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Portava un abito viola scuro, piuttosto semplice. La gonna non era ampia e il collo e le spalle erano totalmente coperti. Eppure, Arthis l'avrebbe notata in mezzo a mille altre donne.

I capelli erano raccolti in un grande chignon che permetteva di distinguere ancor meglio i suoi lineamenti delicati e la pelle di porcellana. Da qualunque angolazione la si osservasse, Gineris era sempre meravigliosa.

Stava parlando con un lord e, a quanto si poteva vedere, la ragazza si stava divertendo, ma Arthis non era abbastanza vicino da sentire di cosa stessero conversando, fatto che lo infastidì ancor di più.

Cosa aveva quell'uomo calvo e adiposo che lui non aveva? Ma ricacciò immediatamente indietro quel pensiero. Maledizione. Sono geloso.

Diavolo, quanto la odiava per quello che gli stava facendo!

In quell'istante, il re si alzò in piedi e, con lui, l'intera corte. «Molti uomini hanno combattuto per questa guerra» iniziò Gohr in tono melodrammatico sfoggiando un acceso abito rosso cosparso di gioielli. «Bene, Forterra vi ringrazia. Io vi ringrazio... per quello che voi avete fatto. Tutti quanti. Abbiamo vinto la guerra e tutti sanno che non basta un uomo per vincere una guerra. Perciò ognuno di voi è stato indispensabile e, a tal proposito, voglio che venga fatto un brindisi anche per coloro che si sono sacrificati per la causa e che non sono qui con noi a raccontarlo». Per qualche istante, calò il silenzio, dando al re l'effetto desiderato. «Tuttavia... benché non voglia contraddirmi, vi sono guerrieri che più di altri hanno reso possibile questa vittoria! Per questo, ritengo necessario ringraziare loro in particolar modo e una persona fra tutte a cui io decisi di salvare la vita dopo alcuni indicibili errori e che ha saputo fare ammenda in modo esemplare!» continuò mentre la voce cresceva di tono parola dopo parola in modo tale da alimentare l'enfasi nella sala. «Ecco perché, qui ed ora, proclamo Dazira, figlia di Ladon, come paladina del regno di Forterra!»

A quelle parole, l'intera stanza esplose in un boato di esultanza mentre tutti applaudivano le parole del re ed osservavano la loro eroina con ammirazione.

Dal canto suo, la ragazza appariva così imbarazzata che, in quel momento, nessuno avrebbe potuto vedere una bestia al suo posto.

Gohr sapeva esattamentecosa stava facendo.

LA QUINTA LAMA (III) - I supplizi del potereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora