Infame, ipocrita...
Taglio con tutta la forza che ho la carota sul ripiano, ma la mia attenzione viene catturata dalla campanella che suona.
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Sei Mia, Ragazzina! 1 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit√ COMPLETA «Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce d...