Come potevo non pensarci, dovevo immaginarlo che avrei potuto incontrare qualcuno di così stronzo, eppure il mio sesto senso oggi mi ha tradito con un duro colpo, e non solo per mio padre.
La giornata era cominciata quasi perfetta, ma no, che sto dicendo, è iniziata ugualmente di merda come tutte le altre da quasi dodici anni, ci mancava solo l'uomo oscuro che peggiorasse le cose.
Non riesco proprio a digerire persone del genere, che si comportano come se fossero i padroni di tutto, ma in realtà sono solamente dei figli di UNA CARA E BUON DONNA!Prima che possa arrivare alla porta d'ingresso sento urlare alle mie spalle <<Cosa ci fa qui, signorina?>> mi volto nella direzione della voce e davanti mi ritrovo all'istante un ragazzo esile e molto, ma molto, alto, ha la sua divisa e le medaglie da Sergente Maggiore. Non mi preoccupa maggiormente, ma devo rispondere prima che possa pensare che stessi facendo qualcosa di losco.
<<Stavo tornando nella Sala Riunioni, Signore, il Generale Thompson mi ha invitato a parlare di una questione urgente familiare>> balbetto scrutandolo da capo e piede.
<<D'accordo signorina ma si sbrighi, tutti gli altri si sono spostati in Sala Pranzo e forse è meglio che vada anche lei prima di beccarsi un richiamo>> mi dice quasi come se fosse un rimprovero.
Sorrido per non saltargli addosso e spezzarlo in due come uno stuzzicadenti <<Certamente Sergente, grazie mille>> mi volto dandogli le spalle e ritorno sui miei passi per arrivare nell'atrio, il problema è che non ricordo perfettamente dove si trovi la Sala Pranzo, e quando ritorno dove sono stata prima mi trovo di fronte altre tre porte.
Sembra di essere in un film horror, scegliendo bene quale porta aprire per non perdere la vita, qui si tratta del mio posto se non si fosse capito.Mi avvicino ad una qualunque, in particolare quella nell'angolo a destra, sbuco in un corridoio e in fondo vedo le scritte "Dormitori" che punta verso destra e "S. Pranzo" verso sinistra. Ho scelto d'intuito e sono stata anche fortunata. Inizio a correre svoltando verso sinistra, aprendo poi due grandi porti dove si può vedere attraverso grazie alle finestrelle di vetro che sono in alto sulla porta.
I presenti stanno ancora prendendo posto, ed è probabile che della mia assenza nessuno abbia fatto caso, a parte le mie amiche e i due coglioni in corridoio, per non parlare poi della giraffa parlante.Con lo sguardo cerco le ragazze e subito vedo Sasha farmi segno con la mano per attirare la mia attenzione e andare da loro.
<<Dove eri finita Kim, abbiamo pensato di venirti a salvare da uno dei tuoi soliti guai>> commenta ridendo la mia complice, nonché braccio destro.
<<Forse dovrei chiederlo a te, che cosa hai combinato ai capelli Davidson?>> ribatto mentre osservo le altre ridere e guardare tutte i suoi capelli.
<<Ci voleva un voleva un cambio di stile, li ho solo schiariti un po'>> rispetto la sua scelta e ne sono felice, a volte ci vuole un cambiamento nella vita per dimenticare il passato e affrontare con stile il futuro.
Rido al pensiero, coprendomi il viso per non sembrare una stupida.La chioma di Sasha era di un castano ramato, ed ora è passato da un grigio platino. Le sue iridi piccole prendono il colore di un marrone scuro perlato in resina, mettendo in risalto il suo viso pallido e ovale, con il naso poco più grande e la punta appena all'insù, lo stesso le labbra, sottili e rosee.
<<Sul serio Kim, che fine hai fatto, ti abbiamo aspettata per quasi mezz'ora?>> interviene Meghan con i suoi occhioni grandi e blu e il capelli neri.
<<Sei sempre la stessa, scappi sempre via>> continua lei poggiando la testa su una mano e facendomi il broncio per mostrarmi le sue labbra carnose. L'espressione che mi ha mostrato le schiaccia un po' il naso e gli zigomi sono alti e gonfi.
Lei, una donna cresciuta troppo in fretta ma che sa cavarsela da sola in qualunque momento;
lei, la mia seconda complice.
STAI LEGGENDO
Amami Per Sempre Capitano || Vol.1
Romance•COMPLETA• /in continua revisione/ Atterrati dalla guerra, senza alcuna via di fuga. Lei porta grigiore nella vita degli uomini, di soldati che si inginocchiano innanzi alla morte, con le mani sul cuore. Vuol fuggire quell'uomo, che cerca disperato...