Arrivo a casa in fretta e furia, dopo essermi trattenuta a parlare con John per un bel po' di tempo al parcheggio.
Non appena apro la porta trovo Alex a braccia conserte vicino al mini bar:
«Dovevi finire di lavorare alle quattro, oggi, invece sono già le sette. »
«Già, e sono in ritardo. »-rifletto a voce alta, per poi avvicinarmi a lui e alzarmi in punta di piedi per dargli un bacio a stampo: non ho tempo.
Non tanto per vestirmi per la festa, ma per convincere lui ad accompagnarmi.
«Dove sei stata? »-ripete con un sopracciglio alzato.
«Meno male che dovevo essere io quella appiccicosa... »-alzo gli occhi al cielo.
«Continui a non rispondere. »-osserva, quindi alzo il braccio e gli mostro le buste della spesa in una mano e quelle del negozio nell'altra.
«E tu continui a non vedere. »-si rilassa leggermente, ma so che vorrebbe tanto sapere con ci sono stata: «Puoi chiedere a John. »-alzo gli occhi al cielo e faccio per andarmene, ma mi blocca tra le sue braccia e l'isola della cucina.
«Ti credo. »-sospira- «Comunque è così che si saluta! »
Non ho il tempo di chiedergli spiegazioni che mi ritrovo con la sua lingua in bocca: rido mentalmente, mentre lui mi bacia con foga e io con stento riesco a seguire i suoi movimenti.
Si abbassa per portare le mani all'altezza delle mie ginocchia, per poi sollevarmi e farmi sedere sul ripiano di marmo.
Le sue labbra non si staccano dalle mie, ma infondo non sento il bisogno di respirare in questo momento, quindi continuo ad assaporare le sue labbra per tutte le volte che avrei potuto baciarlo oggi se avessimo passato del tempo insieme.
Traccia dei cerchi immaginari con un dito sulla mia pelle lungo una coscia, per poi avvicinare la mano alla mia intimità. Inizio a sentire una forte voglia al basso ventre, ma non posso lasciarmi andare:
«Fermati, fermati... Alex, aspetta, lo allontano dal mio collo. »
«Che c'è? »-si allontana sbuffando.
«Ti prometto che continueremo dopo, ma ora dobbiamo prepararci. »- assume un'espressione confusa e scocciata allo stesso tempo, poi sembra di capire all'istante, quindi alza un angolo della bocca.
«Scordatelo. »-ecco, cominciamo bene.
«Dai, ti prego, oggi è importante. È il compleanno del primario! »
«Non me ne frega un cazzo! »
«Fallo per me. Ci saranno tutti i miei colleghi. »-lo guardo negli occhi con il massimo della disperazione, infatti si blocca per un istante guardandomi intensamente.
«A maggior ragione non ci vengo. »-dice, quindi alzo gli occhi al cielo e metto su un broncio.
«Cos'hai comprato? »-prova a cambiare discorso, ma evito di rispondergli e gli prendendo la busta di mano.
Raggiungo la camera di Giulietta, trovandola sul letto a guardare un video sul suo tablet, ma solo dopo mi accorgo che sta facendo una videochiamata con mia suocera, con quella che crede essere sua madre. Prendo un respiro profondo e decido di non disturbarla, ma prima di allontanarmi posso giurare di aver sentito un 'mi manchi da morire', che non fa altro che accrescere i miei sensi di colpa.
Non posso chiederle di accompagnarmi, sarebbe troppo imbarazzante, quindi mi decido di andarci da sola.
Osservo di sottecchi Alex che non mi segue, anzi, si siede sul divano e mi guarda divertito.
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Sei Mia, Ragazzina! 1 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit√ COMPLETA «Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce d...