Capitolo 22

5K 232 49
                                    

Mi guardo per la trentesima volta la pancia rotonda riflessa allo specchio, coperta da una camicetta azzurra che ho comprato al centro commerciale ieri con Maddy.

Da quando Cam è stato arrestato, tre giorni fa, hanno tutti fatto qualcosa per farmi distrarre. Hayes il primo giorno è venuto qui e mi ha insegnato ad usare bene il computer -prima sapevo a stento mandare le e-mail-, Gina il secondo giorno è venuta a prendermi ed insieme siamo andate ad un corso di cucina e ieri io e Maddy siamo andate al centro commerciale, a prendere dei vestiti per donne incinte per me.

Ne avevo assolutamente bisogno.

«Stai bene?» Mi chiede Maddy stesa sul suo letto, mentre mi osserva con un sopracciglio inarcato e la gomma da masticare a bolla, pronta a scoppiarle in viso.

Annuisco, anche se non è vero. La scena di quando Cam è stato arrestato si ripete nella mia mente, di continuo e senza mai fermarsi.

Vorrei andarlo a trovare, ma non ne ho il coraggio. So che è colpa mia. Se non avessi insistito così tanto per dirgli del bambino non avrebbe mai sentito l'esigenza di passare più tempo con me e se non l'avessi lasciato non avrei mai conosciuto Justin.

Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo.
"Calmati Jo." Mi ripeto nella testa.

Il poliziotto guarda Cameron, sorpreso quanto me delle parole che la forza dell'ordine ha appena pronunciato.

Arrestato...?

Cameron si mette davanti a me, per proteggermi, immagino. «Senta, signore, lei è incinta ed è stato solo-»

«Ragazzino.» Il poliziotto non si fa intenerire e guarda me con un sopracciglio inarcato. La mano di Cam è sulla mia pancia e -se non fosse per la circostanza- mi sentirei arrossire. «Sei sotto arresto, più ti opponi e peggio è.»

Cam si gira a guardarmi. La mia testa ha mille pensieri per la testa, provo centinaia di sensazioni ed emozioni diverse ma la più forte è la preoccupazione. La prigione... e se gli succede qualcosa lì?

Cameron si fa avanti e alza le mani, come per dirgli di fare pure.

Io mi accorgo di piangere solo perché mi scappa un singhiozzo. Sono cosciente di essere debole, ma la situazione in cui mi trovo non aiuta.

«Chiama Hayes.» Dice Cameron mentre il poliziotto lo conduce verso la macchina delle autorità. «E fatti venire a prendere.»

Solo in questo momento mi decido a parlare. Non dico niente a Cameron, parlo verso il poliziotto. «Aspetti!» Gli urlo correndo verso di loro. «Lasci che vada con lui.»

Cameron intanto si siede ed il poliziotto chiude lo sportello. «Non posso signorina.»

La mia voce si inclina. Non voglio che succeda nulla a Cameron. «E vuole lasciare una ragazza qui, per di più incinta, nel bel mezzo del casino dello stadio?»

Il poliziotto annuisce e sale in macchina, io rimango di fianco alla macchina, sconvolta.
Cam prova a battere i pugni sul vetro per dirmi qualcosa, ma non riesco a capire.

La macchina sfreccia via un paio di secondi dopo e con essa anche Cameron.

Non ho più notizie da quel momento. Ho avuto paura di chiedere ad Hayes o Gina o addirittura Maddy.

È un comportamento codardo, ma non posso farne a meno.

Mi siedo sul bordo del mio letto, le gambe a penzoloni. Chissà cosa starà facendo in questo momento. Se starà fantasticando sul nostro bambino come sto facendo io da oramai cinque mesi.

Ti odio Cameron Dallas 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora