«Ti devo parlare» esordì la principessa, non appena fu entrata.
Era trascorso un giorno dall'incoronazione e l'intera corte era ancora in subbuglio. Aveva dovuto attendere diversi minuti prima che tutti gli ospiti all'interno dell'ambiente fossero usciti e le guardie poste al di fuori dello studio di suo fratello le permettessero di entrare.
«Pheanie, non è il momento...» asserì Arthis, lo sguardo serio fisso su un documento che stringeva fra le dita. Poi, resosi conto di essere stato scortese, sollevò il capo e la fissò. «Quanto è urgente?» chiese.
«Potrebbe esserlo».
Il re sospirò e posò il foglio sulla spessa scrivania scura. «Siediti» le disse con un accenno di un sorriso, indicandole una sedia rivestita di un tessuto bordeaux. «Cosa intendi con potrebbe?»
Già. Perché avrebbe dovuto essere urgente? Perché avrebbe dovuto interessare a lei? Di certo, Arthis avrebbe saputo benissimo come agire, anche senza che sua sorella si mettesse in mezzo.
Ma Pheanie aveva un pessimo presentimento. «Volevo sapere cosa è successo a Dazira...»
Il ragazzo, aggrottando la fronte, posò la testa sui pugni chiusi, i gomiti appoggiati al tavolo. «Perché questa domanda? Comunque, ora come ora è stata inviata come informatrice insieme a Therar, due cavalieri ed un soldato...»
La principessa si morse un labbro e si raddrizzò meglio sulla sedia. Dunque, il suo sesto senso aveva fatto centro: Arthis ancora non sapeva nulla. Maledetta Gineris!
«Ernik e quello rosso».
«Proprio loro» confermò suo fratello, sollevando un sopracciglio mentre sul suo volto compariva una nota di perplessità data dal fatto che, palesemente, non aveva bene in chiaro dove lei volesse arrivare.
Le parole della principessa furono, quindi, per lui, una doccia fredda: «Perché, allora, quei due si trovano a palazzo?» A quella domanda, l'espressione del ragazzo mutò e tornò seria, la mascella serrata.
«Pheanie, non ho voglia di scherzare. Sul serio, non ho proprio tempo» dichiarò a denti stretti, gli occhi fissi su di lei, quasi a voler cercare la beffa nei suoi.
La sorella non distolse lo sguardo. Voleva fargli capire che non stava affatto scherzando. «Sono arrivati al castello durante l'incoronazione ed hanno parlato con Gineris».
«Con Gineris» ripeté Arthis, dopo qualche istante di silenzio. Pheanie sapeva quanto lui tenesse a quella ragazza e, se ciò fosse stato vero, sarebbe stata, per lui, un'altra prova del fatto che aveva riposto la fiducia nella persona sbagliata. «Di cosa hanno parlato?» domandò il re, deglutendo rumorosamente.
«Non sarei qui a chiederlo a te, se lo sapessi! Gineris non ti ha detto nulla?»
Okay, forse Pheanie stava esagerando, ma, prima suo fratello si fosse liberato di quel parassita con la pelle di porcellana, meglio sarebbe stato per tutti!
Arthis scosse il capo. «Forse non era nulla di allarmante». Ma, la sua espressione diceva ben altro.
«Quando ho chiesto loro spiegazioni mi è stato riferito che non erano stati autorizzati a divulgare "rapporti urgenti" e che se avessi voluto sapere qualcosa avrei dovuto parlare direttamente con te!» replicò Pheanie, il volto teso per la rabbia crescente. «Ma... a quanto pare, tu non sei al corrente di nulla...»
Arthis non rispose. Aprì la porta della stanza e si rivolse direttamente ad una guardia, ordinando all'uomo di far convocare immediatamente nel suo studio i due cavalieri.
«Pensavo foste in viaggio verso est!» sbottò il re, senza dare loro nemmeno il tempo di accomodarsi, non appena la porta si chiuse alle spalle dei ragazzi. Dal canto loro, Ernik e il rosso parevano a dir poco esterrefatti, al tono accusatorio del sovrano.
«Mio signore... non capisco...» balbettò il rosso, spostando il proprio peso da una gamba all'altra.
Ma Arthis non gli permise di concludere la frase. «No, sono io che non capisco! Cosa cavolo ci fate voi due qui a corte?» interrogò, alzando il tono di voce mentre si sollevava dalla sedia, le mani posate sulla scrivania.
«Avevamo fatto rapporto a Gineris...»
A quel punto, il re non riuscì più a trattenere la rabbia. «Gineris! Ancora Gineris! Ditelo a me e fine della storia!» urlò, completamente fuori di sé.
Pheanie lo capiva: non voleva parlare di lei. Conosceva benissimo suo fratello e la mera idea dia aver fatto la figura dell'ingenuo il quale aveva riposto la fiducia nella persona sbagliata lo avrebbe logorato ancora a lungo. Ci sarebbero voluti parecchi giorni prima che Arthis mettesse da parte l'orgoglio, ammettendo di aver sbagliato, e correggesse il tiro.
Ernik inspirò, quasi volesse prepararsi all'ira del sovrano. «Sono scomparsi tutti, vostra maestà» dichiarò tutto d'un fiato. «Dazira, Therar e anche Rebjo».
A quelle parole, Pheanie sussultò. Scomparsi. Tre persone erano scomparse e nessuno sapeva nulla?
Gineris non poteva essersi dimenticata di riferire una tale informazione, soprattutto data l'urgenza e considerando il fatto che fra di esse c'era la Paladina di Forterra e un caro amico di Arthis!
«Scomparsi? Cosa vorrebbe dire?» gridò Arthis sgranando gli occhi. Pareva non voler credere alle proprie orecchie. «Sono stati rapiti?»
«Non lo sappiamo, anche se la nostra mente mediocre proprio non è in grado di comprendere come qualcuno possa aver avuto il fegato e la forza di attaccare Dazira... e Therar non è una persona facile da sorprendere! Ci siamo svegliati una mattina e... di loro non vi era più traccia. Abbiamo cercato a lungo, poi abbiamo pensato che avremmo trovato un valido aiuto a corte!»
Arthis si passò una mano fra i capelli con un gesto nervoso. «Therar e Dazira sono scomparsi ed io lo vengo a sapere per sbaglio da mia sorella?!»
«Mio signore, noi...»
«Basta così!» li interruppe il re, abbassando di colpo il tono di voce, ma senza celare la rabbia. «Radunate un manipolo di uomini e ricominciate le ricerche al più presto!» ordinò, indicando loro la porta e lasciandosi cadere sulla sedia alle sue spalle. «Ora uscite tutti, ho bisogno di restare solo».
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LA QUINTA LAMA (III) - I supplizi del potere
Fantasy[COMPLETO] La guerra è finita e i regni sono, oramai, in pace. Ma qualcos'altro minaccia la corona di re Gohr... qualcosa di molto più infido e pericoloso; un nemico invisibile pronto a tutto per ottenere ciò che vuole. Terzo ed ultimo capitolo del...