A room. 1/2

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«Io voglio stare dentro!»
Decise Alex, mentre indicava la parte di letto dove voleva stare; quindi, più vicino alla parete. Io annuii sorridendo, eccitato dall'idea di dormire nello stesso letto dell'altro. Mi avvicinai a lui, e prima che potesse dire qualcosa, e stavo per stampargli un dolce bacio sulle labbra, ma mi trattenni ad un respiro da esse.

«Prima andiamo a dare la buonanotte ai miei, mh?»
Sorrisi sulle sue labbra, per poi girarmi ed avviarmi vicino alla porta. I miei genitori erano arrivati la mattina di quel giorno, e così avevamo avuto tutto il tempo per parlare con loro; ovviamente questi ultimi credevano che io ed Alex dormissimo in due letti differenti. Alex avrebbe dovuto dormire nel letto di sopra, dove dormiva mio fratello, che ormai ha una casa per conto suo, ma ovviamente, si sbagliavano di grosso.
Scendemmo al piano di sotto con il sorriso sulle labbra e con la scusa di prendere un bicchiere d'acqua per entrambi, augurai loro la buonanotte con il sorriso, ed Alex mi imitò.

Successivamente salimmo di nuovo al piano di sopra, vedendo che i miei genitori ci seguivamo. Ma quando noi ci fermammo alla prima porta del corridoio, loro camminarono fino in fondo; a dividerci c'era una sola stanza.

Sorrisi ancor di più, emozionato.
Alla fine era solo una dormita nello stesso letto, ma in quel momento per me era qualcosa di diverso.
Entrammo dentro la stanza, e Dio solo sa cosa succede.

Alex si scaraventò contro di me, afferrandomi per le braccia, e mi sbattè contro la porta di camera mia. Io chiusi immediatamente gli occhi, ricambiando quel bacio che immediatamente divenne più passionale. Gli iniziai ad accarezzare i fianchi e lui fece scendere le mani lungo il mio corpo, come a volerlo scoprire, e io lo lasciai fare, mentre facevo altrettanto, spinto da un'insolita emozione.

Lui chiese l'accesso alle mie labbra, e io immediatamente glielo concessi, rilasciando un mugolio di piacere. Quest'ultimo mi fece arrossire ma non fermare, e iniziammo subito quella lotta fra le nostre lingue. Ci assaporavamo. Lentamente non resistetti più, e presi i lembi della sua maglia, gettandola a terra. Lo guardai dritto negli occhi, ed iniziai quasi subito a fare dei passi in avanti, facendolo indietreggiare. Si ritrovò contro l'armadio e quel punto la scena si era invertita: quello con le spalle al muro, adesso, era lui. Scesi con i baci ed arrivai al suo collo, che iniziai a baciare.
In quei baci iniziai ad ansimare, mentre Alex non faceva che toccarmi ovunque volesse, stringermi forte, e questo mi dava solamente la spinta per andare oltre. Risalii verso le sue labbra, iniziando a muovermi su di lui. Facevo degli strani movimenti, andavo solamente su e giú, come se stessi ballando, scontrando ovviamente delle reazioni al suo corpo. Iniziò a muoversi con la mia stessa lentezza e con i miei stessi gesti, lí gli lasciai campo libero.
Era arrivato il suo turno.

Chiusi gli occhi mentre i suoi baci erano più bagnati e sicuri dei miei. Lii sentii scendere lungo il mio collo e bagnarlo; ansimai e iniziai a fare suoni osceni quando mi accorsi che stava utilizzando la lingua. Misi una mano in una sua ciocca di capelli e la strinsi forte; adoravo da impazzire le azioni di Alex. E mentre mi bagnava il collo, le sue mani scesero. Mise una mano sulla mia schiena, sul tratto lombare, e l'altra prese a scendere ancora. La infiló all'interno dei miei jeans stretti già di loro, e mi strinse una natica coperta solamente dai boxer. Gemetti nel suo orecchio, volendo che lo ricordasse, che mi ricordasse; che ricordasse cosa era capace di farmi. In qualche secondo i miei pantaloni si ritrovarono a terra. Lo guardai negli occhi deglutendo a fatica, cavolo se Alex era bravo.

Oh, you're so sweet. [TheBadNauts/WGF.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora