40. Non è come sembra!

130 3 8
                                    

-Ehi, Taylor, ma che ci fai qui?- le chiedo, staccandomi immediatamente da Jack.

-Ieri sera avevo dimenticato qui il mio portafogli, se proprio vuoi saperlo! E tu, Samantha, cos'hai da dirmi? Ti lascio sola per una fottuta sera, e tu ti scopi Jack?! - infuria Taylor, fuori di sé dalla rabbia.

Io la fisso di rimando, incredula, alzandomi in piedi senza staccare i miei occhi dai suoi.

-Come hai detto, scusa?! Tu credi che noi abbiamo... Scopato?!?- esclamo, allibita, indicando me e poi Jack, con un movimento nervoso della mano.

Si alza anche Jack, pronto come sempre a difendere il mio onore.

-Taylor, ora calmati. Abbiamo solo dormito nello stesso letto. - le spiega, con ovvietà.

-Certo... Tu con la sottoveste sexy, senza reggiseno e con la treccia da bambolina, e tu col tuo completo da fotomodello di intimo maschile? Nello stesso letto, abbracciati, anzi no... Avvinghiati? E volete farmi credere che non avete fatto sesso?! - insiste Taylor, gesticolando, con uno sguardo collerico da pazza, in viso.

Io inizio ad agitarmi, non mi piace che mi si dia della sgualdrina, specie dopo quello che ho appena vissuto, e se fosse un semplice fidanzato geloso ad accusarmi in questo modo, vista la situazione che in effetti potrebbe sembrare fraintendibile, potrei anche capirlo, ma Taylor... Lei è la mia migliore amica da sette anni, dovrebbe saperlo bene che tipo di persona io sia!

-Davvero non ci arrivi?! Ha avuto un altro incubo, stanotte, e io le sono solo stato vicino, come qualunque altro amico avrebbe fatto. Quindi vedi di controllarti, perché se vai avanti così, non farai altro che farla sentire peggio di quanto già non si senta. È davvero questo che vuoi, Taylor?- le dice Jack, duramente, portando il suo braccio sulla mia schiena per stringermi a sé con fare protettivo.
E concordo in pieno, su tutto ciò che ha detto.
Lei si ammutolisce, fissando entrambi con gli occhi ridotti a una fessura, come se volesse cercare di capire se le stiamo dicendo la verità.

-Quindi...avete veramente solo dormito?- chiede ancora, sospettosa.

-Senti, Taylor... Oggi devo andare dal dottor Allister, non ho tempo per stare qui a rassicurarti. Se vuoi credere a quello che ti stiamo dicendo, bene... Altrimenti, non crederci. Non posso decidere per te. Ma se hai intenzione di continuare questo ridicolo interrogatorio, allora devo chiederti di andartene.- esplodo, ormai ben più che esasperata.
Ma lei sembra aver appena visto un fantasma. Impallidisce all'istante, come se all'improvviso non si sentisse bene.

-Allister... Wayne? - esala, con un filo di voce.

Io la guardo, confusa.

-Parli dello psicologo? Si, si chiama Wayne. Perché? Lo conosci?- mi allarmo, alzando le sopracciglia.

-Io... Ne ho sentito parlare. Ora devo andare al lavoro...ti chiamo in pausa pranzo. Ciao... A tutti e due.- dice, vaga, per poi congedarsi rapidamente.

Resto nuovamente sola con Jack, che mi tiene ancora stretta a sé. Abbasso lo sguardo, nervosa.

-Tutto ok? - mi chiede gentilmente, stringendo appena la presa sul mio fianco, facendomi sussultare. Soffro da morire il solletico, così mi scappa una risatina.

-Oh, scusami, non volevo farti il solletico...-si scusa lui, premuroso, ma io gli sorrido.

-No, tranquillo, in realtà ci... Voleva. Si, Jack, io sto bene. Solo che mi spiace che Taylor abbia questa considerazione di me, credevo che mi conoscesse meglio di così. - gli rispondo, tornando seria.

-Sai, io penso che lei in fondo sappia che tu non faresti mai una cosa del genere. Ma il problema è che quando si è gelosi, non si ragiona in maniera razionale. Comunque vedrai che le passerà, ne sono certo. - mi tranquillizza, posando la sua mano calda sulla mia guancia.

Confused SexualityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora