• 59 - ASHER

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*<<Contrattacchiamo con le bombe Signore, siamo sotto assedio da più di sette minuti!>> in preda alla confusione il Tenente si piegò sulle gambe per sfuggire alle esplosioni, la ricetrasmittente era posta tra l'orecchio e la sua mano, ma da nessuno ricevemmo risposte.

<<Maledizione Johnson, le linee sono interrotte. Tutto perché questi bastardi hanno fatto saltare i pali della corrente>> imprecò verso il cielo mentre cercava di tirar fuori un'idea dalla mente di mio fratello. Sembrava essere spaesato e tutto perché c'ero io al suo fianco, in quella missione fui gettato per caso su uno degli elicotteri e dirottavo verso una metà a me sconosciuta. Avevo solo 18 anni e mi sentivo già grande per quello che stavo affrontando. Non avevo colpe di nessuna morte, ero solo stato costretto a sparare, solo un obbligo, solo un ordine. Mancai la mira di alcuni bersagli solo perché la paura si era completamente impadronita di me e mio fratello fiutò il mio terrore tanto da distrarlo dalla sua missione suicida.

<<Sono Christopher Johnson, soldato 3472, se mi ricevete abbiamo bisogno di rinforzi. Se mi ricevete, chiunque in ascolto, abbiamo bisogno di aiuto>> strinse a se la ricetrasmittente mentre io gli coprivo le spalle. C'era troppa gente che correva nella direzione opposta e molti dei loro proiettili erano indirizzati sui loro stessi coetanei, mi sentivo stringere la gola e non era per il caldo afoso che calò su quella giornata, era molto di più, più di quando avverti quel formicolio nello stomaco e sai che qualcosa di brutto sta per accadere.
Le orecchie mi fischiavano e l'agitazione cominciava a crescere dalla radice dei piedi, <<Chris, abbiamo più probabilità di morire schiacciati dalla massa di gente che sotto il fuoco, andiamocene da qui?!>> gli ordinai tenendo teso il dito sul grilletto con la paura che qualcuno ci attaccasse da un momento all'altro.

Presi un sospiro profondo quando mi accorsi che dal lato opposto non avevo copertura, mio fratello mi diede una pacca sulla spalla facendomi trasalire e come un fulmine mi tirò sull'asfalto impolverato, rimanendo così con gli occhi iniettati di coraggio nei miei. Mi sorrise debolmente e con una carezza pulì dal mio viso la colatura di sangue che era fuoriuscita dal mio zigomo.

<<Mi stupisci sempre>> disse neutro, restando a guardarmi dall'alto mentre io ero ancora steso a terra.
<<Hai tanta di quella adrenalina che non ti sei nemmeno accorto di essere ferito alla gamba e alla testa>> mi fece notare dandomi una pacca sul torace, mi tremavano le mani e, se pur conoscendo il pericolo e il rischio che si correva in quei posti, non me la diedi per vinta.

<<Non ho adrenalina, io sono sempre stato euforico di mio>>

<<Pazzo dici?>>

<<Si, sono fottutamente pazzo fratellone>> trattenne un sorriso all'arrivo del Colonnello, parve calare la maschera dell'uomo riflessivo e conservò al Superiore uno dei suoi più convincenti sguardi di chi aveva già un piano tra le mani, e lui aveva le redini di tutta la missione senza che nessuno lo sapesse, perché tutto dipendeva da mio fratello.

<<Trovate Jon, lo abbiamo perso nella folla mentre era al telefono con la sorella, è stato ferito alla spalla da un proiettile. Del resto se dovesse accadere qualcosa ai miei uomini voglio essere informato, Colonnello, voglio un soccorso immediato>> fece di tutto pur di impedire che il Superiore distogliesse l'attenzione su di lui, era ben evidente che quell'uomo dipendesse dalle sue labbra. Ma che ruolo aveva davvero mio fratello sul quel campo di battaglia? E perché dava degli ordini a un uomo che avesse più esperienza di lui? Ma c'era troppa differenza anche con me, eppure le congratulazioni di mio nonno non mancavano mai per quanto fossi in gamba ad essere spietato e senza cuore come lui, dopo aver ucciso persone che non centrassero niente con la guerra stavo già facendo i conti con la mia mente. Quel buco in fronte avrei voluto avercelo io, continuo a pensare ancora oggi.
Chris sembrava esserne indifferente ai complimenti di nostro nonno e della nostra famiglia, perché forse quello che faceva valeva più dei complimenti e dei giudizi degli altri, amava il suo lavoro e ci metteva tutto se stesso per portarlo a buon fine, chissà come è andata a finire...

Amami Per Sempre Capitano || Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora