31. Minacciare vendetta

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Dopo una rilassante mattinata trascorsa facendo una passeggiata al lago, abbiamo deciso di fermarci in un cocktail bar per un aperitivo.

E ora stiamo sorseggiando i nostri drink variopinti, godendoci il panorama mentre chiacchieriamo amabilmente.

-Si, hai ragione, quelle scarpe sono meravigliose. Ma non guadagno abbastanza da potermele permettere... - rifletto, riferendomi a un paio di meravigliose décolleté beige firmate Manolo Blanik.

-Già, già... Ma hai cambiato di nuovo discorso. Allora, ci andiamo o no a casa di Doug, oggi pomeriggio, per riprendere la tua roba? - mi riprende Taylor, con aria divertita.

-Cacchio... Non sai quanto vorrei non doverci andare. - piagnucolo, fissando la frutta presente nel mio drink.

Non ho veramente, veramente voglia di andarci.

Ma devo, se voglio riavere la mia roba senza inutili scenate da parte di quello stronzo del mio quasi ex fidanzato.

-Allora? Prima lo facciamo, prima potrai chiudere questa storia! Non credi? - mi convince persuasiva Taylor, per poi portare la sua cannuccia alla bocca con fare sensuale.

-Uff, hai vinto. Dopo pranzo ci mettiamo all'opera, prenoto il taxi. - mi arrendo, componendo il numero della ditta di taxi per fornire il mio indirizzo e l'orario in cui lo aspetteremo.

-Ottimo, brava! Ci mangiamo del sushi per pranzo? - mi propone, facendomi venire l'acquolina in bocca.
Entrambe adoriamo il sushi...

-Non sai quanto ho atteso questo momento... Sono così felice di accompagnarti in questa crociata in cui ti riprenderai la tua vita! - continua, solare.

La sua allegria è contagiosa, in effetti sono felice anche io, di certo però vorrei andare avanti veloce di una settimana, fino a quando lo avrò già mollato.

Esulto felice al solo pensiero del sushi, pregustandomi dei deliziosi nigiri di salmone, degli uramaki ebiten, del sashimi... Mmmh, che bontà!

Dopo un pranzo che ci ha portate a mangiare talmente tanto che praticamente abbiamo perso ogni dignità, facciamo ritorno verso casa mia, dove mi affretto al mio monolocale per recuperare una valigia in cui poter ficcare tutta la mia roba, mentre Taylor attende il taxy fuori dal palazzo.

La raggiungo nel giro di pochi minuti e noto che il taxi è già arrivato.

Ci accomodiamo sui sedili posteriori, fornendo al taxista l'indirizzo di Doug, e in una decina di minuti arriviamo a casa sua.

In ascensore, Taylor mi prende la mano stringendola forte, guardandomi con fare incoraggiante.

Io le sorrido debolmente, un po' in ansia.

So bene che Doug non è a casa, ma anche il solo pensiero di dover entrare in casa sua, mi mette agitazione.

Quando l'ascensore si apre, ci avviamo verso il suo appartamento.

Inserisco piano la mia copia della sua chiave nella toppa, girandola lentamente come se avessi paura che qualcuno potesse sentirmi.

-Dai, non preoccuparti. Lui non c'è! - insiste Taylor ridacchiando alla vista della mia espressione furtiva.

-Non sei mica una ladra! Stai solo andando a prendere le tue... Cose... - conclude Taylor per poi zittirsi di colpo.

Una volta dentro l'appartamento di Doug, per poco non pestiamo qualcosa...

Mi viene un colpo. Sul pavimento ci sono dei vestiti, alcuni di Doug, altri invece sono palesemente femminili, e anche piuttosto sexy. Io e Taylor ci lanciamo un'occhiata, poi sentiamo qualcuno gemere dal piacere. Il suono proviene dal salotto.

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