32. Un pericoloso psicopatico

140 5 9
                                    

L'atmosfera, in questo salotto, si fa cupa, pesante...

Doug se ne stà qui in piedi, ancora nudo, con i pugni stretti e uno sguardo collerico fisso sul pavimento.

La sua espressione fa quasi paura. Ma io non voglio più avere paura di nulla...

Stringo più forte la mano di Taylor, e lei fa lo stesso, mentre insieme lo guardiamo in un misto tra pietà e disgusto.

-Beh? Non dici niente? - lo provoco, per vedere che cosa si azzarderà a dire.

Lui alza lentamente lo sguardo su di me, i lineamenti del suo bel viso contorti dalla rabbia.

-Tu come cazzo ti sei permessa di venire qui in casa mia senza avvisare? - ringhia, rude.

-Intanto modera i termini, coglione. E si, finalmente te lo posso dire in faccia... Sei UN COGLIONE. - lo zittisce Taylor, già sul piede di guerra.

-E comunque te l'ho già detto cosa ci faccio qui, sono venuta a prendere le mie cose. Mi avevi detto di non essere a casa, in questi giorni, nel pomeriggio... Quindi eccomi qui. Ma non temere, non ci tornerò mai più. - lo rassicuro sarcastica, continuando a mantenere la calma, porgendogli la chiave di casa sua, che lui afferra bruscamente.

-Poverino, è arrabbiato perché lo hai colto con le mani nella marmellata... - commenta Taylor, compiaciuta, rivolta a me.

-Samantha, tu sei la MIA fidanzata, e resterai solo mia finché avrò vita. - annuncia, minaccioso, un'aria da pazzo in viso.

-Tu non sei normale... E io non sono né tua, né di nessun altro. Non so neanche come tu faccia a pensare una cosa del genere, dopo tutto quello che hai combinato... - lo riprendo, la mia voce trema ma continuo a parlare lo stesso. Non posso fermarmi proprio ora!

-No, non esiste. Tu sei mia. È vero, ogni tanto mi prendo qualche nottata di "svago". Ma questo non significa che tu possa decidere di mollarmi come e quando ti pare. E per il futuro, non voglio più vederti in compagnia di questa troietta della tua amica. - annuncia, come se potesse permettersi di dettare legge.

OK, non è DECISAMENTE normale. È pazzo, e da legare, pure.
Sinceramente non mi sarei mai aspettata che potesse arrivare a dire assurdità simili, ma me ne tirerò fuori, questo è certo!

Perché può anche avermi insultata, umiliata, usata, ma... Chiamare "troietta" la MIA Taylor, impedirmi di frequentarla, impormi addirittura di rimanere con lui contro la mia volontà... È una cosa che non accetterò mai.

Sferro un pugno contro il suo naso con tutta la forza che possiedo, e il mio movimento improvviso lo coglie di sorpresa.

Lo prendo in pieno, lui impreca sonoramente portando le mani al naso, che inizia a sanguinare copiosamente.

-Tu... Brutta... - farfuglia, a fatica, fissandomi con odio.

-Non la passerai liscia, quello che ti ha fatto quel maniaco non sarà nulla, rispetto a quello che ti farò io, puoi starne certa...perché questo, ti meriti... - minaccia Doug, e alle sue parole la mia sicurezza vacilla, tornano a farmi visita i ricordi di quella maledetta notte, sgrano gli occhi terrorizzata e sul suo volto rivedo l'espressione del mio aggressore, quegli occhi vacui e terrificanti...

Ma al mio fianco Taylor si muove rapida come un ninja, e sferra un calcio sulle palle a Doug, che urlando dal dolore si accascia a terra agonizzante.

-Se proverai anche solo a TOCCARE la MIA ragazza, ti ucciderò con le mie stesse mani. Non sto scherzando, toccala, e sei morto, pazzo di uno stronzo psicopatico. - lo avvisa, un'espressione omicida in viso.

Io rimango a bocca aperta, Taylor è stata fantastica e mi ha difesa, ma la serietà con cui ha pronunciato quelle parole, mi fa quasi paura... D'altronde non posso biasimarla, anche io per lei avrei fatto lo stesso, in una situazione analoga...

E Doug ha meritato sia il pugno, che il calcio che gli abbiamo riservato.

Pensavo fosse solo un donnaiolo, ma... Ora so che è pericoloso, desidero solo stargli alla larga.

Mi accorgo di stare tremando.

Se ne accorge anche Taylor, così mi prende gentilmente per le spalle, stabilendo un contatto visivo con me per rassicurarmi.

-Tesoro, ora prendi tutta la tua roba, io controllo che questo coglione non te lo impedisca. Tieni- mi dice, porgendomi la valigia che ho portato.
Io annuisco senza dire nulla, i suoi occhi blu mi infondono il coraggio che ho appena perduto, così lancio un'ultima occhiata a quest'uomo che si lamenta dal dolore, accasciato a terra, chiedendomi come ho potuto stare con una persona del genere.

Poi mi scuoto dai miei pensieri, e alla velocità della luce prendo i miei vestiti dal suo armadio, e il mio porta documenti dalla credenza.
Metto tutto in valigia, la chiudo e poi torno in salotto.

Doug non si è mosso da lì, ma quando mi vede, a denti stretti parla un'ultima volta.

-Avrai... Quello che ti meriti... Lei non può proteggerti per sempre... -

A queste parole, Taylor gli sferra un'altro calcio, questa volta sullo stomaco.

-No, TU hai avuto quello che ti meriti. - dice secca, guardandolo con un odio sordo, poi mi prende per mano e mi trascina in fretta fuori da questo appartamento in cui spero vivamente di non dover più tornare...

Il tragitto di ritorno, in taxi, procede silenzioso.

Taylor mi stringe a sé per tutto il tempo, ma anche se il mio corpo si trova qui con lei, la mia mente è altrove.

Ripenso alla mia vita, a come mi piaceva, prima di tutti questi cambiamenti.

Ripenso alla serenità con la quale vivevo...

Ora, in questo momento, non sento più niente. Lo zero assoluto.

Quasi non mi accorgo che la mano con cui Taylor mi tiene stretta a sé, sta accarezzando delicatamente la mia schiena, quasi non sento il suo profumo per me inconfondibile, mentre i suoi capelli lisci come la seta solleticano la mia guancia.

Rivedo solo il viso di Doug che si trasforma in quello del maniaco che mi ha aggredita...

Quando torniamo al mio appartamento, lascio cadere a terra la mia valigia con un tonfo sordo, mi guardo intorno come uno zombie, quasi come se in casa mia mi sentissi... Spaesata.

-Tutto ok? - mi chiede piano Taylor, accompagnandomi verso il divano, dove si siede trascinandomi al suo fianco.

Io non riesco a risponderle, il mio sguardo è perso nel vuoto. Fisso il panorama dalla vetrata di fronte al divano, senza guardarlo realmente.

-Hei... - Taylor gira il mio viso verso il suo, e quando i miei occhi incrociano i suoi, torno in me.

-Io... Mi sento così... - riesco a dire, senza nemmeno sapere come completare la frase.

-Lo so... Vieni qui... - dice, poi mi stampa un bacio delicato sulle labbra, sulle mie labbra tremolanti... Improvvisamente, scoppio a piangere. Disperatamente, senza controllo, perché a tutto quello che mi è successo, si è aggiunta una cosa nuova... Un ex ragazzo pazzo, che molto probabilmente tenterà di farmi del male... Questo è troppo.

-Ho...tanta paura... - confesso, tra i singhiozzi, mentre Taylor mi stringe in un abbraccio consolatorio.

-Lo capisco, ma non temere, non ti farà nulla. Perché se anche solo ci provasse, non rimarrebbe vivo abbastanza a lungo per raccontarlo. - dice Taylor, ma nella sua voce non c'è il solito sarcasmo.

È dannatamente seria, e nei suoi occhi vedo ricomparire quell'ombra che qualche giorno fa l'aveva incupita.

-Di sicuro chiamerò la polizia... Non... Non posso non far nulla, lui è... È pericoloso...- insisto, ancora terrorizzata.

-Fai quello che ti senti, Samantha. Ma finché respiro, non permetterò che ti accada nulla... Nessuno deve più toccarti. Non lo sopporterei, perché nessun altro deve subire quello che ho... Che hai subito tu. Lo giuro sulla mia vita, se ti tocca, è morto.-

Confused SexualityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora