36. Novità in vista

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-Ah, davvero? Devi dirmi una cosa? - chiedo, incuriosita, a Jack.

Ma poi mi torna in mente ciò che è accaduto ieri, e penso sia urgente che lui lo sappia...

Istintivamente, stringo più forte il mio smartphone, poi prendo un respiro profondo.

-Si, splendore, senti qua: io...- inizia Jack, ma anche se sembra poco educato, lo interrompo.

-No, Jack aspetta, io... Se non mi avessi chiamato tu, lo avrei fatto io... C'è una cosa che devo dirti. È successo ieri sera... - inizio, esitante.

-Cosa è successo?- mi chiede subito, tornando serissimo.

-Io... C'entra Doug. Ieri credevo non fosse a casa, così sono andata al suo appartamento per riprendermi le mie cose... E l'ho trovato con una ragazza.- racconto, parlando lentamente.

-Cazz... Mi dispiace, Sam, davvero. Lui è un vero stronzo, e se avessi potuto, te lo avrei detto prima... -

Si infuria Jack, imprecando dall'altro capo del telefono.

-Ecco, non è questa la parte peggiore... A me non importa se si porta a letto altre donne, tanto avevo già deciso di mollarlo... Il fatto è che...- mi interrompo, improvvisamente di nuovo terrorizzata. Quel suo sguardo...

Non c'era traccia di umanità, non c'era traccia di quell'uomo che pensavo di amare.

-Oddio, cos'altro ha fatto? Ti prego, Samantha, dimmi che non ti ha fatto del male... - sussurra Jack, in attesa.

-No, non ancora. Ma... Io e Taylor lo abbiamo provocato, io gli ho detto che lo avrei lasciato e ho messo in guardia la sua ultima conquista su di lui. Quella ragazza mi ha ringraziata e se n'è andata, infuriata con lui, e lui ha pure avuto il coraggio di arrabbiarsi con me. Ha detto... Cose terribili, Jack... Mi ha detto che... - mi interrompo di nuovo, la mia voce trema.

-Che cosa? Samantha, ti prego, continua! - mi incita Jack, con impazienza.

-...dapprima ha detto che anche se si scopa altre donne, io DEVO rimanere con lui, e che devo smettere di vedere Taylor, visto che a lui non va a genio... Ma quando gli ho detto che è un folle a pensare questo, ha insistito. Così gli ho dato un pugno. Allora, lui mi ha detto che quello che mi ha fatto quel maniaco, non è niente, in confronto a quello che mi farà lui se non gli ubbidisco... - Concludo tutto d'un fiato, cercando di non agitarmi di nuovo.

Silenzio.

-A quelle parole, Taylor gli ha dato un calcio sulle palle, anche lei era furiosa... Lo ha messo K. O., io mi sono ripresa la mia roba e siamo tornate a casa. - continuo, ma dall'altro capo del telefono non percepisco ancora alcun suono.
Così continuo a parlare, perché questo silenzio mi sta uccidendo.

-Ho avvisato mia madre, a quanto pare ha un amico che detiene un ruolo importante nella polizia di Orlando. Doug gli è stato già segnalato, quindi mi auguro che qualcuno lo tenga d'occhio... Però, Jack... Tu non hai visto il suo sguardo... I suoi occhi... Faceva paura, sembrava pazzo... Io non credo che si arrenderà facilmente... - gli confido, ma ormai non so più cosa dire, così mi interrompo, aspettando che Jack dica qualcosa.

Ma per un po' non lo fa.

-Jack? Sei ancora lì? - lo riprendo, per capire se sia ancora vivo.

-Sam...- dice soltanto, e dalla sua voce, capisco che in questo momento sia sconvolto almeno quanto me.

-Tutto bene?- gli chiedo cautamente.

-È solo che... Avevo capito quanto era stronzo. Quando ti ha dato della "puttanella" avrei voluto ucciderlo. Ma questo... Questo è inaccettabile, e ti giuro che se fosse qui, lo ucciderei con le mie stesse mani per quello che ha osato dirti, cazzo! - infuria Jack, fuori di sé dalla rabbia.

