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Atsuko fece presto a stufarsi. Era passata una settimana da quando il rosso la perseguitava e la cosa doveva finire. 
Lei non era una nonnina qualunque. Era al mondo da sette secoli, aveva visto di tutto e di più, non ci pensava proprio a farsi mettere i piedi in testa da uno sbarbatello. Così decise di affrontarlo. 
Lo aspettava al centro di uno dei corridoi principali. Non era stato facile scegliere il posto, soprattutto perché l’ospedale aveva una ventina di piani, ma lì lo scontro sarebbe avvenuto in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti. Era il posto migliore. Se ne convinse quando lo vide arrivare con lo skateboard. 
Atsuko si piazzò in mezzo al corridoio. Aprì gambe e braccia come un vigile e se ne stette lì con la faccia più cattiva che gli veniva al momento. Temette fino alla fine di venire investita, ma non fu così. 
Il rosso le si parò davanti. Aveva dovuto svirgolare con lo skateboard e lo aveva bloccato mettendo un piede giù. Era già divertito, considerando l’espressione.
“Sei in mezzo alla strada.” le disse.
“Sei in mezzo alle palle.” ribatté Atsuko. 
Ooooooh, avrebbero fatto gli spettatori di una sitcom. Non c’erano, per cui ci pensarono i pazienti ai lati del corridoio a farlo. Il ragazzo si voltò a guardarli e loro si zittirono tutti. 
“Che ti sei messa in testa di fare, vecchietta?”
“Io? Niente. Dimmi tu, piuttosto. Chi diamine sei, cosa vuoi?”
E come diamine fai a sapere che ero la fattucchiera di Chestnut?
Atsuko non lo disse, ma era implicito. 
Il ragazzo alzò le spalle. 
Fece per andarsene, un’altra volta, ma Atsuko non glielo lasciò fare. Gli prese lo skateboard da sotto le gambe e ci si mise seduta sopra, come una bambina capricciosa. 
Lui rise. 
Rise e cominciò a spogliarsi. 
“FRENAFRENAFRENA, COSA PENSI DI STAR FACENDO?”
Il ragazzo si levò i pantaloni. Aveva un paio di boxer neri, ma Atsuko sentì mormorare quel particolare da un’infermiera lì vicino. Lei si era coperta gli occhi all’istante. 
“TI ABBIAMO DETTO DI FERMARTI! DOBBIAMO CHIAMARE LA POLIZIA?”
Anche la felpa volò via. 
Il ragazzo infine si spogliò della maglietta e la gettò in testa ad Atsuko.
“Guardami, Atsuko. Cosa vedi?” 
Tutti erano piombati nel silenzio più totale. Aspettavano anche loro un responso da parte di Atsuko, pronti a chiamare la polizia da mille telefoni diversi. 
Ancora seduta sullo skateboard, la donna diede una sbirciata fra le dita. 
Il ragazzo era alto, altissimo ed era figo, fighissimo, ma non fu questo a lasciarla sgomenta. Era il suo braccio destro. La caviglia sinistra. Un punto sul fianco. 
Quel tizio era ricoperto di crisantemi. Erano tutti rossi a parte uno, quello originario, situato all’interno del braccio. 
Ad Atsuko venne da piangere.  
Vedeva qualcosa di diverso in quel ragazzo, adesso. Aveva gli occhi di chi ne aveva viste di cotte e di crude, come lei. Gli occhi di chi era vivo da un po’ troppo tempo.
Lui stette immobile per tutto il tempo che lei ci mise a trarre le sue conclusioni. Il respiro gli si faceva più pesante man mano che i secondi passavano. 
"Non avrai sentito parlare di me, ma io ho sentito parlare di te, Atsuko. Mi chiamo Fritz.”
“Dobbiamo parlare. In privato.”
“Lo so.” 
I due si annuirono a vicenda. Il resto delle persone guardarono da uno all’altro senza capire.



Spazio autrice Zan Zan:

Nel caso non si fosse capito, la storia non finirà il 16 agosto, come detto in precedenza. Finirà il 6 settembre.
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THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora