Capitolo 1

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Mi è davvero mancato scrivere su Cam e Jo, lo ammetto. Due mesi fa ho concluso il primo libro con l'intento di non scriverne un secondo, ma non ce l'ho fatta. Amo troppo questa storia e, dopo tutte le vostre richieste di un sequel, non potevo non farlo. Spero che questa storia vi piaccia come la prima e niente, buona lettura. ❤️

«Andiamo... rispondi...» Dico da sola contro il telefono, sbattendo innumerevoli volte il piede a terra per il nervosismo.

«Pronto? Piccola? Sono le tre di notte, è successo qualco-» Blocco subito Cameron, andando al dunque e chiudendo prima di sentire la sua risposta. Ma hey, è un'emergenza. «Sta partorendo! Vienimi a prendere e andiamo all'ospedale, Cam!»

Il mio fantastico ragazzo non si è neanche accorto che le acque di sua sorella si sono appena rotte.

Io e Sierra stavamo facendo uno splendido pigiama party a casa dei miei zii, quando si sono rotte. Nash è entrato nel panico così sono stata io a chiamare l'ambulanza, ma voglio aspettare Cameron per andare all'ospedale.

Tra l'altro, mio fratello è così dolce che mi ha lasciato Colin qui con me.

So che vi state chiedendo. "Se Colin è qui, Sierra chi sta partorendo?"

Il suo secondo figlio. O meglio, figlia. Avrò una nipotina.

Sono già passati tre anni dalla nascita di Colin e Nash e Sierra erano così contenti e felici di avere un bambino, che ne hanno quasi subito fatto un altro.

Mio nipote inizia a piangere chiedendo dove è suo padre, così io lo prendo in braccio per calmarlo.

Sono da sola a casa, tutti hanno seguito Sierra.

«Colin, hey.» sussurro piano mentre osservo le lacrime solcargli le guance. «Mamma e papà saranno di ritorno tra poco con una sorellina. Non sei contento?»

Il bambino scuote la testa, così io inizio a pensare a qualcosa per distrarlo.

Decido di condurlo in salotto e di accendere la Tv. Gli metto uno di quei cartoni simpatici che vedevo anche io da bambina, poi corro in camera mia per mettermi qualcosa addosso.

È estate e sono solo con la canottiera come pigiama, per cui per andare all'ospedale devo mettermi qualcos'altro.

Mi infilo velocemente dei jeans ed una felpa grigia di Cam, che mi va larghissima.

Quando ritorno di sotto da mio nipote, trovo Cameron seduto di fianco a lui, mentre lo fa ridere.
Un paio di anni fa gli ho dato che chiavi di emergenza della casa degli zii, non mi stupisco che le abbia usate.

«Hey.» dico avvicinandomi e sorridendogli.

Anche se sono passati tre anni, non mi capacito ancora di come sia entrato nel mio cuore e quanto sia bello. A quanto sia mio.

«Ciao, piccola.»

Si alza per lasciarmi un tenero bacio sulle labbra che vorrei tanto approfondire, se non fosse per mio nipote e per la mia migliore amica che sta partorendo.

«Dobbiamo andare.» sussurro divertita quando vedo il broncio che fa quando mi separo da lui.

Cameron spegne la televisione e prende in braccio Colin.
Quando lo fa mi è difficile non pensare ad avere una famiglia con lui.
Ora siamo ancora piccoli, io personalmente non sono pronta, ma quando ride con Colin, ci gioca o lo abbraccia teneramente, mi chiedo come sarà vederlo tra qualche anno da padre.

Sono pensieri stupidi che mi infestano la mente ogni tanto, ma non posso farne a meno.

Una volta in macchina, accendo la radio. Hayes mi ha appena mandato un messaggio dicendo che non è nata ancora, ma che manca poco.
Anche se Cam vuole correre perché non c'è nessuno per strada, dico comunque di andare piano, perché c'è Colin nei sedili posteriori.

«Zio Cam.» lo chiama nostro nipote, dicendo la t al posto della z.

«Si, piccoletto?» Cameron lo guarda dallo specchietto retrovisore.

«Perché mamma piangeva?»

Cam mi manda un'occhiata, così io mi affretto a dire: «Quando le si sono rotte le acque.»

Il mio ragazzo annuisce. «Perché era felice della tua sorellina. La cicogna la sta portando.»

Trattengo una risata. Cameron che spiega queste cose è sul serio esilarante.

«Smettila, Jo.» Borbotta. «Non aiuti.»

Io ridacchio. «Scusa, zio Cam.»

Cameron alza gli occhi al cielo, sorridendo. «Lo sai che non mi piace come suona.»

«Appunto.» Appena arrivati al parcheggio, mi allungo per dargli un bacio sulla guancia.
«Ti amo.»

Cameron lancia un veloce sguardo a Colin. «Piccoletto, chiudi gli occhi.»

Colin lo fa e Cam fa scontrare le nostre labbra con più passione. Mette le mani calde sulle mie gote e le nostre lingue si intrecciano.

Inizio a giocare con i suoi capelli mentre continuo a baciarlo e mi scappa un mugolio d'assenso.

«Ti amo anche io.» Sussurra appena ci stacchiamo, appoggiando la fronte sulla mia.

Dovrei correre come una pazza per vedere la mia migliore amica partorire, ma la verità è che non riesco a staccarmi da lui. Non riesco a pensare più a niente.

«Zia.» Chiama Colin dopo qualche minuto.
Mi ero quasi dimenticata che era in macchina con noi. «Posso aprire gli occhi?»

Io rido, guardando Cam che si gratta la nuca con un bellissimo sorriso sul volto.

«Si Colin, apri gli occhi ed andiamo ad incontrare la tua sorellina.»

Mi allungo oltre il sediolino per slacciarlo dal seggiolino, poi lo faccio uscire dall'auto e tutti e tre ci addentriamo nell'ospedale.

Ti odio Cameron Dallas 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora