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Come la prima volta che era stato nella catapecchia, Taehyung si svegliò per un rumore. Non era un tamburello, ma qualcuno stava battendo qualcosa contro la sua porta.

Il ragazzo si alzò. Fece una fatica assurda considerato che era la prima notte dopo troppo tempo che dormiva da solo (e al caldo. E al morbido. E senza galline. E quel nido di colori che era la sua stanza gli piaceva sempre di più), ma, per soffrire meno la separazione dal suo letto, si portò dietro le coperte. Aprì la porta e per poco non si prese un martello in fronte.

Jean urlò quando lo vide. Si bloccò con un braccio per aria, l’arma alzata. Taehyung si era aggrovigliato tutte le braccia sopra la  testa, spaventato. 

“Jean?”

“Oh, Altezza, non volevo svegliarti. Pensavo di attaccare l’insegna mentre facevi colazione, ma non ti alzavi più.”

“L’insegna?”

Taehyung corrucciò le sopracciglia ancora cariche di sonno. Jean lo guidò fuori dalla stanza e chiuse la porta per mostrargliela.

È vero, c’era una piccola targa adesso. Era fissata con due chiodi ed era un rettangolino di legno.

“È una corona quella incisa sopra?”

“L’ho incisa io, Altezza. Ti piace?”

Taehyung era un po’ confuso da tutti quei passaggi dal linguaggio formale a non-formale, ma comunque annuì. “Significa che è ufficialmente camera mia?”

Jean si grattò un sopracciglio col martello. Annuì.

Taehyung sorrise. Era ancora stanco morto, quindi uscì una cosa strana, ma Jean riconobbe la smorfia.

“Jungkook e Fritz?”

“Sono in camera loro. Non sono ancora usciti da quando siete tornati.”

“Ah.”

Lo sguardo di Taehyung sviò quello di Jean, imbarazzato.

“No, Altezza, non è come pensate! Cioè, solitamente è esattamente come pensate, ma ora no! E’ da ore che li si sente parlare.”

“Posso andare da loro, quindi?”

“Sì, ma è meglio se ci vai con una scusa.”

Dopo che Taehyung ebbe mangiato qualcosa, Jean gli rifilò nelle mani un bricco di latte. Gli mise anche un paio di panini nelle maniche della vestaglia e gli disse di andare da Fritz così, con la colazione. Taehyung fece un po’ a fatica a farsi tutte le scale conciato a quel modo, ma alla fine arrivò alla porta che gli era stata descritta. C’era una piccola volpe sulla targa.

Bussò col piede. La porta gli venne aperta.

Fritz mise a fuoco il bricco di latte. “Oh, la colazione.”

Fritz mise a fuoco Taehyung. “Oh. Pidocchio.”

Il biondo non ebbe il tempo di dire molto. L’altro gli prese i viveri di mano e tornò a tuffarsi nella propria stanza, ma non gli sbatté la porta in faccia. Tirò fuori un bastoncino di liquerizia da un cassetto e andò a masticarselo davanti all’unica finestra presente, come a voler guardare lontano.

Taehyung si addentrò con lui, cauto e sull’attenti come un felino.

La camera di Fritz era completamente diversa da come se l’era immaginata. Pensava a qualcosa di più simile alla sua, tutta pareti grezze e coperte, magari con uno scaffale intero di pugnali in più, ma a quanto pare non aveva azzeccato niente.

La stanza era almeno cinque volte più grande della sua. Era come un piccolo appartamento, c’erano più spazi e uno doveva proprio camminare per arrivare da uno all’altro. Gli ricordava quelle che erano state le sue stanze da sovrano di Chestnut, ma questa sembrava l’avessero costruita gli scoiattoli, come per il resto della catapecchia. 

THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora