Capitolo 42

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«Ma dove vai!? Hai il vestito addosso!»-lascio mia madre urlare alle spalle per avviarmi a passo felpato verso l'auto di John.

Mantengo la mia espressione minacciosa e serro la mascella, entrando in macchina, e, senza nemmeno chiedere il permesso al mio amico, esco dal parcheggio.

L'idea che stiano per macchiare il mio letto con i loro corpi nudi mi fa ribollire il sangue nelle vene e smetto di ragionare pur di trattarli nel peggiore dei modi.

Accelero più volte, nonostante faccia difficoltà a premere il piede contro l'acceleratore, data la lunghezza di questo vestito.

Se prima mi elettrizzava l'idea di indossarlo e facevo di tutto pur di non mostrare di essere contenta, ora averlo addosso non fa altro che infastidirmi e aumentare la mia voglia di strapparlo ogni secondo che passa.

Suono il clacson quando una macchina rallenta davanti alla mia, per poi sorpassarlo spazientita.

Non riesco a controllare l'odio che provo nei confronti di Alex in questo momento, soprattutto per non aver avuto alcuna pietà: mi ha letteralmente cacciata di casa con la scusa dell'abito per poter stare solo con Catherine, ma poteva evitare di portarla nella nostra camera da letto.

Eppure ieri sera mi tenuta talmente stretta tra le braccia, come se avesse paura di perdermi, ma solo ora capisco che non teme ciò, anzi, lui lo vuole.

Mi spaventa l'idea che dietro tutto questo casino ci sia un piano formulato da lui e Catherine per farmi del male o prendersi gioco di me, altrimenti non mi spiego come un secondo prima mi possa chiedere di sposarlo e quello dopo fare sesso con la sua vera fidanzata, che ha persino supportato la folle idea di Alex.

Ho davvero paura che il giorno del matrimonio non sia come mia madre se lo aspetti, anche se farò di tutto perchè questo giorno non arrivi.

Ho esplicitamente obbligato Alex a non far entrare Catherine a casa mia, ma sembra farlo apposta e fa il contrario di ciò che gli ho supplicato di non fare.

Stringo i denti, pensando ai modi peggiori per insultare Catherine, anche a costo di rovinare tutto: potrebbe facilmente decidere di non assecondare più il piano del matrimonio e dire tutto a mia madre, ma l'idea che questo possa accadere non mi spaventa quanto l'idea che in questo momento le mie coperte portino il profumo di un'altra donna.

Ho immaginato spesso, mio malgrado, Alex che fa provare a Catherine lo stesso piacere che fa provare a me, finendo per piangere ogni volta, ma ora li vedrò nudi davanti ai miei occhi, e al solo pensiero perdo un battito.

Non so come reagirei, ma non so, a quel punto, se avrò il coraggio di minacciarli, piuttosto che correre via e lasciarli continuare.

Rallento la macchina davanti al mio giardino, ma priva della rabbia che mi scorreva nelle vene fino a poco tempo fa.

Fisso il portone da lontano, terrorizzata da ciò che potrei vedere aldilà di quello, mentre prendo un forte respiro e m'impegno a riempire, a tratti, i polmoni d'aria.

Guardo verso il basso il tulle del vestito coprirmi le gambe e le braccia strette dal pizzo elegante: ritiro le lacrime, immaginando la mia espressione nel momento in cui li troverò sul mio letto, io con un abito da sposa addosso, lui con una bionda tra le braccia...

I miei pensieri non mi impediscono di uscire ugualmente dalla macchina, trascinandomi dietro la coda dell'abito, mentre unisco le mani e inizio giocherellare con i pollici, guardando verso il basso e avanzando verso l'entrata.

Il vento colpisce la mia schiena, completamente nuda per la profonda scollatura posteriore, mentre le mie clavicole emergono dal vestito nella parte anteriore: incrocio le braccia e mi stringo nelle spalle, per poi portare una ciocca di capelli dietro l'orecchio e aspettare che la porta si apra da sola.

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora