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Anche i pazienti dell’ospedale iniziarono a voler bene a Fritz. Anzi, iniziarono a trovare divertenti le sue avventure con Atsuko.
Proprio come quel giorno.
Fritz e Atsuko si trovavano in giardino. Era una splendida giornata e loro la stavano passando a tirare freccette. Un gioco piuttosto ordinario, ma non quando i partecipanti erano un ex-sicario e una fattucchiera sotto copertura.
Li guardavano tutti a bocca aperta: lui mandava a segno ogni lancio, lei deviava il percorso dei propri con i poteri. Si stavano divertendo da matti quando Atsuko si sentì chiamare.
“Oh, vedo che è in forma! Si è ripresa dall’ultima volta che l’ho vista!”
Atsuko interruppe il tiro a mezz’aria.
Taehyung era venuto a controllare a cos’era dovuta la calca di pazienti. Se ne stava di lato con le mani sui fianchi e un gran sorriso sul volto, divertito.
Atsuko lo pregò di andar via. Lo fece solo con il pensiero, ci mise tutti i poteri psichici che aveva, ma era troppo tardi. Come lei aveva riconosciuto la sua voce senza guardare, lo aveva fatto anche qualcun altro.
A Fritz era caduta una freccetta di mano.
Gli ci volle qualche secondo per formulare una parola.
“Pidocchio?”
Taehyung corrucciò le sopracciglia al soprannome. Si aggiustò la divisa da infermiere e si grattò la testa, come per controllare di essere a posto.
“Dice a me?”
Fritz non gli rispose. Si voltò di scatto verso Atsuko.
“Che storia è questa?”
Ecco, il tanto temuto momento era arrivato. Non valeva nemmeno la pena di mentire, per cui Atsuko si limitò a mostrarsi dispiaciuta.
"Taehyung si è… reincarnato?”
“Quante possibilità c’erano al mondo che- Aspetta.”
Fritz tornò a voltarsi verso Taehyung. Guardarlo gli faceva effetto, si vedeva. Parlò con il labbro inferiore che tremava.
“Infermiere.” disse. Quella parola era strana sulla sua lingua. “Conosce un certo Jungkook?”
“Jungkook? Il dottore del reparto chirurgia?”
Dal volto di Fritz sparì ogni espressione. Tornò a guardare Atsuko, ma questa volta non c’era ombra di astio nel suo sguardo. Solo una grande, immensa, ferocissima gioia.
Senza aggiungere altro, Fritz mollò tutte le sue freccette e scavalcò i pazienti che gli erano seduti attorno. Tutti urlarono temendo di venire calpestati, ma le sue gambe erano talmente lunghe che non li sfiorò neppure. Iniziò a correre come un dannato verso l’ospedale.
“Fritz!” chiamò Atsuko. “Fritz! Torna indietro!”
Non c’era niente da fare, il ragazzo era troppo veloce. Irruppe nell’ospedale.
“Jungkook!” chiamò. “Jungkook, dove sei?”
Un’infermiera balzò via dal bancone a cui era affidata e gli venne incontro con le mani alzate. Come una guardia forestiera che cerca di calmare un animale.
“Si calmi, signore.”
“Dov’è il reparto chirurgia?”
Fritz aveva praticamente ruggito. Lei puntò il dito verso una direzione senza aggiungere altro.
“Jungkook! Jung! Kook!”
Il rosso ignorò ascensori, scavalcò sedie a rotelle, si buttò fra porte in chiusura. Veniva guardato male da chiunque incrociasse nel suo percorso, ma non c’era verso di fermarlo. Seguendo le indicazioni sulle pareti (fortuna che qualche secolo prima si era deciso e aveva imparato a leggere), arrivò a destinazione.
Il reparto di chirurgia. Eccolo, eccolo.
Fritz svoltò nel corridoio di corsa. I suoi piedi continuarono a scivolare da quanto andava veloce, ma lui recuperò velocemente l’equilibrio.
Il ragazzo si fermò. Iniziò subito ad ansimare e le spalle gli si abbacchiarono.
Non c’era nessuno.
Se Jungkook era un chirurgo forse stava operando. Magari era impegnato in chissà quale operazione super complicata e non si sarebbe fatto vedere prima di un paio d’ore.
Fritz si asciugò il sudore sulla fronte. Non si dava per vinto. Si sarebbe seduto lì e avrebbe aspettato il tempo necessario, ma doveva provare a chiamarlo un’ultima volta.
“Jungkook!”
“Sì?”
Fritz si immobilizzò.
Gli ansimi gli si bloccarono in gola e lui restò bloccato sul posto con la pelle d’oca alle braccia. Ebbe il coraggio di voltarsi solo dopo qualche secondo.
Dall’altra parte del corridoio, il lato che stupidamente non aveva notato, c’era una combriccola di persone. Sembravano tutti colleghi, parlottavano fra di loro, e in mezzo a questi c’era Jungkook. Vestito da chirurgo. Con la mascherina appesa al collo. Con i ricci schiacciati dopo essere stati sotto la cuffia.
Continuava a squadrare Fritz. Si chiedeva chi avesse fatto entrare nel reparto qualcuno chiaramente non autorizzato.
“Chi mi cerca? C’è un’emergenza?”
Fritz annuì con il capo, incapace di parlare.
Un’emergenza.
Certo che c’era un’emergenza.
Era stato senza di lui per sette secoli.
Le sopracciglia di Jungkook schizzarono quando Fritz iniziò a corrergli incontro. La distanza non era poi molta e quel tipo sembrava un toro imbizzarrito, avrebbe potuto far del male a tutti loro. D’istinto si piazzò davanti ai colleghi e piantò i piedi a terra. Era pronto all’impatto.
Solo che l’impatto non arrivò.
Jungkook si aspettava di venir buttato a terra, di ricevere botte e parolacce. Succedeva, a volte, che qualche parente venisse a vendicarsi di un’operazione andata male e lui pensava che quello fosse il caso, ma non era così.
Venne abbracciato stretto.
Le braccia di quel ragazzo gli avvolsero la schiena come ferro. Lo premevano contro il petto dell’altro, lo stringevano fino a fargli male. Era una presa di marmo e lui non sapeva come reagire. Non aveva paura.  
“Chi sei?" Urlò una collega. "Lascia subito il dottore o chiamiamo la polizia! Lascialo!”
Fritz scosse la testa. Jungkook lo sentì chiaramente contro la propria spalla.
“Lascialo, ho detto! Non stiamo scherzando, chiamiamo la polizia!”
Il giorno dopo ci sarebbero stati dei lividi nei punti in cui quelle dita erano arpionate. Jungkook lo sapeva con certezza, eppure non si dimenava. Qualcosa gli diceva che non sarebbe riuscito a liberarsi neanche volendo. I suoi colleghi erano passati all’attacco, cercavano di strattonare via quei polsi, quelle mani, quel collo, ma era impossibile smuovere il ragazzo.
A parte Jungkook, nessuno aveva capito che stava piangendo a dirotto.

THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora