House

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POV Yoongi

All'ennesima domanda del mio collega, stringo le mani sul volante. Conversare di prima mattina su argomenti che non siano il lavoro mi da' davvero fastidio.
E non pensavo riuscisse a parlare per trenta minuti senza fermarsi.
Sta andando avanti da quando siamo saliti in questa macchina e io sto facendo affidamento sul mio autocontrollo per non tirargli il volante in fronte.

Ma perché non sono andato con il mio Jiminie? Anche se probabilmente se fosse stato qui con me, a quest'ora saremmo stati ancora nel parcheggio a baciarci sui sedili posteriori. Per me è una valvola di sfogo, il motivo per cui non sono scontroso 24/7.
Mentre penso a lui mi distraggo dalle chiacchiere del mio collega ed arriviamo difronte la casa dei Kang.

«Allora? Che ne pensi?» mi chiede Taehyung, mentre saliamo i pochi gradini prima dell'ingresso di casa.
Si riferisce probabilmente al discorso di prima... Pensa davvero che io lo stavo ascoltando?

«Penso che dovresti stare zitto e-»
Le mie parole vengono interrotte dal cigolio della porta difronte a noi.
Una donna sulla quarantina sbircia impaurita dal piccolo spiraglio che la divide da noi.
Ha delle occhiaie molto marcate ed ha il viso pallido, è sicuramente molto preoccupata.
Abbastanza normale, suo figlio è sparito, forse ha paura che siamo i rapitori.

Taehyung si sporge un po' e gli fa vedere il distintivo per farla tranquillizzare.

[...]

La donna di fronte a noi cerca di trattenere le lacrime e parlare in modo efficace, anche se è comunque difficile.
La sua voce è molto acuta e vibra qualche volta, stonando in qualche frase. Mi spiace vederla così, quella donna ha la stessa età di mia madre.
Da quanto ho capito fin ora, ha divorziato da suo marito che ora abita a Daegu.

Gli avevano già riferito la scomparsa di suo figlio, ma ovviamente ancora non aveva potuto superare il trauma.
Facciamo domande molto caute, giusto per non peggiorare la situazione. Non posso sopportare l'idea che scoppi in lacrime, perché altrimenti non saprei come gestire la situazione.

«Lui... credo soffrisse di depressione, non credo gli piacesse il suo lavoro.»
Afferma, mentre parla del figlio. Le supposizioni di una madre vanno prese alla lettera certe volte.

Questo, a quanto pare, è tutto quello che sa. Non sa se è entrato in contatto con qualcuno, o se abbia fatto visita al padre. Siamo venuti a sapere di un rapporto non molto stabile tra i suoi famigliari, ma non riusciamo a capire il nesso del rapimento.
Taehyung annuisce e scrive qualche appunto, mentre io allungo un altro fazzoletto alla signora di fronte a me.

«I-i suoi compagni lo conoscono meglio di me, sicuramente...»
Dice la donna abbassando il capo, ammettendo la dura verità.

Dovremmo andare anche nella caserma delle forze dell'ordine: Seoul Military Institute .
Che no, non sono le superiori, bensì un istituto universitario. Gli studenti più grandi sono già operativi nei settori di polizia e vigili del fuoco. Dicono che dormano con la pistola sotto il cuscino e che girino armati.
Proprio per questo siamo ancora più preoccupati nell'andare allo scoperto.

Io non ho molte preoccupazioni per me stesso, ma piuttosto per Jimin.
L'importante è che non gli succeda nulla, è questo il mio unico desiderio.

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