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Il piazzale davanti alla chiesa era desolato quando Taehyung e Jungkook lo raggiunsero.

I due legarono i cavalli alla prima staccionata disponibile, gli diedero da bere e li salutarono con qualche pacca sul fianco. Dissero loro che sarebbero tornati presto e Taehyung se lo augurava davvero.

Lui e Jungkook non andarono direttamente in chiesa. Fecero il giro dell’edificio e ne raggiunsero il retro, dove sapevano esserci la canonica, il luogo in cui abitavano i preti. Da fuori pareva un’abitazione normalissima, solo più isolata e curata delle altre. Aveva davanti un bel orticello e sulla porta c’era stato inciso il simbolo della croce.

Taehyung e Jungkook rimasero appostati di fronte alla facciata per un po’, ma tutte le finestre erano chiuse. Barthold Brown non doveva essere in casa.

“Quindi?” chiese Taehyung. “Torniamo più tardi?”

“No. Lo aspettiamo in chiesa.”

E così fecero. Taehyung seguì Jungkook fin dentro la chiesa, sicuro che l’altro sapesse meglio di lui come agire. Il castano si fece il segno della croce non appena entrò. Se lo fece anche Taehyung, ma il modo in cui entrambi avevano fatti gli stessi gesti era totalmente differente: quella di Taehyung era abitudine, quella di Jungkook era devozione.

La luce del giorno stava scemando, ormai. Filtrava ancora dalle vetrate della chiesa, ma ormai il grosso del lavoro dovevano farlo le candele accese dai fedeli.

Taehyung propose di sbarrare le porte d’ingresso, ma Jungkook non volle. Disse che era più facile passare inosservati se ci si nascondeva e basta, piuttosto che far capire da subito a chi avesse provato ad entrare che qualcosa non andava.

I due ragazzi si misero a girare fra le panche. Non avevano davvero niente di preciso da fare nell’attesa, per cui potevano permettersi di perdere tempo. Si misero a camminare lungo le navate laterali, osservarono arazzi e statuaria. C’erano delle piccole cappelle dedicate ai santi e Jungkook si fermò a quella dedicata alla Madonna. C’era una sorta di altarino con più file di candele e lui prese una delle poche accese per passare il fuoco a tutte quelle spente. Aveva già lasciato in offerta un’intera moneta d’oro.

“Lasciane qualche candela per gli altri.” gli disse Taehyung nell’osservarlo. Jungkook ne aveva già accese almeno cinque, ma non si fermò alle sue parole.

“Ho più preghiere io che tutta la gente di questa città messa insieme.” disse lui “Ed io sono sempre in viaggio, loro hanno questa chiesa tutti i giorni. Per un giorno possono stare senza.” 

Quando si ritenne soddisfatto, Jungkook appoggiò al suo posto la candela che aveva usato per appiccare il fuoco. Si mise sulle ginocchia per un minuto, chiuse gli occhi e poi si rialzò. Taehyung lo guardò tornare a camminare da dietro le sue spalle.

“Mi chiedo come sia possibile.”

“Cosa?” chiese Jungkook.

“Tu. Questo tuo essere credente e fare contemporaneamente quello che fai.”

“Oh, intendi staccare teste in giro?”

Taehyung non disse niente, per cui Jungkook decise di divertirsi. Senza dare il minimo preavviso, sguainò la prima lama che trovò nella cintura e la fece sciabolare nell’aria. La testa di un putto scolpito nel legno saltò via e finì a terra. Rotolò ai piedi di Taehyung con quella faccia esageratamente gaia rivolta al soffitto. 

THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora