Suitcase

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POV Jungkook

Quindi...
Tra qualche ora si partirà per arrivare a Daegu.
Ovviamente in macchina.
Ed arriveremo a destinazione verso la sera tardi. Beh, che dire... non potevano scegliere situazione più comoda.

Sembra strano, ma la cosa che mi preoccupa di più, non è il fatto di andare incontro al pericolo ma...

«Dove passeremo i giorni?» Chiede Hoseok, facendo sorgere in noi uno strano imbarazzo.
Anche se dubito che Namjoon non abbia pensato anche a questo...

«Io ho un cugino a Daegu, però può ospitare poche persone... Hoseok e Seokjin voi state con me.»
Dice tranquillo.
Il suo fidanzato arrossisce leggermente, mentre Hoseok è letteralmente euforico di passare ore extra con i suoi colleghi.

Taehyung si gira verso di me.
Nei suoi occhi c'è un infinita dolcezza, poi mi afferra le mani. Arrossisco di botto, dato che siamo di fronte ai nostri colleghi.

«Verrai da me...» mi sussurra, come se avesse già previsto che io avrei accettato la proposta di stare da lui.
Davvero vuole... farmi conoscere i suoi parenti? Mi presenterà come il suo fidanzato? Santo cielo sto andando in iper ventilazione.

Annuisco e gli sorrido sinceramente, appena usciremo lo ringrazierò per bene.

La situazione però non è simile tra Yoongi e Jimin, che hanno capito che dovranno dividere la casa dell'investigatore.
Soprattutto Jimin è parecchio nervoso, dato che continua a torturarsi le mani con un notevole rossore.
Yoongi invece si gratta nervosamente la nuca... Non si devono dire nulla, ormai è si è capito come andranno le cose. Mi fanno tenerezza.

«Vi consiglio di tornare a casa a preparare le valigie, non abbiamo nulla da fare nel frattempo.»
Dice Namjoon, mentre si sistema la cravatta, pronto ad uscire.

Annuiamo tutti e ci sistemiamo per andare.

[...]

Avevo finito di preparare la mia valigia: qualche maglietta, pantaloni, cravatta, camicia, trucchi e altre cose.

Mi avanzavano parecchie ore, così, dopo aver attentamente studiato il mio piano, scesi di corsa le scale.

Mi infilai nella mia macchina e, senza neanche mettere il navigatore, mi avviai verso la mia destinazione. La mia metà è a qualche chilometro da casa mia, ormai conosco quella strada a memoria. Sorrido mentre parcheggio e mi addentro nel palazzo.

Qualche scala, qualche piano d'ascensore ed eccomi arrivato. Sono davanti alla porta e devo decidermi a bussare.

Dopo poco prendo coraggio e aspetto una risposta.
«Arrivo!!» urla lui da dietro la porta.
Lo immagino mentre ripulisce il macello che ha fatto in casa e sorriso.

Ma esso si spegne immediatamente quando lo vedo spalancare la porta con un solo asciugamano alla vita. I suoi muscoli sono ancora bagnati.
Strofina la mano tra i capelli bagnati e mi sento svenire.

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