Capitolo 33

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Cameron's pov

La nuova guardia del dormitorio di Jocelyn mi fa un interrogatorio su dove vedo andare e perché.

«Da Jocelyn Abigail Grier.» Ripeto per la centesima volta e solo dopo mi rendo conto che solo le persone strette conoscono il secondo nome.

«Terzo piano, stanza-» La interrompo con un'alzata di mano. «Lo so, è la mia ragazza.»

Non è esattamente la verità al momento, ma come glielo spiego, se in mano ho un mazzo di fiori e un orso gigante?
È la seconda volta che lo faccio in tutta la mia vita e sempre per Jocelyn. Spero solo che mi perdoni come ha fatto tre anni fa.

Quando mi trovo davanti la sua porta, il cuore inizia ad accelerare e sento delle risate provenire dalla camera. Sospiro di sollievo quando mi accorgo che sono voci femminili.
Probabilmente starà con Maddy.

Busso, sperando che mi apra Jo. Sarebbe imbarazzante se lo facesse Madeline.

Qualcuno lì su esaudisce i miei desideri, perché ad aprirmi è la mia ex ragazza.

Ha i capelli raccolti in una crocchia disordinata, una maglietta attillata sulla pancia e dei jeans. È bellissima senza neanche sforzarsi di esserlo.

Jocelyn, appena si accorge che sono io, non dice niente e prova a chiudere la porta.
Con un gesto veloce riesco a mettere il piede tra la porta e lo stipite.

«Jo, voglio solo parlare.»

Prova a spingere via il mio piede, ma non ci riesce. Sono molto più forte di lei, per sua sfortuna.
«Porta quel coso ed i fiori alla tua nuova ragazza.»

Non posso credere che stia facendo questa scenata. So di averla ferita, ma non significa che non tenga a lei.
«Lo sai benissimo che non tengo a lei.» Inizio a dire, alterandomi. Non sono venuto qui per farmi chiudere una porta in faccia e fare la figura del coglione con un orso gigante in mano.

«Oh, certo.» Sorride ironica. «Per questo mi hai lasciato sotto la pioggia, a farmi due chilometri a piedi, solo per andare da lei. Perché non ci tieni proprio.»

Sto per ribattere, ma Maddy apre un po' di più la porta per guardarmi. Incrocia le braccia al petto ed è evidente che è incazzata con me.

«Dallas, che ci fai qui?»

Faccio segno con la testa verso Jo. «Voglio solo parlare con lei.»

Maddy mi fissa altri cinque secondi, poi i suoi occhi si spostano sul peluche e sulle rose.
Sospira guardando la sua migliore amica. «Vi lascio cinque minuti da soli, allora.»

Jo spalanca gli occhi. «No, Maddy. Dove vai?»

Madeline non risponde, mi fa l'occhiolino e corre via.

«Posso entrare?» Chiedo timidamente: non voglio litigare con lei.

Sbuffa. «No. Puoi anche andartene.»

Annuisco. «Puoi almeno prenderti questo peluche?»

Jocelyn scuote la testa. «No, portalo ad Hayley.»

«Sai non ti capisco.» Sbotto io, entrando nella sua stanza. «Dici che tra noi è finita, fai la complicata e poi diventi gelosa. Si può sapere cosa ti prende?»

«Io non capisco te!» Urla lei. «Sei corso da lei, a me neanche un messaggio per assicurarti che ero arrivata a casa, o una chiamata! Hai idea in questi giorni come volevo vedere apparso sullo schermo del telefono il tuo nome? Ma no che non lo sai, stavi con lei. Magari l'hai anche messa incinta.»

Jo fai dei respiri profondi, per calmarsi.
E come sempre, ho fatto lo stesso errore.

Le ho dato tempo quando in realtà lei aveva bisogno di me. Sono un coglione.

«Jocelyn...» Provo a dire in un sussurro. Poso l'orso sul letto ed i fiori sul comodino. «Non c'è stato un secondo in cui non ti ho pensato. Lei non è niente. Voi siete tutto.»

Sulle guance di Jo iniziano a scendere le prime lacrime e mi sento in colpa: odio ridurla in questo stato.
«Non lo dimostri così.» Biascica, tirando su con il naso. «Per favore, adesso che ho bisogno di spazio, vattene.»

«Io non-» Sto per dire, ma lei mi scongiura. «Per favore. Non riesco a fidarmi.»

È colpa mia. È colpa mia se Hayley è andata in coma e se io e Jo ci siamo lasciati. È sempre colpa mia.
Non capisco cosa ci trovino le ragazze in me.

«Ho... Ho una possibilità di vederti in tour con noi?»
Lo domando sull'uscio della porta, almeno in questo modo se dice di no non potrà vedere quanto sono ferito.

«Non lo so.» Risponde sinceramente. «Ciao, Cam.»

Prima che la porta si chiuda, la guardo negli occhi. «Hayley è morta, comunque. E amo solo te, sono andato lì solo perché l'ho trattata male.»

Ma quando finisco la frase non vedo più la faccia della mia ex ragazza.

Maddy appare di fianco a me. «Andata male?»

Chiudo gli occhi e appoggio la fronte sul muro. Non me ne frega niente se è sporco o mi fa schifo. «È stato un disastro.»

«Hai incasinato tutto.» Dice con voce severa, poi l'addolcisce. «Ma ti ama, è solo questione di tempo.»

«Quanto?» Sussurro afflitto. «Quanto ce ne vorrà per non essere un padre di merda? Il bambino non è ancora nato e già sto incasinando tutto.»

«Sarete fantastici, Cam, questo bimbo sta solo vedendo nel momento sbagliato.»

«Non è sbagliato.» Dico aprendo di scatto gli occhi e con troppa rabbia. Questo bambino non è un errore, anche se non era voluto.

«Lo so.» Maddy fa un passo indietro. «Non volevo dire quello.»

Annuisco. «Puoi andare da lei e... e assicurati che stia bene?»

Madeline sorride. «Certo. Ciao, Cameron.»

La saluto e poi torno in macchina.
La guardia del dormitorio mi guarda male e so perché: non sono passato da qui neanche venti minuti fa, teoricamente sarei dovuto rimanere un altro po'.

Ricambio lo sguardo fino a quando arrivo al parcheggio.

Provo a chiamare mia sorella, ma non risponde, così provo con il mio migliore amico. Fortunatamente risponde al secondo squillo.

«Cameron?» Domanda, sento Aileen piangere in sotto fondo e Nash imprecare.

«Hey, chiamo nel momento sbagliato?»

«No no.» Dice subito. «Di che si tratta?»

«Hai un'ora per bere qualcosa con il tuo migliore amico?»
Tamburello con le dita sul volante, aspettando una risposta.
Jocelyn dice che faccio questo gesto ogni volta che sono pensieroso, e forse è vero.

«Cos'è successo con mia sorella?»

Provo a sorridere, ma non ci riesco. Come se non bastasse il cielo limpido si sta chiudendo. «Per questo volevo vederti. Puoi?»

«Vieni a casa nostra. Sierra sta preparando per la cena di domani ed io devo guardare i bambini.»

«Cena di domani? Di che stai parlando?»

Fa un sospiro profondo, risponde a qualcosa che gli ha chiesto Colin e poi riporta l'attenzione su di me. «Una cena noi, i Magcon e le famiglie. Come i vecchi tempi.»

«Va bene.» È una buona scusa per vedere di nuovo Jo. «Un'ora e sto da te.»

Accendo il motore e vado a casa di Nash cercando, almeno per una sera, di levarmi la sua risata dalla testa. Mi sento impazzire.

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Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

Ti odio Cameron Dallas 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora