Capitolo 41

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Jocelyn's pov

Appena io e Cam firmiamo, chiama in diretta Isaac per dirgli che abbiamo deciso di comprare l'appartamento.

Si mettono d'accordo per vedersi, dato che Cameron gli deve dare le carte firmate, ma io non vado.

Voglio rilassarmi un po' e non andare dimostrerà a Cam che mi fido di lui.
Per cui la mattina successiva ritorno a casa sua, per aspettare che torni.

In tanto aiuto Gina con una nuova ricetta. Ama cucinare e mi sta insegnando a farlo.
Credo che da adesso in poi ne avrò molto più bisogno.

«No, non così.» La madre di Cameron ridacchia, spostandomi delicatamente e aggiustando il pasticcio che stavo facendo. «Per girare l'impasto devi girare ovunque, non solo al centro, altrimenti tutto quello che c'è al lato non si mischierà.»

«Non so perché ho scelto di farlo.» Piagnucolo sorridendo. «Sono negata, a stento so fare una torta. Non sono brava per le ricette da salato.»

«Devi solo prendere un po' di dimestichezza.» Gina mi sorride dolcemente. «Vedrai che tra qualche settimana sarai migliorata notevolmente.»

Non rispondo, annuisco soltanto.

Cameron aveva detto che mi avrebbe mandato un messaggio appena avesse finito con Isaac, ma non mi ha mandato ancora niente ed é uscito di casa quasi tre ore fa.

Sono tentata di prendere il telefono e chiamarlo, ma voglio dimostrare -non solo a lui, ma anche a me stessa- che mi fido ciecamente. Voglio riprovarci e questa volta non farò gli stessi errori.

«Grazie.» Gina smette di girare l'impasto e si gira a guardarmi. Ha gli occhi lucidi.

«Di cosa?»

Fa un respiro profondo prima di parlare. «Di star dando un'altra possibilità a Cameron. So che gliene hai date tantissime, Jo, ma lui ti ama veramente. Sai come la penso, non l'ho mai visto così felice come quando é con te. Vi amate e sono contentissima che ci state riprovando.»

«Non siamo tornati insieme.» Riesco a sussurrare. Il suo discorso mi fa sentire in colpa. Molte volte gli ho dato possibilità, quando non ne aveva sul serio bisogno, perché più che litigate ero io che non ero comprensiva e che non gli lasciavo il tempo di spiegarsi.

«Lo so, ma non c'entra niente. Vi conosco entrambi e so che non potete stare lontani l'uno dall'altra. E poi, detto francamente, un amore come il vostro non passa in pochi mesi.»
Gina mi mette una mano sulla pancia, accarezzando dolcemente Hunter o Avery.

Quando le abbiamo fatto vedere le lavagne, ieri, ha quasi pianto.
Io sto per piangere adesso.

«Lo amo ancora, infatti.» La mia voce è spezzata. «Ma ho così tanta paura di soffrire di nuovo. Ho paura che possa tradirmi di nuovo, che possa andare da un'altra.»

Alle ultime frasi scoppio definitivamente a piangere come una bambina di tre anni che cade per le prime volte quando prova a correre e si fa male. Gina mi stringe subito in un abbraccio e mi accarezza i capelli, facendo calmare un quarto dell'inquietudine che ho dentro.

«È normale, tesoro. Hai sofferto tanto, non ti biasimo se ci vorrà ancora un po' di tempo per tornarci insieme. Ma il suo ultimo intento era quello di farti soffrire. Ti ama più di qualunque altra cosa al mondo. Te ed il vostro bambino.»

Annuisco e, quando Gina si separa da me, mi asciugo con una mano le guance.

In quell'esatto momento sento delle chiavi girare nella toppa. Cerco inutilmente di asciugarmi meglio gli occhi e le guance, ma c'è poco da fare: quando piango gli occhi mi diventano rossi e per almeno un'ora rimangono di quel colore.

«Hey, ragazze.» Cameron ci saluta tutto sorridendo. Mi viene vicino, credo per darmi un bacio sulla guancia, ma quando vede la mia faccia si ferma ed il sorriso si spegne. «Che cos'è successo?»

Gina tocca delicatamente la spalla del figlio. «Io vado un po' in camera mia, voi avete alcune cose di cui parlare.»

Appena lei se ne va, Cameron mi prende il volto tra le sue mani. «Chi ti ha fatto piangere? È stata mia madre? Avete litigato?»

