19. Andiamo a casa

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Verso l'ora di pranzo, mia mamma torna a farmi visita, per dare il cambio a Taylor.

C'è stato un momento, oggi, in cui il suo sguardo mi ha fatto dimenticare l'incubo che ho vissuto due notti fa.

La sua sola presenza, mi tranquillizza... Mi rasserena.

La guardo andare via, sorridendole incoraggiante, ma in realtà non vedo l'ora che torni.

Passo il pomeriggio parlando del più e del meno con mia mamma, un po' dormo, un po' guardiamo video da ridere su YouTube col suo smartphone.

Amo mia madre, è la donna più forte che io abbia mai conosciuto.

Il modo in cui rende leggera l'atmosfera in questa camera d'ospedale lo dimostra, qualunque mamma avrebbe perso la testa in una situazione simile, ma non lei.

Verso le 18 entra un dottore nella mia stanza, vecchiotto, dall'aria burbera.

Saluta in maniera impersonale me, ignorando totalmente mia mamma, il ché mi innervosisce, ma cerco di non darci troppo peso.

-Signorina... Cooper- dice, leggendo il mio nome scritto sulla cartella che tiene in mano, per poi schiarirsi la voce.

-Allora, qui sembra tutto a posto, perciò tra breve compilerò le carte per le sue dimissioni. Questa sera può tornare a casa. Però... - si interrompe, mentre io e mia mamma ci lanciamo uno sguardo allegro.

-Però quando si subiscono abusi, come nel suo caso, è difficile stabilire se la psiche ne abbia risentito. A volte questo tipo di... fatti, ci mettono un po' di tempo a scatenare traumi di qualsivoglia genere. Perciò il mio consiglio è quello di rivolgersi a uno specialista col quale parlare dell'accaduto. Ho molta esperienza in questo tipo di situazioni, purtroppo... E sono certo che parlarne con uno psicologo, la aiuterà a somatizzare. - conclude serio il dottore.

Io sento il sangue gelarsi nelle mie vene... Il terrore torna a fare capolino nella mia mente, sulla mia pelle, dentro le mie ossa...

-Ma... Devo proprio andare dallo strizzacervelli? Non posso... Somatizzare a modo mio? Io... Non sono pronta per parlarne. Non voglio parlarne. - dico in un sussurro, terrorizzata, fissando il vuoto.

Il dottore si avvicina con un sorriso di circostanza, sistemandosi gli occhiali.

-Capisco che possa essere difficile parlarne. Ma questo è il consiglio che le do. Ecco, tenga- dice, porgendomi un biglietto da visita.

-Quando se la sente, chiami questo numero. Conosco bene questo psicologo, è davvero molto preparato. Ora mi segua, mi serve una sua firma. - dice, per poi farmi segno di andare con lui nell'ambulatorio di questo piano.

Quando torno in camera, mia mamma ha finito di sistemare le mie cose in una piccola valigia, e noto con enorme gioia che Taylor è tornata.

-Sam! - esclama, illuminandosi in viso.

Mi corre incontro e mi stringe forte.

-Dai, usciamo di qui! - propone, entusiasta.

-Tesoro, se non hai bisogno di me, io dovrei tornare in ufficio. Ho del lavoro arretrato e... Visto che sei in buone mani... - inizia, strizzandomi un occhio mentre mi sento arrossire,
-Lascio che sia Taylor ad accompagnarti a casa. Vieni qui... - conclude, abbracciandomi con calore.

-Ci sentiamo domani, ok Sammy?-
Chiede, premurosa.

-Certo Mamy, vai pure. A domani - la saluto a mia volta, e quando esce dalla stanza afferro il cellulare e lo metto in borsa, mentre Taylor si occupa della mia valigia.

-Sai, quando siamo state interrotte dall'infermiera, questa mattina, stavo per proporti una cosa... - inizia Taylor, esitante, mentre insieme percorriamo il lungo corridoio che porta agli ascensori.

-Mmh? Ah, si è vero! Cosa volevi propormi? - chiedo, curiosa.

-Beh, visto che mi sono presa una settimana di permesso, pensavo che... Se ti fa piacere, naturalmente... Perché sai, non vorrei rompere le palle... Però forse potrei anche esserti di aiuto, sai... Nei momenti un po' così... - farguglia, quasi in imbarazzo.

-Eddai, tesoro, vuoi finire questa frase che sto diventando vecchia?! - scherzo io, cercando di alleggerire la tensione, mentre schiaccio il bottone di chiamata dell'ascensore.

Lei si gira verso di me, e con un visino adorabile, mi dice:

-Ecco, potrei stare da te, in questi giorni. Cosa ne dici...? -

E mi sento improvvisamente così sollevata, così felice, nel sapere che passerò i prossimi giorni con la mia migliore amica!

In tutta risposta le butto le braccia al collo, abbracciandola proprio nel momento in cui l'ascensore si apre, e un gruppo di infermiere vi escono, guardandoci incuriosite.

-Andiamo a casa! - esclamo felice, trascinandola in ascensore con me e iniziando a cantare come una scema Finesse di Bruno Mars, seguita a ruota dalla mia migliore amica.

Spero che lo psicologo che mi ha consigliato il dottore non si trovi da queste parti... Perché se mi vedesse fare la pazza in questo modo, mi rinchiuderebbe immediatamente!

Nota autrice:

Ciao tesori!

Ho iniziato da meno di un mese la pubblicazione dei capitoli, e sono felice che le visualizzazioni stiano salendo in fretta! Ringrazio tutti voi lettori, grazie a chi sta leggendo e votando il mio libro, grazie a chi commenta, insomma grazie del vostro supporto! 😘 😘 😘 😘

In questi giorni sto pubblicando molti capitoli, perché purtroppo mi sono fatta male (distorsione alla caviglia, forse è rotta 😱😱😱) e quindi mi tocca stare a casa dal lavoro... Perciò al mattino, mentre il mio bimbo si trova all'asilo, io finalmente ho un po' di tempo per dedicarmi alla scrittura, senz'altro una delle mie più grandi passioni. 😍

Spero che continuerete a seguire il mio libro con entusiasmo! 🤩

Ciao a tutti e buona lettura!😘🙋🏻‍♀️📚 😎

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