Ti odio Cameron Dallas 2

Capitolo 26

Jocelyn's pov

Quando Cameron se ne va, mi stendo sul letto. Sono quasi le undici di sera e sono esausta.

Le parole di Sierra non vogliono uscire dalla mia testa, e appena cerco di addormentarmi, non ci riesco, perché mi viene in mente la sua espressione accusatoria.

Maddy mi ha detto che non torna al college oggi, perché dorme da Taylor. Le cose tra loro si sono fatte serie e stanno benissimo insieme e non potrei esserne più felice.

Dopo ore passate a girarmi e rigirarmi nel letto, mi alzo e prendo il computer per vedere qualche film su Netflix. Quando soffro di insonnia faccio questo e funziona sempre.

Cerco su google l'app di Netflix, ma qualcosa attira la mia attenzione. C'è un sito aperto su alcuni appartamenti.

Cameron.

Il mio primo pensiero è di chiudere quel maledetto sito e andare a vedere qualche puntata di Teen Wolf, ma poi la curiosità aumenta e mi ritrovo a guardare tutti gli appartamenti.

Alcuni sono troppo piccoli, o troppo grandi, per tre persone. Ma perché penso per tre, se non voglio andare a vivere con lui? Non stiamo neanche più insieme.

Eppure... non riesco a levarmi dalla testa l'immagine di Cam che torna dal lavoro, io che preparo la cena e un piccolo bambino che gattona in cucina.

Scuoto la testa per scacciare il pensiero, ma non se ne va. Ha sostituito le parole di Sierra e questo è mille volte meglio.
Magari il bambino avrà gli occhi color nocciola di Cameron, i miei capelli castani ed il naso all'insù. Sarà magro e avrà una vocina adorabile.

O magari piangerà ogni dieci secondi per la minima cosa. Dovrò chiedere a mia madre qualche trucco per non farlo piangere troppo.
Continuo a guardare le case.

Me ne innamoro di alcune, e quasi sono tentata di chiamare Cameron. Ce ne è una particolarmente bella.

È a due piani, in un condominio. Il salotto è enorme, provvisto anche di camino, ed ha l'angolo cucina. Ci sono tre camere da letto e due bagni, un balcone e sul piano superiore un terrazzo con un idromassaggio. È senza dubbi la casa dei miei sogni.

Senza rendermene conto, il telefono sta già chiamando Cameron. Spero solo che non stia riuscendo a dormire, così mi sentirei meno in colpa a chiamarlo alle tre di notte.

«Jo?» Risponde al sesto squillo. «Va tutto bene? Il bambino? È successo qualcosa?»

Mi trattengo dal ridere. Cameron versione "papà-protettivo" è sul serio esilarante. «Sto bene, Cam, tranquillo. Ti ho svegliato?»

«No.» Sussurra, poi gli scappa uno sbadiglio, così sospira e dice: «Okay sì, stavo dormendo come un sasso. Non dormivo così bene da circa tre giorni.»

Mi viene in mente Cameron in prigione, una tuta arancione, costretto a dormire chissà dove. Rabbrividisco al solo pensiero.

«Scusa.» Affermo leggermente imbarazzata, ma dopo qualche secondo mi riprendo: infondo è solo Cameron, il ragazzo che mi conosce meglio di chiunque altro. «Non volevo svegliarti.»

«Tranquilla.» Mi rassicura, ma il senso di colpa rimane ancora per un po'. «C'è un motivo particolare per cui mi hai chiamato?»

Sospiro. Devo solo dirgli alcune cose, tipo che voglio vivere con lui dopo la nascita del bambino. Cazzate, no?

«Uhm... più o meno.»

«Jo.» Lo sento sospirare, ma dal tono che usa so che sta sorridendo. «Non costringermi a venire lì e farti il solletico finché non me lo dici.»