Capitolo 20

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Dopo una settimana le cose non sono cambiate molto. Io e Sierra non ci rivolgiamo la parola, così come io e Nash. Ha provato a difenderla ed io mi sono arrabbiata.

I miei e tutti i Magcon l'hanno presa benissimo, Gina compresa. Ha pianto dalla gioia, dicendo che era troppo felice che fossi io la madre del suo terzo nipote.

Nash e Sierra sono occupati a preparare il loro matrimonio anche se non so, a questo punto, se sarò invitata. Immagino di no.

Cam ed io invece siamo amici. Ogni tanto è rimasto a dormire qui dagli zii insieme a me, ma io ho dormito in camera mia e lui nella stanza degli ospiti. Sarebbe troppo strano ritornare a dormire insieme.

Tra tre giorni ho la visita dal ginecologo e Cameron mi accompagnerà. È più emozionato di me e finalmente posso sapere il sesso del bambino. Spero con tutta me stessa che sia un maschio. Sarei la prima a comprargli macchinine giocattolo e a giocare con lui.

«Buongiorno!» Affermo sorridendo entrando in cucina. Hayes e Cameron stanno facendo colazione, mia madre sta facendo le frittelle e mio padre le sta lasciando dolci baci sulle guance. Robe da vomito, insomma.

«Bleh.» Dico ai miei appena mi rendo conto delle effusioni d'affetto. «Non potete andare a fare i piccioncini da qualche altra parte?»

«Disse quella incinta.» Risponde mia madre e Cameron quasi si strozza con il latte. Mio fratello e mio padre ridono ed io vado ad aiutare il padre del mio bambino, cercando di evitare che muoia.

«Non era divertente.» Sbuffo appena Cam si placa. «Lo avete quasi ucciso.»

Mio padre alza gli occhi al cielo. «Ringrazia che non l'ho ucciso a Capodanno.»

Cam si gratta la nuca, imbarazzato. «Io... bè...»

Sorrido: è così carino quando balbetta.
Aspetta... ho sul serio detto che è carino? Cam è molto più che carino.

«Tranquillo Dallas.» Gli sorrido, poi mando un'occhiataccia a mio padre. «Sta scherzando. Vero?»

Mio padre annuisce, terrorizzato. Immagino che mio figlio mi starà a sentire, se gli mando queste occhiate. «Certo, scusa Cam.»

Cameron sorride e dice che non fa nulla.

«Programmi per la giornata?» Domanda di punto in bianco Hayes.

Mia madre e mio padre fanno spallucce ed io guardo Cam, che dice: «Noi verso le quattro usciamo.»

Aggrotto le sopracciglia. «Dove andiamo?»

Cam prende un cucchiaio di cereali. «Alla partita di baseball. Il New York team gioca con i San Padres, non possiamo perdercelo, piccola.»

Hayes si interessa subito alla conversazione. «Ovviamente vengo anche io, vero?»

«Ovviamente.» Risponde Cameron. Prende un sorso di latte e appena vede che Hay si rilassa sulla sedia continua. «...no.»

Questa volta sono io a ridere.

«Va bene, allora mi vado a vestire.» Mi alzo e risalgo in camera mia, pronta per prepararmi.

•••• •••• ••••

«Vai, lancia quella stupida palla!» Urla Cameron a piedi polmoni, rivolto al giocatore di baseball, che sta esitando per lanciare la palla.

Scoppio a ridere. Vederlo così mi fa morire dalle risate. Ha la maglietta del New York team, il cappellino messo al contrario e le guance pittate con i colori ufficiali della squadra.

«Vado a prendere qualcosa da bere.» Gli dico mettendogli una mano sulla spalla. «Tu vuoi qualcosa?»

Scuote la testa, troppo concentrato sulla partita. Immagino che sia troppo difficile spostare per un nano secondo gli occhi dal campo.

Sorridendo mi avvio allo stand delle bibite. Vorrei tanto una birra, ma so che non posso. Non è salutare né per me né per il mio bambino; e non lo metterei mai in pericolo. Alla fine ne prendo una, ma per Cam. Dubito che abbia sentito quello che ho detto.

«Tieni.» Gli porgo la birra una volta seduta. Io ho preso una Coca-Cola Zero.

«Grazie, piccola. Tu cosa ti sei presa?»

Gli faccio vedere la lattina. «Bevi anche per me, grazie.» Dico ridendo.

Lui sorride e si gira nuovamente per osservare la partita. Intanto Hayes mi manda messaggi minacciosi -scherzando, o almeno credo- perché ha appena scoperto che stiamo vincendo e che è una splendida partita.

«Guarda che bella coppia felice.» Esclama una voce dietro di me. La riconosco subito e non ho il coraggio di girarmi per i primi secondi. Non lo vedo da mesi, eppure continua ad infestare i miei sogni fino a trasformarli in incubi.

Cameron si irrigidisce e mi prende la mano, con fare protettivo.

«Cameron...» Sussurro piano, cercando di non farmi sentire da lui. «Non deve vedere il bambino.»

Cam mi fa segno di sì. Mi stringe forte la mano e poi la lascia, per andare a cacciarlo via.

«Senti Bieber.» La voce di Cameron è minacciosa ed io ho paura che Justin mi rimetta le mani addosso. E adesso che c'è il bambino... rabbrividisco, non può succedere di nuovo. «Vedi di stare alla larga da lei, okay?»

Non mi giro a guardarli. Mi stringo nella giacca, cercando di non far capire di essere incinta. Non so quale potrebbe essere la reazione di Jus.

"Smettila di chiamarlo così, stupida."
Mi riprendo severamente in testa.

«Non credo lo farò, Dallas. Voglio dire, l'hai vista? Peccato che abbia scelto un coglione come te.»

Non sento la sua risposta, ma delle persone iniziano ad urlare, così mi giro. Cameron sta dando dei pugni a Justin, facendo partire una vera e propria rissa.

«Cameron!» Mi alzo, fregandomene se Justin vedrà il bambino. Ho bisogno di evitare che Cam si metta nei casini. «Smettila subito!»

Ma lui non mi ascolta e lui e Bieber continuano a darsi pugni e insultarsi. Ci vogliono quattro persone per togliere Cameron da sopra Justin.

Quando finiscono di picchiarsi e posso guardarli bene, quasi mi spavento. Justin ha tutta la faccia insanguinata. Cameron invece ha del sangue che gli esce dal naso.

Prendo dalla borsa un fazzolettino e gli tampono il sangue. Cerca di dire qualcosa, ma quando vede l'occhiataccia che gli mando, decide che è meglio stare zitto. Scelta saggia.

Justin è troppo indebolito per fare caso a me e, dopo essermi assicurata che Cam non si sia rotto il naso, mi avvio verso l'uscita dello stadio.

Mi è passata la voglia di vedere la partita.

«Jo!» Mi sento chiamare da Cam, ma non mi fermo. Gli avevo detto di dirgli di lasciarmi stare, non di ucciderlo. «Jo, aspetta!»

«Lasciami stare!» Gli urlo di rimando. «Tu non ti rendi proprio conto che usando le mani ci metti in pericolo, eh?»

Cameron sta per ribattere, quando un poliziotto ci si avvicina. Prevedo guai.
«Tu sei Cameron Dallas?»

Annuisce, mentre il poliziotto sospira. «Sei sotto arresto per aver alzato le mani in un luogo pubblico.»

Ed il mondo ci cade letteralmente addosso.

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Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

Ti odio Cameron Dallas 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora