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“Torniamo al castello, Ridge! Fa freddo!”

Ridge alzò lo sguardo quando Bennet lo chiamò. Il sole nel cielo non era più così alto, ma se ne vedeva ancora una puntina.

“E’ presto!” urlò. “E’ presto.”

Ridge non avrebbe abbandonato Jungkook. Erano sei giorni che lo cercavano senza successo e lui non ne poteva più di tornare indietro a mani vuote. Come se le espressioni dei reali non fossero abbastanza dolorose, lui non sopportava quella sensazione di perdita. Gli schiacciava il petto ogni volta che si coricava a letto. Avrebbe preferito di gran lunga cercare senza sosta. Star via una settimana, dieci giorni, un mese intero, ma tornare soltanto quando lo avrebbero trovato.

Che poi Ridge ci avrebbe scommesso il cavallo che Jungkook non sarebbe tornato a Chestnut. Di sicuro in quel momento era al calduccio, riparato in una qualche locanda dove nessuno lo conosceva. Si mangiava una bella bistecca, beveva vino, ma soprattutto rideva alla faccia loro. Se lo avessero trovato avrebbe detto di portare i suoi saluti al re e basta. Non potevano costringerlo a seguirli.

Già, Jungkook sarebbe stato un grandissimo stronzo nel caso, ma Ridge era già pronto a perdonarlo. Tutto pur di sapere che stava bene.

“Ridge!” chiamò di nuovo Bennet. “Freddo!”

Ridge sospirò.

Per quanto si sentisse battagliero, non voleva far forzare gli altri.

“E va bene. Faccio il giro di questo bosco e torno. Voi potete precedermi.”

I ragazzi in missione con lui fecero per aprir bocca. Non sembravano entusiasti all’idea di separarsi dal loro insegnante, ma c’erano altri adulti con loro. Troppo infreddolito per esitare ancora, Bennet chiamò a rapporto tutti e li guidò sulla via del ritorno. Ridge rimase a guardarli andare via, poi spronò il cavallo.

Anche quest’ultimo sembrava sfinito. Trottava con la lingua a penzoloni, come se si fossero trovati in piena estate anziché in pieno autunno. Doveva dargli da bere.

A Ridge pareva di sentire un ruscello in lontananza. L’acqua sarebbe stata gelida e probabilmente non delle più pulite, ma il cavallo se la sarebbe fatta andare bene. Se la sarebbe fatta andare bene anche lui.

Rassicurato dal rumore degli zoccoli, Ridge fece addentrare l’animale nel bosco. Il ruscello era sempre più vicino, ma quando ne intravide i bagliori fra gli alberi ne fu sicuro. L’acqua era argentea sotto la luna.

“Siamo arrivati, bello.”

I due superarono gli ultimi alberi e Ridge scese dall’animale con un movimento agile. Si arrotolò le briglie attorno a un polso e si avvicinò al ruscello. Aveva già il viso nell’acqua quando lo vide.

C’era un corpo a terra a una ventina di metri da lui. Era rovesciato a faccia in giù tra i sassi e l’acqua era troppo bassa per bagnarlo davvero. La camicia da notte era asciutta sulla schiena.

Ridge gelò.

Quello non era Jungkook.

Quello non era Jungkook.

Quello non era Jungkook, ma lui si avvicinò comunque di un metro.

Il corpo apparteneva a un ragazzo. La pelle dei polpacci era troppo liscia, le braccia che sbucavano dalle maniche troppo toniche.

Quello non era Jungkook.

Quello non era Jungkook.

Quello non era Jungkook, ma Ridge percorse altri cinque metri.

Era riccio.

Jungkook!” urlò Ridge.

L’uomo si mise a correre a perdifiato. Rischiò di scivolare sulle pietre e si bruciò la gola ad ansimare con l’aria gelida che c’era, ma al momento non sentiva niente. Aveva gli occhi così aperti che gli sarebbero caduti se li avesse tenuti più spalancati di così. Era una visione grottesca.

“Jungkook!” tuonò ancora. “Jungkook!”

Il corpo non rispose. Ridge si gettò sulle ginocchia e lo girò sulla schiena senza tanta delicatezza.

Era blu. Aveva le labbra blu, le palpebre blu, il naso blu. Tutto quello che non era blu era di un bianco spaventoso e la camicia da notte non aiutava. Gli si era tutta appiccicata al petto, zuppa di acqua fredda.

Ridge andò ad appoggiarci un orecchio su quel petto. Pregò all’acqua di fare silenzio, perché con tutto quel rumore non riusciva a sentire il cuore.

L’uomo dovette richiamare a sé tutta la calma dell’universo per non andare nel panico. Si sollevò, prese un bel respiro e tornò a chinarsi.

Il cuore batteva.

Il cuore batteva.

Il cuore batteva e quello era Jungkook.

THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora