3. La migliore amica

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Guardo l'ora: sono le 19,35

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Guardo l'ora: sono le 19,35.

Poco fa mi sono cambiata, indossando una semplice canottiera rosa e degli shorts bianchi.

Ho riscaldato la cena, che ormai si era raffreddata, mentre aspettavo Taylor.

Sento bussare alla porta: sicuramente è lei.

-Entra! È aperto! - le urlo, mentre mi posiziono sotto al condizionatore, accaldata.

-Ehi. Che profumino! - mi saluta la mia migliore amica, sbirciando le pietanze sul tavolo.

-Uuh, come si sta bene qui dentro. Fuori è un forno, oggi! - esclama affannata, avvicinandosi a me per rinfrescarsi a sua volta sotto al getto dell'aria.

Mi cinge la vita da dietro, stringendomi forte.

-Come stai? - mi chiede, stampandomi un bacio sulla guancia.

Mi giro verso di lei, abbracciandola a mia volta.

-Non preoccuparti... Sto bene. Ma sto morendo di fame! Mangiamo? - propongo, con lo stomaco che brontola.

-Certo!- acconsente subito, sedendosi al suo posto a tavola, mentre con una smorfia apre la bottiglia di Martini che ha portato.

La cena trascorre tra risate e e scherzi, è sempre così con Taylor.

È come una sorella per me, posso dirle qualsiasi cosa, lei c'è sempre e comunque.

Ho vissuto a Glasgow, in Scozia, fino all'età di 15 anni, ma non mi è mai piaciuta.

Quando i miei genitori mi portavamo qui in vacanza ad Orlando a trovare i miei nonni materni, amavo avere intorno questi paesaggi, questo clima, queste persone così diverse.
La Gran Bretagna è sicuramente bellissima, ma Orlando è un'altra cosa.

Circa 6 anni fa, i miei hanno deciso di divorziare e per me è stato un sollievo in tutti i sensi.

Erano anni che litigavano di continuo, e tra i loro litigi, la pioggia fin troppo frequente, il clima umido e la pubertà, ammetto che non è stata facile la mia vita in quegli anni. Non ero per niente serena, avevo costantemente una sensazione di ansia addosso.

Quando mia mamma mi ha dato la notizia, l'idea di trasferirmi a Orlando con lei mi elettrizzava.

Ovviamente ero dispiaciuta che la mia famiglia si fosse divisa, ma era la decisione giusta per tutti.

Abbiamo vissuto dai nonni per un po', in periferia, ma poi mamma ha comprato casa vicino al centro, dove vive anche ora.

Mio papà mi veniva a trovare un paio di volte l'anno, ma la sua vita era a Glasgow, perché lui è cresciuto lì, e ama molto viverci.
Ha un carattere un po' burbero, ma è un buon padre, dopo tutto.

Con mia madre ho sempre avuto un bel rapporto, che non ha fatto altro che migliorare, una volta giunte qui.
Ci siamo unite indissolubilmente, fin da subito.
Per aiutarla a pagare i conti della casa in cui vivevamo, di giorno andavo a scuola, e la sera nel weekend lavoravo in un bar.

Ero sempre un po' stanca, barcamenandomi tra lavoro e studio, ma sapevo che quella era la cosa giusta da fare per non far pesare tutte le spese su mia madre.

A scuola, ho conosciuto Taylor.

Il primo giorno di scuola in seconda liceo, mi sentivo un pesce fuor d'acqua: non è mai semplice integrarsi in una classe già formata.

Ma Taylor mi ha vista lì, seduta da sola in ultima fila, e non ha esitato un secondo a sedersi vicino a me, sebbene avesse già il suo gruppo di amiche.

Da quel giorno siamo diventate inseparabili, e difficilmente riuscirei ad immaginare la mia vita senza di lei.

Passavamo i pomeriggi a studiare insieme, a spettegolare sulle nostre compagne che se la tiravano, ad andare in giro per la città... E nel weekend, nonostante io fossi costretta a lavorare, lei si piazzava al bancone del bar e nei momenti di tranquillità riuscivamo addirittura a bere qualcosa assieme.

C'è sempre stata, in pochi anni è diventata un pilastro fondamentale nella mia vita.

Vedo che mi fissa, con un sopracciglio alzato, anche se il suo sguardo è dolce.

-A che pensi, Sam? - mi chiede, con voce soave.

-Oh... In realtà stavo ripensando a quando ci siamo conosciute. Sai, mi sei stata subito simpatica... - le rispondo, posando una mano sulla sua, grata.

La vedo arrossire un po'.

-Anche tu, tesoro. Ti voglio bene- mi dice con affetto, e per qualche secondo ci guardiamo negli occhi.

Siamo entrambe alticce, ci siamo scolate quasi tutta la bottiglia di Martini...

Sarà l'alcol, ma penso che Taylor sia davvero una favola.
È bella da mozzare il fiato...

La prima cosa che colpisce di lei, sono senz'altro i suoi occhi.
Sono di un blu-azzurro che ricorda un oceano in tempesta.
Ha un bellissimo viso dalla carnagione chiara, incorniciato da lunghi capelli scuri, lisci come la seta.
E ha un fisico da paura...

A volte mi capita di pensare che se fossi un uomo, le farei davvero ma davvero di tutto...

Ma che mi salta in mente?!

Sussulto sul posto, facendo trasalire anche lei.

-E ora che ti prende?- esclama, ridendo. E la sua risata è così contagiosa, che inizio a ridere anche io come una pazza.

-Ehi, non vorrei farti lavorare questa sera, ma sai preparare i cocktail più buoni della città... Non avresti mica il necessario per farmi un bel Mojito? - mi chiede la mia migliore amica, appoggiando la testa sulla sua mano, mentre appoggia praticamente il seno sul mio tavolo, mostrando la sua generosa scollatura, trattenuta solo da un top azzurro.

Deglutisco a fatica, rendendomi conto che le sto guardando le tette.

Le. Sto. Guardando. Le. Tette.

Samantha.
Svegliati... Devi fare qualcosa o sembrerai una pazza maniaca...

Alzo gli occhi sul suo viso, imbarazzata, anche se l'alcol mi ha mandata un po' in tilt, ma stranamente la vedo sorridere.

-Allora, se hai finito di spogliarmi con gli occhi, me lo fai questo Mojito?! - mi chiede divertita scuotendo la testa, continuando a sorridere.

Io mi alzo di scatto, fin troppo velocemente se consideriamo quanto ho bevuto, così inciampo accasciandomi sul tappeto come un sacco di patate.

Taylor mi raggiunge subito, ridendo.

-Stai bene, Miss Equilibrio? - mi chiede sarcastica, porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.

Io la afferro subito, ma il mio corpo fa qualcosa che la mia testa di certo non gli ha ordinato: la tiro forte per il braccio, facendola cadere addosso a me.

Così ci ritroviamo appiccicate l'una all'altra, e posso osservare da vicino il suo bellissimo viso.

La osservo mentre si morde il labbro inferiore, e trovo questo semplice gesto così incredibilmente sexy...

E quando percepisco i suoi seni a contatto coi miei, che si muovono velocemente al ritmo del suo respiro, sento dolere il mio basso ventre dal... Desiderio?!?

Ma cosa mi sta succedendo?!

Non mi è mai capitata una cosa del genere... Mi rendo conto che il mio respiro è divenuto affannoso.

E mentre i suoi occhi indugiano sulle mie labbra per poi tornare a guardare i miei con una dolcezza infinita, nessuna delle due sa più cosa dire...

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