• 16 - KIM

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Mi domando se si possa trovare una spiegazione a tutte queste scappatoie, perfino adesso, rimaste nuovamente da sole perché per uno strano motivo il Generale, quello di stamattina al fianco di mio padre, ha fatto capolinea sul campo riferendo qualcosa al coglione. Sono curiosa di sapere di cosa si tratta, le loro espressioni sembravano così tese e preoccupate.

Quello che faccio sarà anche una follia, ma come una gioia arrivata dal nulla riesco a sgattaiolare via sotto i nasi di tutti, attirando l'attenzione di nessuno. Le porte sono chiuse ma con una spinta delicata mi infilo nella piccola fessura che mi sono aperta,riuscendo così ad arrivare alla porta d'ingresso.

La sala sembra stranamente vuota e silenziosa, solo il suono delle lancette, dell'orologio appeso al muro, mi fanno compagnia per pochi secondi quando la porta si spalanca velocemente andando a sbattere contro la parete. La persona che è appena entrata si ferma di colpo alla mia vista, lo sguardo gli si acciglia ma poco dopo sembra rilassarsi. Purtroppo non riesco a distinguere se il colore del suo viso sia pallido o arrossito per via del sangue che si ritrova in viso, ma so per certo che quelle iridi chiare in mezzo a tutto quel rosso sono così luminose da stregarmi. I suoi passi felpati e fermi mi riportano a guardare altrove, cercando all'istante un panno bianco. Mi avvio verso dei mobili grandi, rovistando tra i cassetti delle bende e un semplice tovagliolo di stoffa. La prima bottiglina che trovo su un tavolo l'afferro, gettando il contenuto sulla stoffa e arrivando a lui alla velocità della luce.

Lui mi osserva, mi studia, rilassa i muscoli e poi va a sedersi su un tavolo con le gambe penzolanti e i pugni sporchi serrati che stringono il bordo ferroso. È arrabbiato,
lo vedo e lo sento, anche se all'apparenza sembra sereno, i suoi occhi staranno gridando aiuto.

<<Fermati, ragazzina...>> sussurra, assumendo l'espressione in una smorfia di dolore. Ma non gli do retta, gli vado contro tendendo il braccio sotto il suo viso, gli mostro il panno e un sorriso forzato che porto di lato.

<<Cosa ti è successo?>> la voce mi esce senza controllo e il suo viso si innalza velocemente su di me facendomi sobbalzare.

<<Non parlare>> questa volta il suo tono sembra graffiato e non appena le sue iridi prendono lucentezza capisco che stia per piangere. Prende il panno dalle mie mani sfiorando le mie dita e sporcandole col suo sangue. Se ne accorge, e prima che possa ripulirsi il viso afferra la mia mano per tirarla a se e infilare il panno tra le dita. Ritraggo il braccio prima che possa continuare, perché uno strano formicolio ha preso a danzare nel basso ventre, portandomi a stringere i pugni dietro la schiena. La sua presa sembra demordere, lasciando cadere il panno sul tavolo quando ormai sono le sue mani a ripulirgli il viso, ma a cadere non sono solo le sue braccia, ma anche le sue lacrime.

<<Asher>> come dal nulla il suo pugno arriva alla mia spalla afferrando la mia divisa con una velocità mai vista. Mi tira a se e quando la presa inizia a stringere sempre di più allungo una mano attorno al suo braccio, stringendola al suo polso.

<<Sparisci dalla mia vista ragazzina, non fartelo ripetere>> ringhia tra i denti con la mascella serrata, portando infine il capo sul pavimento e al contempo alzarsi per avviarsi alla porta.

Perché allora è venuto qui se sta andando di nuovo via?
Cosa cercava in realtà?

Gli sto dietro fino a quando non esce all'aperto,fuori dal dormitorio dove l'aria è più fresca. La sua rabbia, però, non sembra cedere. Tira un calcio sul terreno polveroso e quando si accorge che la porta alle sue spalle è ancora aperta si gira per ritornare a chiuderla. Peccato che ci sia io sulla soglia, la dove lui si ferma nuovamente venendomi incontro.

<<Di certo non è questo quello che mi spaventa, ma perché un uomo così forte pianga per spezzare il suo dolore e la sua rabbia. Non si addice alla sua personalità impavida, non un uomo vigoroso come te>> gli sussurro tristemente con gli occhi puntatisui suoi stivali, ma ciò che queste parole mi fanno sentire mi riportano ai tempi in cui c'era ancora mio fratello.
Lui era forte, ma troppo spesso si faceva abbattere dal dolore e dalla rabbia.

Amami Per Sempre Capitano || Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora