Sentii bussare.
Immediatamente mi alzai dal letto con il cuore che batteva a mille dall'ansia, e gettai il telefono sul letto. Ultima chat che stavo fissando? Quella di Alex, dove l'ultimo messaggio era un suo "Sto arrivando. Aspettami." Corsi velocemente per le scale e mi gettai sulla porta, per poi aprirla velocemente, ricordando solo dopo di domandare “Chi é?!”Ma sapevo perfettamente chi era.
«Ciao, Giorgio.»
Mi sorrise e mi sciolsi, mi fiondai su di lui e lo strinsi forte, mentre lui lasció la mano sulla sua valigia che stava trascinando dalla stazione fino a casa mia. Lo strinsi forte e ci abbracciammo forse per una decina di secondi. Stavo bene. E volevo trasmettere la stessa felicità anche ad Alex. Mi staccai poco dopo, sorridendogli. «Scusa e- accomodati, fa freddo fuori... e- vieni, porta la tua valigia in camera dei miei. Potresti dormire nel loro letto, tanto non ci sono.»
Lo sentii annuire e una volta presa la valigia, mi seguí al piano di sopra. Le scale erano molto alte e c'erano dei gradoni da superare. Ragione per cui c'era una differenza notevole di altezza fra chi fosse all'ultimo e chi al primo scalino. E inoltre, erano anche molto strette. Ma avevano anche dei difetti!
Ridacchiai fra me e me, quando poi mi sentii arrivare uno schiaffo su una natica. Mugolai di disapprovazione e gli urlai un "ma cosa diavolo fai?", ma poi risi; effettivamente gli stavo sbattendo il sedere in faccia, poverino.Arrivammo in fretta nella camera dei miei e sorrisi.
«Allora puoi fare quello che vuoi, i cuscini sono quelli ma se vuoi fare cambio con il mio che é più comodo fa pure. E... vediamo, hai fame?»«No, Giorgio, é tutto okay. Sono solo un po' disorientato dal viaggio, ho un mal di testa...»
Corrugai la fronte, avvicinandomi a lui.
«Aish, me lo avevi detto che i viaggi lunghi ti fanno male... non dovresti viaggiare per così tanto in macchina.»«Mi piace guidare.»
Si giustificò il più alto, mentre gli arrivai vicino.«Lo so, ma ti fa male...»
Borbottai, e gli spinsi la testa sul mio petto, per stringerlo ed abbracciarlo. «Vuoi prendere un po' d'aria?» Chiesi, mentre le sue braccia mi avvolgevano.«No, sto bene così... inoltre ho freddo, quindi non so che dovrei fare.»
«Alex...»
Corrugai la fronte e lo guardai con una faccia da rimprovero.«Non mi guardare cosí; non mi hai detto nulla quando sono venuto.»
«Ma sai che sono egoista e... e..»
«E...?»
«E ti volevo vedere, e sapevo che i treni in questi giorni non passano, ed inoltre il biglietto é troppo costoso, e avresti dovuto fare dei cambi e poi-»
Ma a bloccarmi, di nuovo, c'era lui.
«Volevi solo vedermi, vero?»
Mi domandò con tono così serio che mi sentii nudo davanti a lui.«Sí... mi... mi dispiace...»
Borbottai, chiudendo gli occhi per il dispiacere.«Se ho fatto questi chilometri, é per te, quindi non ti lamentare.»
Mi sorrise e mi scompigliò i capelli, per poi togliersi il giubbino e gettarlo svogliatamente sul letto.«Alex...»
Sorrisi, per poi riabbracciarlo.Lui poggiò il mento sulla mia testa e mi avvolse con le braccia, mentre probabilmente pensava a qualcosa.
«Mi farai venire il diabete con tutte queste coccole. Nemmeno mia madre è così.»«Ma la tua famiglia é di apatici, lo sappiamo Alex...»
«Non posso darti torto...»
Borbottò, per poi ridere e stringermi di più.«Meno male che c'é il tuo catorgio, che ti scioglie il cuore.»
«Mh, ma davvero?»
«Vuoi negare?»
Risi sul suo collo.«Beh...»
Lasciò in sospeso la frase ridacchiando.«Dai...»
Mi staccai. «Vado a preparare qualcosa.»«Speriamo non si bruci nulla.»
«Brucerai d'amore per come cucino.»
Gli feci la linguaccia, scendendo al piano di sotto e correndo verso la cucina. Quasi saltellando mi misi all'opera, pensando a che migliore amico avevo. Era davvero un angelo, si era fatto così tante strade per me. Mi sentii speciale.Ma poi, mentre la salsa cuoceva, mi chiesi se avesse voluto farsi una doccia. Così andai al piano di sopra e glielo chiesi, e lui distrattamente annuí, mentre era sul telefono.
Sospirai.«Te li prendo io i vestiti; se aspetto che tu ti muova si fará ora di cena.»
Roteai gli occhi, lasciandomi scappare qualche parola in dialetto per l'abitudine, e aprii la sua valigia dopo averla messa con difficoltà sul letto. Gli presi il pigiama, dei calzini e infine i boxer. Li fissai.«...Ma che taglia porti? Sono enormi.»
Lui alzò lo sguardo dal telefono per guardarmi ed inquadrarmi con il suo cellulare. Probabilmente mi stava facendo un video per il gruppo che avevamo con tutti gli amici che avevamo in comune.
«Eeh, che dire? Ci deve entrare un metro di roba lá dentro.»Mi feci completamente rosso.
«S-stupido, e-e non registrarmi!»
Cercai di scappare, lasciandogli i boxer addosso. Ma lui si alzò e mi rincorse, fin quando non staccò il video e si andò a fare una doccia.Dopo poco, lo vidi scendere in pigiama e sorrisi, mentre con la mano sinistra tenevo ben impugnata la pentola, e con la destra giravo il mestolo in essa. Mi girai verso di lui, credendo mi volesse dire qualcosa.
E all'improvviso, sentii la mia voce tramite il suo cellulare.
«Dai Alex, smettila!»
Cercai di chiudere la porta del bagno.
«Fai vedere che siamo insieme! Oh, questo é il ringraziamento?»
Allora aprii la porta sentendomi il colpa e guardandolo, con le guance un po' rosse.
«Hai ragione... sono stato un po' maleducato...» E mi avvicinai a lui, abbracciandolo. «O-ora stacca il video!» Borbottai, e lo sentii ridere, mentre con un braccio ricambiava e con l'altro, inviava il messaggio.Lui alzò la testa dallo schermo, e mi fisso dritto negli occhi, e io feci altrettanto.
«Giorgio?»
«Sì?»
«Lo ammetto.»
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Oh, you're so sweet. [TheBadNauts/WGF.]
RomanceDove Giorgio e Alex sono due semplici amici che di tanto in tanto, si punzecchiano facendo un passo oltre al limite di amicizia senza nemmeno rendersene conto, ma nessuno dei due osa andarci completamente oltre.