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“Dottore, vuole che entro con lei? L’aspetto qui fuori?”
“E’ solo un ragazzo, Denise.”
“L’età non conta quando si hanno una forza fisica e una cartella clinica come la sua. Potrebbe avere un raptus e farle del male in qualsiasi momento.”
“Denise. Entro da solo.”
L’infermiera alzò le mani, come a dire che ci aveva provato. Augurò buona fortuna e si allontanò lungo il corridoio, borbottando qualcosa.
Jungkook aveva chiesto di persona dove alloggiasse il ragazzo. Erano passate poco più di due ore dall’episodio dell’abbraccio e la sua testa era infestata di domande. Alla fine erano dovuti arrivare altri dottori a liberarlo. Non avevano voluto chiamare la polizia, ma solo perché questi avevano riconosciuto il rosso. Era un paziente. Viveva all’ospedale da qualche settimana. E ora Jungkook si trovava davanti alla sua porta.
Aveva finito di lavorare per quel giorno. Si era già tolto la divisa da chirurgo e aveva infilato i propri vestiti. Rimaneva comunque elegante, anche con jeans e maglione scuro.
Bussò.
“E’ permesso?”
Nessuna risposta. Jungkook abbassò la maniglia ed entrò comunque.
Il ragazzo stava dormendo. Jungkook sapeva che gli avevano dato qualcosa per tranquillizzarlo, ma ormai gli effetti dovevano star sbiadendo. Chiuse le tende rimaste aperte, accese una lucina, raccolse un po’ di cartacce. Solo quando fu tutto a posto si decise e si avvicinò al letto.
Beh, bello era bello. Quelle cicatrici non toglievano niente ai suoi lineamenti.
Jungkook prese il cellulare e fece una telefonata. Dopo qualche minuto dopo arrivò del tè caldo e lui lo appoggiò ad uno dei comodini. Doveva aver fatto rumore, perché il ragazzo socchiuse gli occhi.
Ci mise un po’ a mettere a fuoco. Prima si guardò attorno come se non avesse il controllo delle pupille, poi i suoi occhi si soffermarono sui bicchieroni di tè. Poi si spostarono su Jungkook. La bocca gli si aprì in un sorriso fiacco.
“Buongiorno.” mormorò. La sua voce era roca.
“Buonasera. Ormai è buio.”
“E allora perché mi ha portato la colazione?”
A Jungkook sfuggì un sorriso interdetto. Non sapeva che aspettarsi da quell’incontro, ma di sicuro non credeva che potesse essere divertente. Prese il proprio bicchiere.
Il dottore andò a sedersi sull’unica sedia presente. Si trovava contro una parete e lui la lasciò lì, senza avvicinarsi al letto.
“Non è la colazione. È la mia arma segreta nel caso tu voglia strangolarmi in un altro abbraccio.”
“Molto dolce da parte sua.”
“Attento a non scottarti.”
Il sorriso di Fritz si aprì ancora di più. Il dottore doveva aver percepito il flirt, perché stava rispondendo a tono. Non sembrava totalmente a suo agio, ma questo non gli impediva di fare il duro. Era come un professore che rimette in riga l’alunno impertinente.
Passò qualche secondo in cui i due si guardarono soltanto. L’atmosfera della stanza era soffusa e questo non aiutava a studiarsi a vicenda. Troppo intimo.
“Come ti chiami?” chiese Jungkook.
“Fritz.”
“Fritz?”
Il rosso annuì.
“Cos’è, un nome che ti hanno dato gli amici?”
“No, è di battesimo.”
“Buffo.”
Fritz annuì un’altra volta.
“Posso chiederti perché mi hai abbracciato, Fritz? Credevo tu avessi un attacco d’ansia o qualcosa del genere, ma poi gli infermieri mi hanno fatto notare che mi hai chiamato per nome. Che mi stavi chiamando da un po’.”
Il rosso ci mise più tempo a rispondere questa volta. Stava valutando cosa dire, ma quando parlò lo fece con leggerezza. Come se ogni parola scambiata con Jungkook non fosse un miracolo.  
“L’ho abbracciata perché non volevo abbracciare nessun altro, dottore.”
“E questo che vuol dire?”
“Quello che ho detto.”
Jungkook inclinò la testa, confuso. Fritz rise e basta.

Spazio Autrice:
Seguitemi sui miei social! Proprio in questi giorni sto riorganizzando tutto e avrò una domanda importante da porvi!

P.S. Chi ha notato le grafiche nuove per Inghiottito Dal Mare, Rapito Dalla Luna?

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THE SLEEPLESS KNIGHT (Libro 2) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora