• 34 - ASHER ~ KIM

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ASHER

Ho accettato di supervisionare le camere solo per tenermi impegnato, altrimenti finirò per impazzire com'è successo ieri sera cercando in tutti i modi di togliermi dalla testa quella ragazzina. Mentirei a me stesso se dicessi che non ho provato nessuna sensazione standole così vicino, ma se pur fosse così perché proprio lei dovrebbe rubarmi il cuore?

E più ci penso più lo stomaco misi stringe in una morsa, che tanto ormai a questi innumerevoli colpi ci sono abituato e se mi soffermo a pensare peggiorerei solo di più le cose.

Do un'ultima occhiata veloce nelle ultime camerate maschili, assicurandomi che tutto sia in riga come dovrebbe essere. Ritorno nella sala principale del dormitorio dove ci trovo un gruppetto di ragazzi, tornati da un incarico speciale dai paesi esteri, che si rilassano giocando a carte e bevendo birra, mentre altri sono in disparte a fare altro. La situazione sembra al quanto tranquilla quando in un bisbiglio sento chiamare il mio nome.

<<Questo bisonte è il figlio di Johnson, quel coglione del Generale che si è fatto prendere a botte da lui>> eppure la giornata stava iniziando col piede giusto, mi chiedo, ma sarà un caso che l'arrivo di quella ragazzina qualche maledizione sia ricaduta su di me?

<<Ti conviene chiudere quella fogna che hai come bocca, o vuoi che prenda anche a te a pugnisacco di merda? Non ci metto niente a sfracassarti il cranio>> ribatto. Sono sincero, non ho neanche le forze per pisciare figuriamoci prendere a pugni qualcuno. Poi con la faccia che mi ritrovo un panda mi farebbe solo invidia.

Non mi muovo di un centimetro, aspetto che sia lui a farsi sotto. Si alza con tutta calma finendo prima la sua birra e poi avvicinarsi a me con camminata altezzosa e gli atteggiamenti da sbruffone.

<<Fatti sotto, figlio di papà>> serra i pugni posizionandosi a gambe aperte come se fosse sul ring, pronto a mettermi al tappetto. Ma non credo che gli importi della mia grandezza fisica visto che sono il doppio della sua altezza e più massiccio, ma se proprio vuole essere accontentato, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Gli mollo un destro sul mento mentre con un calcio sugli stinchi lo faccio cadere al suolo in avanti.

E vengo fermato prima che possa accovacciarmi su di lui e tirargli un altro pugno, la voce alle mie spalle sembra sorpresa e allo stesso tempo mi rimprovera <<Asher!>> Roberto che mi guarda stupefatto, ma la sua meraviglia sembra solo trasformarsi in delusione.

<<Fatti forza sacco di merda, magari la prossima volta te la caverai meglio>> dico tirando un calcetto sul fianco dello sbruffone che si regge il viso in una mano, per poi sparire di li e avviarmi verso il dormitorio femminile, pregando che almeno li non ci sia alcun problema.

Varcando la porta per entrare in Sala sembra tutto così tranquillo e silenzioso, forse anche fin troppo, e sembra così finto che mi gioco un occhio della testa che stanno bramando qualcosa. Mi riprendo da uno stato di trance quando un urlo al piano di sopra mi fa voltare velocemente in quella direzione. Salgo di fretta le scale, risuonando il fischietto per fermare due ragazze che si stanno azzuffando.

Non mi danno retta, e a capofitto mi getto tra di loro prendendole per il colletto della giacca e fermarle prima che possano arrivare oltre. Bello a parlare, quando sono il primo a fare cazzate di questo tipo.

<<Cosa vi è passato per quelle teste di merda? Vi rendete conto che siete in una struttura militare, o preferite che vi mandi ad addestrare tra le pecore a calci nel sedere!? Gli animali sarebbero più capaci di voi, adesso tornate in camera e non uscite per nessuna ragione. O devo spezzarvi le gambe per farmi capire da delle capre come voi!?>> ringhio ad entrambe spingendole lontano, mentre una si pulisce un angolo della bocca sporca di sangue e l'altra fa lo stesso col naso.

Amami Per Sempre Capitano || Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora