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La stanza cupa e l'odore di stantio era persistente. Era entrata in quella sala solamente un'altra volta, quasi per caso, quando aveva diciassette anni.

Era stato allora che aveva letto la profezia originale per la prima volta, posta sull'unico, piccolo, tavolino della sala; era stato allora che aveva capito che sarebbe morta di lì ad una decina d'anni. Tutto sommato, però, non le era mai importato e, men che meno, le importava adesso.

Aveva trovato le chiavi nella camera di Medicus e aveva aperto quella porta, sempre chiusa a chiave. Il capo della setta lo aveva scoperto e l'aveva colta il flagrante, mentre ammirava le tre lame appese alla parete, disposte sopra ad alcuni eleganti simboli incisi sulle targhe in argento.

Medicus l'aveva messa in punizione e le aveva fatto promettere che non sarebbe più entrata lì dentro, se non glielo avesse chiesto lui. L'uomo non aveva mai saputo che ella condivideva il suo segreto sulle menzogne insite della profezia che lui aveva annunciato ai confratelli, Gineris non era sicura che lui l'avrebbe lasciata vivere nei successivi dieci anni con il concreto rischio che lei diffondesse la verità. In ogni caso, la ragazza non ne aveva mai fatto parola con nessuno, fino a quel momento.

La ragazza si avvicinò ai pugnali, lucenti e bellissimi; tutti così simili fra loro, ma nessuno esattamente uguale all'altro. Ogni elsa aveva particolari dettagli a differenziarla dalle altre.

Le lame, ora, erano quattro. Solamente una mancava all'appello: la lama di Medicus, che lui conservava gelosamente nelle sue stanze, all'interno di una teca che egli aveva fatto forgiare dai maghi e che solamente lui stesso poteva aprire.

Gineris fece scorrere la punta delle dita sulla propria lama e poi giù, fino alla targa, ove il simbolo antico di quelle terre raffigurante il sole, nonché la mente, era stato inciso con grande abilità.

La ragazza respirò pesantemente, poi, trascorso l'ultimo attimo per tirarsi indietro, sollevò la lama.

Un pugnale argenteo come tutti gli altri, ma il suo valore pareva aggravarne il peso fra le mani di Gineris.

Sì. È ciò che è giusto, si disse, prima di compiere ciò che aveva deciso.

LA QUINTA LAMA (III) - I supplizi del potereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora