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POV Jungkook

«I soliti problemi di droga, depressione eccetera...»
Dico finendo di scrivere le ultime righe al computer. Salvo il documento e chiudo il computer con un colpo secco, stufo di aver passato l'intera mattinata a fare ricerche quasi del tutto inutili.
Jimin è accanto a me e mi passa alcuni fascicoli. Li guardo bene e sono i soliti contratti dove devi affermare e giurare che tutte le informazioni sono vere, che sono coperti dalla privacy, che ti assumi tutte le responsabilità ecc... odio questa parte del mio lavoro, quei fogli sono incredibilmente lunghi e noiosi. Firmo tutto e leggendo solo poche righe.
Non appena finisco, estrae la pennetta dal computer.

Mi alzo per mettere i fascicoli dentro il cassetto dei documenti e poi mando un messaggio ai miei colleghi per invitarli in sala riunioni. Quasi tutti rispondono che saranno presenti.

Mi accascio di nuovo sulla sedia, buttandomi i capelli all'indietro.
Ho assolutamente bisogno di un fottuto caffè.

Jimin non sembra da meno in effetti, ma lui continua a lavorare.
«Quindi questo significa che c'è uno spacciatore all'interno della SMI...»

E se riusciamo a prenderlo risolveremo due problemi in uno. Magari aveva dei debiti di droga e lo spacciatore ha deciso di rapirlo per ottenere un ricatto, o ucciderlo.
Sarebbe perfetto, a pensarci.

[...]

Vediamo entrare nella sala riunioni la maggior parte dei nostri colleghi.
Hoseok è il primo ad arrivare, si annoia facilmente quando non ha nulla da fare e quindi coglie la prima occasione che ha per distrarsi un po'.
Sono alquanto nervoso perché è la mia prima presentazione: dovrò esporre quello che ho scoperto e di solito questo lavoro lo fa sempre il capo. Lui lo fa da molti anni, rispetto a me che sono qui da meno tempo.

Proprio mentre entra con il nostro medico, Jimin prova a tranquillizzarmi.
«Lo hai visto fare un milione di volte, pensala come un'interrogazione senza voto.»
Come ha fatto a capire che fossi nervoso?

Jimin infila la chiavetta nel computer ed impugna il telecomando.
Fa partire la prima slide e guardandola mi rendo conto di aver fatto proprio un ottimo lavoro. Mi sento meno nervoso.

Prima che inizi a parlare, dalla porta sul retro (che non usa mai nessuno) entrano i due agenti che erano usciti stamattina. Yoongi e Taehyung forse hanno più informazioni da aggiungere.
Lasciano di fretta i cappotti sull'appendi abiti, ma senza lasciare le loro borse.

Dopo essere stati rimproverati da Seokjin per il ritardo, poverini, sono costretti a mettersi ai loro posti.

Yoongi saluta Jimin con una veloce pacca sul culo e un sorrisino malizioso, ricambiato ovviamente.
Mentre il mio Taehyung è molto più delicato e mi sfiora la fronte con le sue labbra.
Sono sul punto di sciogliermi, ma devo tenere i nervi saldi, altrimenti rischio di fare una brutta figura.

«Kang Songmin, sparito ieri.
Nessun precedente, solo violenza eccessiva ai suoi sottoposti.» Inizia Jimin, mi lancia un'occhiata e io mi vedo costretto a continuare.

«Faceva uso di antidepressivi e possibili droghe, ma i suoi superiori non lo sapevano. Ottimi risultati ma poco integramento nel gruppo.»

Evitiamo di dire tutto quello che è scritto sulla carta d'identità per non prolungarci in chiacchiere inutili.
Non ci aiuteranno con il caso.
«La madre ci ha detto che sembrava depresso, magari è dovuto proprio si problemi di droga.» dice Yoongi.
«Ha anche suggerito che dovremmo parlare con i suoi compagni per saperne di più.» finisce Taehyung.

Dovremo andare in una base militare e mi vengono in mente le parole di Namjoon: se pensa di avermi intimorito, si sbaglia di grosso.

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