Mi allontano dal suo tocco. Non perché voglia, ma perché già per me è difficile parlare dei miei sentimenti, se lui mi coccola come se tutto fosse tornato come prima é ancora peggio.
Già il mio autocontrollo per non baciarlo e dirgli che lo amo e chiedergli di riprovarci come coppia sta lentamente scomparendo.

«No, non è stata lei.» Mi schiarisco la voce. «Non è stato nessuno, in realtà.»

Cameron si porta una mano tra i capelli. È nervoso.
«Allora cosa c'è?»

Non so come dirglielo senza farlo rimanere male. Nonostante gli ho detto che lo perdono e che voglio vivere con lui, deve comunque aspettarsi che voglio sapere certe cose. Come, per esempio, perché ha insistito così tanto per andare da Hayley se non prova niente per lei.

«Ho paura.» Lo dico tutto d'un fiato. «Ti ho perdonato, giuro che l'ho fatto, ma non riesco a non pensare che lo potrai fare di nuovo. Sei uscito due ore e mezza fa e mi è salito il panico che eri andato da un'altra. So che non stiamo insieme e che sei libero di fare quello che vuoi ma-»

Mi blocco. Ma cosa? Solo perché io amo ancora lui, pretendo che non possa andare avanti? Se aspetta me diventerà sicuramente vecchio.

Faccio un respiro profondo. «Sai una cosa? Non importa. Sono sciocchezze.»

«No Jo, non sono sciocchezze.» Pensavo che avrebbe usato un tono ferito, o arrabbiato o deluso, invece quello che usa è stranamente dolce. «È normale, anche io avrei la tua stessa paura al tuo posto, per questo sono pronto a dirti perché sono corso da Hayley in quel modo, sempre se vuoi. Ma ti giuro che tu sei l'unica donna della mia vita e non ti tradirei mai, per nulla al mondo. Ne abbiamo già parlato che quella sera ero completamente ubriaco, da sobrio non lo avrei mai fatto e lo sai. So che lo sai infondo.»

Trattengo le lacrime. Odio che Hunter sbarra Avery mi renda così emotiva. «Voglio saperlo.»

Anche se c'è il rischio che farà molto male, voglio sapere perché è corso in quel modo da lei e perché è rimasto in ospedale due giorni.

Cameron chiude gli occhi. Ci metto qualche secondo per capire che lo fa perché si sta trattenendo dal piangere.
Mi sto spaventando, ma questa volta non perché ho paura di essere tradita, bensì per quello che mi dirà. Cameron che piange è più raro che vincere alla lotteria.

«Quando ci siamo riavvicinati, un paio di mesi fa, Hayley è venuta a trovarmi. Pensavo che volesse scusarsi o robe del genere, invece ha iniziato a dire che le piacevo, che voleva stare con me. Ha iniziato a piangere ed io le ho iniziato ad urlare contro, non l'ho fatta entrare in casa e le ho chiuso la porta in faccia. Jo, avrei potuto aiutarla a riavvicinarsi a Justin, invece l'ho solo trattata male. Il suo ultimo ricordo di me è... è questo. È morta ed io potevo evitarlo. Potevo aiutarla.»

Quando apre gli occhi alcune lacrime gli scivolano sulle guance.
Adesso capisco perché ha insistito ad andare fin lì. Voleva avere un ricordo di lei diverso da questo. Voleva che anche lei lo avesse.

«Cam...» Riesco a dire. Ci sono mille cose che vorrei dirgli, ma tutte mi sembrano inopportune. Sembrano sbagliate.

Abbassa la testa e guarda a terra, le lacrime scendono sempre più copiose. «Farti soffrire è stato l'ultimo dei miei intenti, Jo. Non sai quanto ho lottato contro me stesso per non tornare da te e-»

Lo stoppo, mettendogli un dito sulle labbra. Con la mano sinistra gli accarezzo la guancia leggermente ruvida.
«Va tutto bene, Cam. Non è morta per causa tua e non c'era niente che tu potessi fare.»

Non so bene come posso fargli capire che lui non c'entra niente. E non posso credere che si sta portando questo peso da settimane.

Con la mano libera, cerco la sua ed intreccio le nostre dita.

«Va tutto bene.» Ripeto, con voce dolce e rilassata. «Ne usciremo insieme. Non ti lascio da solo. Ne usciremo come una famiglia.»

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Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

Ti odio Cameron Dallas 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora