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POV Jimin

Trattengo il respiro per la... ho perso il conto.
Ho troppa paura di fare anche il minimo rumore, se faccio un errore salta tutto.
Yoongi non sembra avere problemi, dato che lui è già nato silenzioso, mentre io sono nato con il talento di cadere su qualsiasi cosa.

Li riesco a vedere,
Quei quattro maledetti se la prendono comoda, camminando e parlocchiando come se non avessero fatto nulla di male.
E Yoongi aveva ragione, Songmin è coinvolto, è impossibile comportarsi in quel modo così spensierato quando si è ostaggi.

Siamo nascosti dietro un cespuglio parecchio stretto e tutta questa vicinanza con Yoongi mi mette voglia di consumargli le labbra.

Eccoli lì che si muovono finalmente.
Stanno andando verso il parco dove ci sono Taehyung e Jungkook.

Li seguiamo, facendo attenzione ovviamente a non fare il minimo rumore. Loro camminano tranquilli, come se non stesse succedendo nulla, mentre noi sembriamo degli stalker assetati di sangue.
Ma cosa pensavano? Che non avessimo notato quelle calibro 46 dentro le tasche interne dei vostri giubbotti?
Dai, potrebbero notarle anche dei bambini.

Sono all'entrata del parco ormai, il mio cuore batte all'impazzata.
Ho un brutto presentimento.
Dio fa che non gli succeda nulla, morirei io per lui, non voglio che Yoongi si faccia neanche un graffio.

Entrano tranquilli e si addentrano nella piazzetta, noi facciamo attenzione mentre ci nascondiamo dietro una panchina.

Si fermano nel bel mezzo della piazza e si guardano in torno.

È il momento di intervenire.

Oh dio, ho la tachicardia, manca davvero poco.

Yoongi poggia la sua mano sulla mia e io mi sento morire, anche se oramai dovrei conoscere l'effetto che mi fa.

«Ora.» sento dire all'auricolare, è la voce dei miei colleghi.

Neanche a farlo apposta, ci alziamo tutti nello stesso momento. Taehyung sbuca da dietro un albero e Jungkook da una panchina

Puntiamo le pistole verso quei quattro bastardi che non perdono tempo a fare lo stesso.
Urliamo in coro il nome della nostra agenzia e gli intimiamo di gettare le armi.

«Se sparate alla fine moriremo tutti. Siamo 4 contro 4...» dice quello che dovrebbe essere Park Hangul. In effetti qui, tutti, hanno una pistola puntata nella propria direzione.

«Basta uno sparo e arrivano gli altri 50 agenti.» dice Yoongi, sappiamo che è una bugia ma lui è un bravissimo attore.

I quattro rimangono abbastanza scossi, uno di loro scuote la testa e si gira improvvisamente.

Alza la pistola e preme il grilletto.
È un attimo, non so neanche se ho visto bene.

Probabilmente uno dei nostri gli ha sparato, però i restanti tre malcapitati se ne sono andati correndo.

Jungkook si sta per mettere all'inseguimento dei tre uomini, ma qualcosa lo ferma. Un sospiro, quasi inaudibile, simile ad una silenziosa supplica.

Taehyung è in ginocchio.

La sua mano è sporca di sangue.

Si tiene la milza, sulla sua uniforme appare una macchia rossa che si espande come petrolio nel mare.
I suoi occhi sono stanchi, incurvarti in una smorfia dolorosa, ma che lasciano intravedere ancora il suo scintillio di coraggio e valore.

Trema come una foglia, ha una faccia quasi dispiaciuta. Non se lo aspettava, ma non sembra sconvolto, a differenza nostra che siamo terrorizzati.

«Jungkook...» sussurra un'ultima volta, con il poco fiato che ancora gli rimane.







Non sono pronta a tutte le valanghe di insulti da parte vostra, vi prego andateci piano...

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