Capitolo 50

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«Tieni.»-Giulietta mi porge i tacchi scuri, per poi continuare-«Vorrei esserci.»

Rido, vedendo la sua finta espressione triste, per poi alzare gli occhi al cielo:

«Tanto so che uscirai con lui.»-alzo un sopracciglio, ma non aspetto una risposta che mi avvicino all'armadio per prendere un vestito rosso, comprato forse tre anni fa.

«Con chi?»-Alex entra subito nella nostra camera da letto, facendomi sobbalzare, mentre mi guarda dalla testa ai piedi con un cipiglio severo.

«Con un... amico, che deve darmi ripetizioni di biologia.»-Giulietta si affretta a rispondere  balbettando, mentre gli occhi di Alex non si allontanano dal vestito che ho in mano.

«Fattele dare da Clara le ripetizioni, che forse oggi non andiamo al compleanno di Andrew.»-capisco che si riferisce a quanto gli ho confessato stamattina, quindi alzo gli occhi al cielo.

«Clara non sa l'argomento... anche se fa il medico chirurgo di mestiere.»-aggiunge perplessa, rendendosi conto della pessima giustificazione, ma evito di intromettermi e decido di inviare un messaggio alle mie due wedding planner: non so cosa abbiano pianificato di comprare oggi, ma infondo è meglio se sono loro a decidere al mio posto, dato che non so cosa significhi organizzare un matrimonio e non rientra tra i miei passatempi preferiti.

Mi accorgo dell'assenza di Giulietta solo dopo aver spento e poggiato il telefono sul comò.

Aggrotto la fronte, per poi inclinare la testa e guardarlo di traverso:

«Cosa le hai detto?»-lo rimprovero, ma sembra non volerne sapere nulla, mentre alza il mento per indicare il vestito:

«È troppo corto.»-dice con un tono di voce fermo, per poi chiudere la porta alle spalle e portare la mano all'asciugamano che gli circonda la vita.

«Cosa mi proponi? Un pigiama?»-rido ironica, dandogli le spalle per guardarmi allo specchio, mentre sfilo la maglia dalla testa, ma la sua espressione rimane seria, guardando il mio riflesso.

Lascio cadere anche i pantaloni per terra, per poi prendere il vestito in mano, nell'esatto momento in cui lo vedo abbandonare l'asciugamano, mentre porta la lingua tra le labbra.

«Quello con l'orsacchiotto potrebbe andare bene.»-rimane ancora serio mentre si avvicina alle mie spalle.

Per ogni passo che fa in avanti i brividi lungo la mia spina dorsale aumentano e i miei muscoli si irrigidiscono.

Provo a ridere alla sua proposta, ma tutto ciò che riesco a fare è deglutire con fatica, fissando ogni sua singola mossa, mentre, attraverso lo specchio, porto gli occhi per tutto il suo corpo rapidamente.

«Siamo già in ritardo.»-sussurro per poi schiarirmi la voce quando porta una mano sotto il mio seno per attirarmi verso di lui e far aderire la mia schiena al suo petto bagnato: rabbrividisco a quel contatto, ma cerco di non darlo a vedere e mi allungo sul comò per afferrare la matita nera.

La sua mano si abbassa sul mio addome lentamente, per poi raggiungere l'orlo delle mie mutande: trattengo un gemito quando trascina l'indice e il medio verso il mio clitoride.

Il mio battito cardiaco aumenta all'impazzata, mentre le sue dita mi stuzzicano con dei movimenti circolari: mi lascio abbandonare a un gemito di piacere nel momento in cui inizia a torturare la mia spalla con la lingua, mentre  gocce d'acqua cadono dai suoi capelli e raggiungono lo spazio tra i miei seni.

Chiudo gli occhi e inclino la testa per dargli più spazio, mentre spinge l'indice dentro la mia intimità, facendomi scappare il suo nome in un gemito.

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora