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Fritz, Taehyung e Jungkook partirono il giorno stesso.

Tornarono alla catapecchia solo per riempirsi di viveri e informare gli altri, poi caricarono i cavalli e partirono. Taehyung con loro aveva viaggiato solo due volte, una per andare alla mansione di Lord Jacq e una per venirci via, ma lo percepiva che le cose erano diverse.

Innanzi tutto, i due si misero a parlare da subito. Lasciarono Taehyung come terza ruota del carro, ma Fritz e Jungkook stettero coi cavalli affiancati per tutto il tempo che il tragitto lo permise. Avevano parecchie cose da organizzare considerato com’erano partiti in fretta.

“Prima tappa: Gomer Gibson. Se teniamo i cavalli al galoppo e non facciamo più di due pause dovremmo raggiungerlo in due, tre ore.”

“Che facciamo, lo attacchiamo subito?”

“No, cerchiamo prima di capire chi è e che cosa fa. Il vecchio non ci ha dato limiti di tempo, possiamo prendercela con comoda anche se sono tre persone.”

“Va bene.”

E i due continuarono così, piani su piani. Ogni tanto stavano in silenzio, ma ogni volta che c’era da capire da che parte svoltare riattaccavano. Jungkook tirava fuori la cartina, paragonava le strade.

Come aveva detto Fritz, non ci volle molto per arrivare a destinazione.

Sarà che cavalcare col sole metteva Taehyung di buon umore, ma il tempo era volato via. In men che non si dica si ritrovarono proprio nel punto che il panettiere aveva segnato con una croce.

Il luogo non era definibile come un paese. Neanche come un paesello. Era una fila di case disposte lungo entrambi i lati di una stradina, ma finiva tutto lì. Sembrava più un punto di rifugio per tutti i viandanti di passaggio per quei boschi.

Jungkook e Fritz si annuirono a vicenda, soddisfatti. Trovare il loro uomo in quei quattro bugigattoli sarebbe stato uno scherzo da ragazzi.

Anzi, era fin troppo facile. Dovettero inoltrarsi solo un pochino, la videro subito l’insegna Da Gibson su uno dei negozi.

Come si erano detti a cavallo, prima di agire era meglio indagare. Non dovevano prenderla sottogamba solo perché era una bella giornata di primavera e le persone che incrociavano sporadicamente li salutavano con un cenno del capo.

I tre fecero avanti e indietro per la stradina un paio di volte, poi si piazzarono coi cavalli a fissare il negozio dall’altra parte della strada. Era da spudorati, ma loro dovevano pur iniziare da qualche parte.

Il negozio era aperto. L’insegna non diceva niente riguardo a cosa vendesse, ma dalla roba esposta fuori era chiaro: davanti all’entrata c’erano intere cataste di mobili, carretti usati, ferri vecchi, candelabri. Dall’atmosfera trasandata pareva che fosse stato tutto buttato lì alla rinfusa, ma c’erano prezzi scritti ovunque.

Dopo qualche minuto di osservazione, Fritz si decise.

“Scendi da cavallo, pidocchio.”

“Che?”

“Va a dare un’occhiata da vicino.”

“Da solo?”

Fritz fece una faccia brutta. “Vuoi che ci prendiamo per la manina?”

Per un attimo Taehyung non disse niente. Non aveva idea di come fare il loro lavoro, non sapeva con che occhi guardare cosa. Come poteva fidarsi del suo giudizio? E se poi lo scoprivano?

Taehyung lanciò un’occhiata a Jungkook. Sembrava tranquillissimo, per cui forse doveva esserlo anche lui.

Jungkook era stato il primo, dopotutto, a vietare a Fritz di far fare cose strane a Taehyung. Se lui era d’accordo con l’idea di mandarlo in avanscoperta voleva dire che sarebbe andato tutto bene.

THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora