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“Davvero ve ne andate già?”

La signora Gibson guardava Taehyung, Fritz e Jungkook dal basso.

Era già mattina presto, ma il sole non brillava ancora abbastanza da mettere fretta ai tre ragazzi. Si trovavano a bordo di una carrozza in legno ed erano tutti impegnati a sistemarla prima di partire. Spostavano i loro averi dal ciglio della strada all’interno del veicolo, si assicuravano che le ruote non traballassero, legavano i cavalli sul davanti per farli trainare. Solo quello di Fritz era ancora libero. Scorrazzava allegramente da una parte all’altra.

Taehyung scese con un balzo dalla carrozza e si chiuse lo sportello dietro. Lui e Jungkook avrebbero viaggiato seduti sulla panca esterna, per cui poteva già chiudere.

La signora Gibson accorse subito da lui. Gli riempì le braccia di pane e formaggi e lui dovette riaprire lo sportello per sistemarli.

“Aspetta, prendi anche questa.”

La signora Gibson corse in casa e tornò con un intero cesto di frutta.

“Non c’è bisogno, Susanne. Non moriremo di fame.”

“Ma il viaggio è lungo, pieno d’intemperie. Potreste rimanere bloccati da qualche parte.”

Jungkook si sporse dalla carrozza. Era già salito per assicurarsi che le briglie dei cavalli fossero abbastanza lunghe.

“Grazie ancora per la carrozza, signora Gibson.”

“Oh, non c’è problema. La usava mio marito per consegnare la merce quando gli veniva richiesto, ma ora di sicuro prenderebbe la polvere. Tenetela quanto volete, l’importante è che poi torniate a restituirmela.”

Fritz passò alle spalle di Taehyung. Era appena rientrato in casa per rubare un po’ di carne secca e ne approfittò per sussurrare all’orecchio del biondo un: “Quando tu verrai a restituirla. Lo sai che il plurale è tutta una finta, no?”

Taehyung non ebbe il tempo di guardarlo storto. Fritz si mise proprio tra lui e la signora Gibson per farle il baciamano.

“Grazie mille per l’ospitalità, signora Gibson. C’è stata d’immenso aiuto, la terremo sempre nei nostri pensieri.”

La donna arrossì appena. Lanciò a Taehyung un’occhiata come di scuse, poi ridacchiò.

“Qui siamo pronti.” disse Jungkook.

“Perfetto. Allora partiamo.”

Fritz si rizzò in piedi. Fece per andare a prendere il proprio stallone, ma non senza aver dato una gomitata a Taehyung.

“Coraggio, pidocchio, saluta la tua bella come si deve.”

La signora Gibson divenne definitivamente rossa, ma Taehyung era ridotto peggio di lei. Cercava di essere impassibile, ma voleva solo piagnucolare come un bambino quando lei gli prese le mani e lo allontanò dalla carrozza. Lo prese in disparte, come a voler parlare in privato.

Gli occhi della signora Gibson erano intensi. Guardava Taehyung senza timore, triste e speranzosa per qualcosa che non poteva esistere.

“Tornerai da me, Taehyung?”

Il ragazzo per poco non si soffocò con la saliva.

Prima guardò in basso, poi guardò in alto, poi guardò a destra ma lì c’erano Fritz e Jungkook, per cui tornò a guardare in basso.

“Ehm.” fece. “Tempo permettendo. Per riportarvi la carrozza.”

La signora Gibson annuì, come se avesse capito. Posò una mano dietro la nuca di Taehyung e andò a stampargli un bacio sulla guancia. Era pericolosamente vicina alla sua bocca.

THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora