• 6 - ASHER

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I suoi capelli lunghi, luminosi e ondulati che le scendono sulle spalle ricoprendole la schiena piccola, sono di un castano scuro proprio come le sue iridi;
sono riuscito a guardarla dritto negli occhi per qualche secondo ma ha distolto lo sguardo credendo che ci stessi provando con lei.

Forse dovrebbe saperlo che non è il mio tipo, e una bella ragazza come lei appena uscita dall'ufficio di un Generale mi chiedo propria come ci sia finita il primo giorno, per di più non sono passate neanche due ore dal suo arrivo. Non credo che sia qui per sedurre un povero uomo di una certa età, ma la domanda è: allora perché è qui?
Nello stesso istante io e Rocky ci guardiamo, trattenendo a malapena le risate che fanno subito voltare la ragazza dove torna indietro sui suoi passi.

<<Che cosa avete da ridere, idioti?>> le risate si fermano dal nulla, soprattutto la mia, ritorno a guardare la ragazza, questa volta azzerando il più possibile le distanze tra di noi.
Le braccia che avevo incrociato al petto le lascio libere lungo i fianchi, infilando direttamente le mani in tasca. Contraggo i muscoli per l'adrenalina che si sta formando in corpo, e la guardo, quasi come se fossi obbligato a farlo.

Percepisco la sua tensione, molti lo fanno, non riescono a tenermi testa senza riuscire a mantenere lo sguardo nel mio.
Lei sembra quasi riuscirci, ma dopo qualche secondo lo riporta sul pavimento e poi di nuovo nel mio. Come temevo.

<<È meglio che tu vada ragazzina, non vorrei che perdessi altro tempo mentre sei qui a fare altro>> sorrido maliziosamente facendo qualche passo indietro per tornare al fianco di Rocky, ma qualcosa mi ferma subito dopo che la sua voce prende a riecheggiare nel corridoio.

<<Qui l'unico che sta perdendo tempo sei tu, tutto muscoli e zero cervello>> ribatte prontamente in tono sereno ma squillante, lasciando che le braccia si vadano ad incrociare sotto il seno, prosperoso ed eccitante alla mia vista, in segno di fierezza e vittoria. Ma ancora non sa che con me non si vince facilmente. Mi volto completamente verso di lei che ha un sorriso sghembo dipinto sul viso leggermente arrossato e gli occhi sono chiusi in piccole fessure. Alcune ciocche di capelli le ricadono davanti al viso e con una mossa rapida le ritira dietro l'orecchio. I miei occhi ricadono, però, di nuovo sulle sue tette.

<<Buon per te che tu non dica altro, prima di finire nei guai. Il mio è solo un avvertimento, non vorrei che poi finissi per fare altro>> solletico la sua calma, perché so che a breve perderà le staffe, glielo leggo negli occhi.

<<Altrimenti? Riderai di nuovo del mio culo e cercherai di mandarmi via a calci? Spiegamelo bad boy, forse il tuo concetto non mi è chiaro abbastanza>> sebbene sia minuta non perde animo ad affrontarmi. Perciò se le va di giocare non vedo perché non dovrei farlo anch'io. Il tono presuntuoso che usa verso di me se lo potrà anche dimenticare fra qualche giorno quando le riempirò di allenamenti, facendola arrivare allo sfinimento più totale.
E non solo con gli esercizi.

Abbasso la guardia per un momento e senza neanche accorgermene me la ritrovo sotto il mento, che cerca si e no di afferrarmi, indispettita dalle parole che le ho gettato contro, quando una mano si avvicina di pochi centimetri al mio viso ma senza mai toccarlo, ormai sono le mie a bloccare i suoi polsi. Serro i pugni attorno alla sua pelle morbida, lasciando che il mio sguardo minaccioso le impedisca anche di parlare. Serro lamascella al suo gridolino stridulo senza mai staccarle gli occhi di dosso. E per un istante assaporo la sua paura, come se alimentasse tutto ciò che io definisco negativo in me, soprattutto il mio rancore.

<<Questa l'hai fatta grossa ragazzina>> sono arrabbiato, voglio solo mostrarle di che stoffa sono fatto <<Devi solo provarci a metterti contro di me, non sai di cosa sono capace>> questa volta si impietrisce, accigliando lo sguardo e la bocca le diventa sottile e secca.
Stringo la sua presa per farle capire che se cerca di sfidare le persone sbagliate dopo ne dovrà subire le conseguenze.
L'attraggo a me ma la sua espressione sembra cambiare in meglio, le gote le diventano rosse e le sue iridi scure sembrano prendere lucentezza anche sotto la poca luce naturale che arriva dalle finestrelle in alto sulle pareti, sono attratte dalla mia malignità, e questo lei non deve farlo, deve solo temermi, deve temere il mostro che sono.

Amami Per Sempre Capitano || Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora