Abbandono il letto rapidamente e inizio a correre verso il bagno con i coniati di vomito.
Fortunatamente riesco a raggiungere il water prima di mandare fuori tutto ciò che ho mangiato ieri e stamattina alle tre.
Prendo un forte respiro per riempire i polmoni d'aria, per poi alzarmi e scaricare l'acqua.
Ritorno stremata e scocciata in cucina, dove trovo Giulietta in piedi a guardarmi dritta negli occhi.
Spero non abbia sentito i miei gemiti mentre vomitavo, ma non si direbbe dalla sua faccia sconvolta.
«Ehi!»-la saluto con un cenno di mano e con un sorriso falso.
«Ma stai bene?»-la sua domanda mi lascia spiazzata e penso immediatamente ad una giustificazione.
«Mi sono svegliata con il mal di stomaco.»-le spiego, per poi sentirmi subito in colpa.
Non vorrei mentirle, ma non posso nemmeno dirle che avrà dei fratelli.
Mi guarda intensamente mettendomi a disagio:
«Ci credo. Con tutte le schifezze che mangi ultimamente... Hai pure messo un po' di pancia.»-sposta lo sguardo in basso, mentre io mi schiaffeggio mentalmente per essermi dimenticata di indossare qualcosa di più largo.
Mi affretto a girarle la schiena e andare in cerca dei cereali.
Alzo le spalle alle sue parole, senza trovare il coraggio di guardarla negli occhi: se non fosse solo una bambina di dieci anni si sarebbe sicuramente accorta che questa non è una pancia gonfia per il cibo che mangio.
La prego mentalmente di non insistere su questo, quindi provo a cambiare discorso:
«Come va con il tuo fidanzatino?»-verso del latte in una ciotola, continuando a spiarla con la coda dell'occhio.
Per la prima volta dopo tanto tempo la vedo usare spesso il telefono:
«Abbiamo litigato ieri sera.»-alzo gli occhi al cielo: comincio a credere che gli uomini abbiano l'istinto a far arrabbiare le donne nel DNA.
«È grave?»- chiedo, ma le alza le spalle:
«Non so se perdonarlo.»-faccio una smorfia quando mi accorgo di mettere troppi cereali nel latte.
«Mi dispiace.»
«Gli ho detto che per lui sono morta.»-mi volto di scatto dalla sua parte.
La guardo dritta negli occhi per capire se davvero si tratti di una coincidenza o se mi ha sentito parlare con Alex ieri sera.
«Secondo te lo devo perdonare?»-la sua espressione è indecifrabile, mentre io non trovo una risposta per poterla accontentare.
Rimango in silenzio mentre abbasso gli occhi per terra:
«Clara, promettimi che tu e mio fratello farete la pace.»-continua lasciandomi ancora una volta senza parole.
Porto una mano tra i capelli e faccio per parlare, ma continuo a non sapere cosa dire, quindi finisco per sbuffare.
«Giuro che non gli ho detto nulla del bacio tra te e Louis, non...»-scuoto la testa alle sue parole, tranquillizzandola.
«No, tu non c'entri.»-mi limito a dire con un filo di voce, mentre mi appoggio sul lavandino.
«Ehm, non devi andare a scuola?»-mi schiarisco la voce.
Annuisce distrattamente e la ringrazio mentalmente per non continuare a farmi domande a cui non so dare una risposta, o a cui non voglio rispondere per non deluderla, ma rimane lo stesso perplessa mentre la lascio aspettarmi per cambiare il pigiama.
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Sei Mia, Ragazzina! 1 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit√ COMPLETA «Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce d...