Aspetta un momento... "puttanella"...?

-Jack, ma quindi il giorno del vostro litigio, Doug stava dando della "puttanella"... a me?! - deduco, incredula.

-Certo, perché credi che gli abbia quasi rotto il naso? Quel pezzo di merda ti ha insultata, dopo che è stato lui a passare dal tuo letto a quello di un'altra ragazza, la sera del vostro anniversario... E mi ha addirittura pregato di coprirlo.- mi racconta, e nonostante la situazione, nonostante la rabbia, l'ansia, la paura... Non posso fare a meno di sentirmi lusingata, del fatto che Jack abbia difeso il mio onore.

Il mio cuore batte velocemente, sento le guance scaldarsi e, se lui fosse qui, vorrei solo abbracciarlo forte...

-Jack, grazie... - dico, commossa.

-Grazie...? Splendore, io non ho fatto un bel niente. Non ancora, almeno. Ma stanne certa, mi assicurerò che quello stronzo non osi farti nulla.- mi assicura, con un tono determinato che mi infonde protezione.

Cavolo, quanto vorrei che fosse qui...

-Ti...ringrazio, davvero. Volevo chiamarti perché, beh, sei il mio avvocato ma... Sei anche un mio caro... Amico, giusto? - affermo, con un tono che mi esce vagamente interrogativo.

Lui esita.

-Certo splendore, io per te ci sarò sempre. Ricordatelo. Ora dovrei andare, ma ci sentiamo molto presto... Ok?- chiede, addolcendo il tono.

-Si, naturalmente. Ti lascio, anzi, grazie di avermi tenuto compagnia tanto a lungo. Sei davvero... Fantastico... - ammetto, un po' in imbarazzo, per poi riattaccare.

Rimango ancora sul pavimento, col telefono in mano a fissare il vuoto.

Poco dopo Taylor entra nel mio monolocale, e la sento sussultare.

-Oddio! Ma cosa è successo, qui?- si allarma, avvicinandosi subito a me.

Io mi giro a guardarla, con aria spaesata.

-Ho avuto... Un attacco di panico. Ma per fortuna, Jack mi ha chiamata proprio in quel momento... - le rispondo, probabilmente con un aspetto stravolto.

-Ah, si? E... Sei riuscita a placare l'attacco? - si stupisce, accarezzandomi la schiena.

-Ci è voluto un po', ma Jack è rimasto con me al telefono per tutto il tempo, finché un po' alla volta ho ripreso a respirare.-

Lei annuisce piano, verificando che io non mi sia fatta alcun male durante la caduta.

-E... Sei riuscita a parlargli di Doug? - mi chiede Taylor.

-Si, gli ho detto tutto, si è infuriato, ma era contento che io gliene avessi parlato. -

-Bene... Hai fatto la cosa giusta, Sam. E lui invece, cosa doveva dirti? - chiede ancora, fingendo disinteresse quando in realtà, penso stia tentando di gestire la sua gelosia.

-Ehm, niente, perché? -

-Beh, ti ha chiamata lui. A rigor di logica, può averti chiamata per due motivi: per sapere come stai, o per dirti qualcosa. No? - dice Taylor, ovvia.

-Cavolo! Hai ragione. Mi stava per dire qualcosa, ma io l'ho interrotto, e poi mi sono dimenticata di chiedergli cosa volesse dirmi!- esclamo, ricordandomi all'improvviso di essere stata molto maleducata.

-Pazienza, me lo dirà un'altra volta... Tu invece? Tutto bene al lavoro?- le chiedo, mentre lei inizia ad aiutarmi a raccogliere da terra i soprammobili che avevo fatto cadere.

-Si, si... Ma lunedì dovrò assolutamente riprendere a lavorare. Mi spiace tanto, Sam... Hanno davvero bisogno di me. Però verrò a trovarti dopo il lavoro, ok?- si scusa, accarezzando i miei arruffati capelli biondi.

Io annuisco, un po' depressa. Preferirei che stesse qui con me, specie perché non andrò al lavoro neanche la settimana prossima... Una intera settimana a casa da sola, senza far nulla, sarà davvero infinita...

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