Capitolo 13

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Quando mi sveglio la mattina Cam non c'è, proprio come aveva detto.

I primi secondi penso che ho sognato tutto, ma quando mi giro e vedo il cuscino vicino al mio sgualcito e che sono coperta solo dalla trapunta, capisco che è stato tutto reale.

Non volevo che finisse così presto. Nell'aria alleggia ancora l'odore di Cam.

Mi porto una mano sul volto, scoprendo che sulla guancia sinistra sta scendendo una lacrima.

Ero convinta, anzi, più che convinta, di averlo dimenticato. Allora com'è possibile che appena l'ho visto non sono riuscita a trattenermi?
E com'è possibile che lo voglia così tanto, nonostante non mi ci fidi più?

Mentre ripenso a tutti gli avvenimenti di ieri sera, mi sento arrossire. C'è stato qualcosa di diverso ieri sera.

Siamo ritornati -anche se per poche ore- un noi. Il noi più importante della mia vita.

Accendo subito il telefono, per vedere se mi ha mandato un messaggio. Ma sono una stupida per sperarci, dopo che ieri gli ho detto chiaramente che non volevo avere più niente a che fare con lui.

Gli unici messaggi che ho sono di Justin.

Justin... subito mi assale il senso di colpa. Gli mando un messaggio veloce dove gli chiedo di vederci al nostro solo bar, poi vado a farmi un doccia.

Mi metto dei jeans ed una canottiera bianca con un cardigan sopra.
Sono indecisa se mettere la collana che mi aveva regalato Cam per il mio ventesimo compleanno.

Scuoto la testa. È finita, non devo lasciarmi abbattere così.

Mi scappa una risatina: sembro bipolare.
Decido di non mettermela.

Esco velocemente dalla stanza e lascio un messaggio a Madeline, spiegandole che più tardi le racconterò tutto e che tornerò tra un'ora o due.

Appena vedo Justin il mio cuore perde un battito. Come faccio a dirgli che, in poche parole, ho fatto come Hayley?

So che non era ancora nulla di serio e potrei cercare di far funzionare le cose lo stesso; ma non mi sento più pulita. E, adesso, so che non sono pronta per una nuova relazione.

«Hey...» sussurro a disagio. Justin ha due borse sotto gli occhi, è chiaro che non ha dormito.

Dimentico per un attimo quello che ho fatto. «Jus... va tutto bene?»

Alza gli occhi su di me. Sono freddi, vuoti e privi di sentimento. Sembra così diverso dal ragazzo che conosco.
«Va tutto benissimo... com'è andata la tua serata con Cameron?»

Mi irrigidisco sul posto. Non posso credere che lui lo sa.

«Tu... io...come-» balbetto. Ho la gola secca e non credo di riuscire a parlare.

«Vuoi sapere come lo so?» È evidente che è incavolato nero. «Ero venuto per farti una sorpresa quando ho visto Cameron entrare nella tua stanza. Ti sei divertita, uhm?»

Chiudo gli occhi per non fargli vedere le lacrime. Odio essere considerata debole e odio piangere davanti a tutti. «Justin io-»

Mi interrompe di nuovo. «Guardami, Jocelyn.» Non lo faccio. «Jocelyn.» Ripete, ma li tengo ancora chiusi. Solo quando sbatte una mano sul tavolo, facendolo tremare, mi decido di aprigli.

Ha le pupille dilatate e, se fosse possibile, sono sicura che gli uscirebbe il fumo dalle orecchie.
«Fai quello che ti dico, chiaro?» Risponde brusco.

Vorrei dirgli di no, ma la paura che lui sia come Liam mi fa decidere di tenere la bocca chiusa.

«Bene.» Sussurra piano. «Ora ti alzi, fai finta che sei innamorata di me e ce ne andiamo, okay? Dimenticherai Dallas in un baleno.»

La sua voce mi fa paura. Justin è malato. È un malato di mente.

Mentre Justin si alza, mando un messaggio di aiuto a Cameron. Gli scrivo semplicemente "aiuto" e gli mando la mia posizione.

Justin mi strattona per il braccio quando vede che non mi alzo e spengo il telefono per non fargli vedere che sto chiamando per aiuto.

Justin mi conduce fino all'uscita del bar con una mano poggiata dietro la schiena e mi porta nel retro del locale.

«Perché lui e non io, Jocelyn?» Ringhia avvicinandosi minacciosamente a me.

Faccio dei passi indietro, toccando la parete fredda. Alcune lacrime di paura scendono sulle mie guance.

«Mi dispiace, Jus.» Riesco a dire in un sussurro.

«Ti dispiace?» Quasi urla. Mi sembra una reazione esagerata, ma sono troppo spaventata per dirlo. «Sei una cazzo di stronza! Hai finto tutto il tempo che eri interessata a me e, appena è tornato Dallas, ci sei finita a letto insieme!»

Sto per ribattere, quando il suo pugno mi colpisce lo zigomo.
E questa volta non c'è Nash a salvarmi. E Justin non è Liam, questo fa molto più male di uno schiaffo.

Mi tira i capelli all'insù ed urlo di dolore. «Justin, per favore, lasciami!»

Ma non mi ascolta e mi dà una ginocchiata nello stomaco. Mi accascio a terra, piangendo e pregandolo di smettere, ma non si ferma e mi dà un altro calcio.
Si allontana di qualche passo e, sospiro di sollievo, perché penso che se ne sta andando, ma in realtà prende un mattone che non so cosa ci faccia lì e si avvicina con quello.

Vorrei correre via da questo pazzo, ma le mie gambe sono incollate a terra, immobilizzate dalla paura.
Inizio a gridare quando Justin è a pochi passi da me.

Chiudo gli occhi aspettando il colpo.
Morirò morirò morirò. È l'unica parola che si ripete nella mia mente.

Inizio a pregare che sia veloce ed indolore. La faccia mi fa malissimo, per non parlare della pancia.

Aspetto alcuni secondi e, quando sento un colpo forte, apro di nuovo gli occhi.
Ci metto qualche secondo a mettere bene a fuoco.

Cameron è sopra Justin e gli sta dando numerosi pugni sul viso.
Mi metto a piangere di gioia.

Sono ancora spaventata che Justin colpisca Cam, ma quando lui si alza e viene da me, vedo che è svenuto.

«Piccola.» Sussurra piano, mentre mi abbraccia ed io inizio a piangere sulla sua spalla.

Mi stringo forte a lui e mi aggrappo alla sua maglietta, perché ho paura di cadere, anche se sono seduta.

Il cuore mi martella nel petto e non posso levarmi dalla testa l'immagine di Justin con quell'affare in mano, pronto ad usarlo contro di me.

«Cam... Ho paura.» Riesco a dire tra un singhiozzo ed un altro.

Lui mi stringe più forte e dopo un po' capisco che mi ha preso in braccio e che ci stiamo dirigendo nella sua macchina.
«Tranquilla, ci sono io adesso.» Sussurra posandomi sul sedile e allacciandomi la cintura. Non ho smesso di piangere, ma mi sento meglio quando l'odore di limone mi avvolge.

Va a mettersi al posto del guidatore e mi prende la mano. Mi bacia le nocche e mi annuncia che andiamo all'ospedale, per controllare se sto bene.

Mentre andiamo -dato che ci vuole una mezz'oretta- riesco a calmarmi un po'.

Cam mi dice che ha giá chiamato la polizia e che molto probabilmente lo arresteranno.
Non mi lascia mai la mano.

Se avete gradito questo capitolo, vi chiedo gentilmente di lasciare un voto.
Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

Ti odio Cameron Dallas 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora