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L’intero castello di Chestnut si svegliò quando gli uomini della catapecchia si misero a bussare ai portoni. Le guardie avevano provato a fermarli, ma erano così aggressivi che era impossibile. Chiedevano di vedere Taehyung, l’ex-sovrano.

“Taehyung!” sbraitava Fritz. Tae-Hyung!” 

“Fritz?”

Fritz quasi si mise a piangere quando il biondo comparve dietro uno spioncino. Ne vedeva solo gli occhi, ma lo riconobbe subito.

"Jungkook è qui? Dimmi che è qui.”

Lo spioncino venne chiuso, i portoni spalancati immediatamente. Qualsiasi traccia di sonno potesse esserci stata sul viso di Taehyung era scivolata giù in un baleno, insieme all’astio per Fritz.

“Cosa vuol dire? Siete andati via da Ophidia insieme.”

Fritz non sapeva se fosse l’aria fredda del mattino, il cielo che si doveva rischiare o la luna ancora presente, ma non aveva mai visto il pidocchio così.La vestaglia che indossava sopra la camicia da notte urlava ricchezza e lui… era di una regalità assurda. Non aveva mai davvero realizzato di essersi portato dietro un re per settimane e settimane. Un re nella catapecchia.

Per un attimo l’invidia solletico le sue corde, ma poi il rosso mise tutto da parte. Non c’era tempo per le cavolate.

“Jungkook è scappato dalla catapecchia.” disse, ansimante. “Stava male, Taehyung, aveva la febbre. Dobbiamo ritrovarlo al più presto.”

Taehyung abbassò il capo. Le guardie che aveva attorno erano pronte a saltare addosso a Fritz a qualsiasi suo cenno, ma il ragazzo si limitò a stringersi nella vestaglia. Gettò le mani in tasca.

“Tornerà alla catapecchia. Si sarà solo preso una vacanza.”

“Non tornerà da me!” si scaldò Fritz. “Anche se lo trovassi, lui… Non tornerà da me. Mi ha lasciato.”

Gli occhi di Taehyung scattarono verso l’alto.

Fritz non avrebbe avuto motivo di mentire su una cosa del genere, vero? Vero? Qualcosa negli occhi del rosso gli disse di no. Erano attraversati da una vena di sofferenza, abbattuti come non erano mai stati. Non stavano più insieme.

“Partiamo seduta stante.” disse Taehyung. “Faccio tirar fuori i cavalli, se ci dividiamo possiamo coprire una zona di terra abbastanza vasta da-”

“Voi due non andate proprio da nessuna parte.Abbiamo dei soldati che si esercitano apposta per andare in missione, smettetela di rubargli il lavoro.”

I due si voltarono, sorpresi dall’intrusione. Charlotte e il suo pancione erano comparsi sulla porta e il viso di lei era severissimo. Aveva sentito tutto.

“Tu, Taehyung, torni al castello e ti fai anche scortare dalle guardie. E tu...”
Charlotte si voltò verso Fritz. Non gli arrivava nemmeno al petto da quanto era alto, ma lui era un macello di emozioni e lei non era mai stata più tosta di così.

“E tu mi restituisci quello che è mio.”

“No.” disse subito Fritz. Andò a stringere la lama rossa da sopra la cintura, ma sembrava un bambino capriccioso. Charlotte alzò un palmo della mano verso di lui, da vera mamma.

“Restituisci la collana o tu e i tuoi uomini verrete sbattuti in galera a vita. Guarda un po’ su.”
Fritz ci guardò. Le mure del castello erano bardate di soldati e questi puntavano tutti le loro armi a lui.Sorrise solo per abitudine.

“Ho così tanti petali che potrei ricevere cento pugnalate e non morirei, sorellina.”

“Tu no, ma i tuoi uomini sì.”

Fritz deglutì. Passò in rassegna i volti di Jean, Benjamin e tutti gli altri. Lo guardavano con occhi grandi, ma non dicevano assolutamente nulla.Erano dipendenti dal loro capo.

Fritz porse la lama rossa a Charlotte.

“Bravo ragazzo.” disse lei. Prese l’arma e se la intascò fra le pieghe della gonna, già pensando a come sbarazzarsene.

Per un attimo ci fu silenzio. Fritz e i suoi uomini continuavano a starsene in piedi davanti ai portoni,ma davano l’impressione di non sapere più cosa fare. Charlotte avrebbe tanto voluto tornarsene a dormire.

“Possiamo aiutare con le ricerche?” chiese Fritz. “Giuro che Jungkook sarà libero di scegliere dove andare. Lo porterò personalmente fino al vostro castello se vorrà.”

Charlotte iniziò a scuotere la testa a metà della sua frase.

“Sarò sincera con voi,” disse. “Oggi siamo uniti dalla preoccupazione per Jungkook, ma se vi fate vedere nei paraggi da qualcuno di meno comprensivo verrete arrestati. Dovreste tornare a casa.”

Ben e Jean andarono a mettere una mano sulla spalla di Fritz. Il viso di lui era di pietra, emaciato sotto la luce della luna, ma non avrebbe protestato. Annuì con il capo, poi fece voltare i suoi uomini.

“Precedetemi. E date da bere ai cavalli.”

Il gruppo obbedì. Fritz tornò a voltarsi verso Taehyung e Charlotte.

“Mi mandate una lettera quando trovate Jungkook?”
“Non sai leggere.” disse subito Taehyung. Fritz fece una smorfia.

“E allora mandate un foglio bianco. Se ci scrivete qualcosa lo interpreterò come un invito a venire a palazzo.”

Taehyung acconsentì. Sostenne lo sguardo di Fritz per un lungo momento, poi questo si voltò. Iniziò a camminare nella stessa direzione dei suoi uomini.

Fritz si bloccò a metà strada. Aveva serrato i pugni e si era immobilizzato, ma un soffio d’aria gli scompigliò i capelli di fuoco.

Si voltò verso Taehyung. Le lacrime gli scorrevano giù per le cicatrici.  

“Ha sempre amato te, pidocchio.” urlò. “Mi ha voluto bene e il suo affetto era sincero, ma ha sempre amato solo te. Il suo principe.”

Era l’ultima volta che quei due si vedevano.Taehyung lo realizzò quando Fritz gli fece un sardonico saluto militare. Sparì nella notte.

Il biondo tirò un sospiro immenso. Aspettò fino a quando le porte non vennero richiuse, poi si accasciò contro la spalla della sorella. Lei gli accarezzò un braccio.

“Sono proprio stupita, Taehyung. Stai mantenendo il sangue freddo, proprio come un reale.”

“Sangue freddo?”

Il ragazzo tirò fuori le mani dalle tasche. Gli stavano tremando da matti.

“Troviamo Jungkook e facciamolo subito.”

THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora