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Le ricerche partirono immediatamente.

Taehyung scalpitò durante tutto il tempo che i soldati persero ad armarsi, ma quando oltrepassarono le mura non fu tanto meglio. Il castello diventò improvvisamente silenzioso e i suoi pensieri rimbombavano ovunque.

Da parte loro, i soldati avrebbero fatto del loro meglio. Alcuni di loro non sapevano nemmeno chi fosse Jungkook, ma la maggior parte erano vecchi amici. C’erano Ridge, Bennet e tutti i Dodici che non erano ancora andati in pensione.

Erano super motivati. Avrebbero impiegato ogni briciola di energia che avevano per quella missione, ma presto la realtà gli appesantì le spalle. Era difficile. Molto difficile. Jungkook poteva essere ovunque. Non aveva conoscenti a cui appoggiarsi, che loro sapessero, o posti a cui puntava da tempo, per cui non c’era niente a restringere il campo. Era come aver perso un topolino in campagna.

Lo cercarono per un giorno intero, ma alla sera dovettero far ritorno. Nessuno di loro si era portato il necessario per star fuori la notte, per cui tornarono, fecero rapporto e andarono a riposare nei propri dormitori, poi la mattina successiva ripartirono.

Andarono avanti così per due giorni.

Tre giorni.

Quattro giorni.

Taehyung era sempre più nervoso e Charlotte doveva appostarsi davanti alla sua camera per esser sicura che non prendesse iniziative.

Il momento peggiore era senz’altro quello in cui i soldati dovevano fare rapporto. Erano sempre silenziosi quando varcavano le mura e a Taehyung non serviva altro per capire che Jungkook non era con loro. Ogni volta era una batosta, ma da una parte si sentiva sollevato. Se non era con loro, significava che Jungkook era in movimento. Se era in movimento, significava che non era morto.

Fritz aveva detto che aveva la febbre. Era una cosa a cui Taehyung non riusciva a smettere di pensare.

THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora