Capitolo 36

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Pensi che Alex sia innamorato di te?

Un mese fa le sarei scoppiata a ridere in faccia: mi sembrava ovvio che Alex mi amasse.

Già il fatto che vivevo sotto lo stesso tetto con lui mi convinceva del fatto che ero sua.

Ma ora questa domanda serve solo a farmi capire e ricordare quanto sono stata ingenua.

Mi stupisce la sua domanda, tanto che rimango spiazzata per un tempo indeterminato, non capendo il significato nascosto dietro alle sue parole: non appena si accorge della mia espressione turbata poggia una mano sulla mia schiena e stringe le labbra in una linea sottile.

«È un osso duro, mio figlio, lo sappiamo entrambe...»-sospira pesantemente, mentre io mi chiedo di cosa stiano parlando mia madre e Alex dall'altra parte.

Clelia prende il posto di suo figlio, aiutandomi a preparare la cena, mentre io mi ritrovo ancora ghiacciata, analizzando le sue parole: che si sia resa conto della verità?

Non mi è sembrato così, data la sua serenità:

«Ma è cambiato tanto in questi anni. Addirittura ora vedrò mio figlio... sposarsi.»-quando la sua voce inizia a tremare, mi volto completamente dalla sua parte.

«Mi hai resa davvero una madre felice.»-conclude, mentre le lacrime offuscano di nuovo la mia vista.

Alzo gli occhi al cielo per non piangere: se solo sapesse che ho fallito anch'io...

Mi sento in colpa davanti a lei e al suo entusiasmo, in colpa per la grossa bugia che abbiamo raccontato, ma soprattutto per non essere riuscita a fare di Alex il figlio dei suoi sogni e l'uomo che avrei voluto avere al mio fianco per tutta la vita.

Mi avvicino a lei e, senza pensarci due volte, allaccio le braccia intorno al suo collo.

«Così mi commuovi.»-sussurra, ricambiando l'abbraccio.

«Diventerò gelosa prima o poi.»-non mi ero accorta della presenza di mia madre alle sue spalle, che si accosta insieme a Giulietta alle nostre figure e si uniscono entrambe a questo gesto affettuoso.

Rido di gusto, pensando a quanto sembriamo ridicole in questo momento, ma anche perché finalmente mi rilasso e capisco che la loro venuta potrebbe anche essermi d'aiuto, aldilà del piano:

Mi sono sentita così sola ultimamente, pensando di poter affrontare un periodo tormentoso come questo senza bisogno d'aiuto, ma non faccio altro che ridurmi peggio di giorno in giorno, a prescindere dall'aiuto di John, che non smette di lasciarmi sola.

«Sto morendo di fame. Quanto dura questo abbraccio?»-Alex alza le mani all'altezza dei fianchi dal salone, scocciato di questa piccola dimostrazione d'affetto, mentre io roteo gli occhi:

«Ma certo...»-sospiro, contemporaneamente a mia madre:

«Gli uomini!»-seguita a sua volta da Clelia.

«Insensibile!»

«Coglione!»-Giulietta aggiunge in un sussurro che fortunatamente la madre non ascolta.

Infatti ci mettiamo insieme sotto, cercando di preparare il tavolo prima delle nove di sera.

***

Fisso il soffitto per non so quanto tempo, ormai, svogliata di alzarmi dal letto e affrontare questa giornata.

Per un momento avevo dimenticato la presenza di mia madre nella camera di Giulietta, ma pochi secondi dopo essermi svegliata mi sono resa conto del contrario.

Porto un cuscino sulla testa con l'intenzione di urlare per lo stress che dovrò subire oggi: hanno insistito tanto di fare un giro per vedere Sydney, che non ci hanno nemmeno chiesto se dovevamo lavorare o avevamo altro da fare.

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora