A room. 2/2

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Volevo essere bravo almeno la sua metá, e dimostrargli che non stava giocando con un bambinetto, ma con uno che sa cosa fare. Gli sbottonai i jeans, facendoli cadere a terra. Lui rimase in boxer, e io solo con la felpa addosso; e anche se non voleva ammetterlo, io lo sapevo perché non me l'aveva ancora strappata di dosso: era la sua.
Quella felpa era sua, e se la indossavo adesso, era come se fosse un premio. Era come se fosse una maggiore prova di quanto fossi suo. Perché sí, cavolo, io ero di Alex.

Mi fece girare di spalle, mentre i nostri corpi si muovevano ancora sinuosamente, come se ballassero al ritmo di chissá quale musica. E ovviamente capii che messaggio voleva mandarmi.
Voleva testare quanto io fossi capace in quella situazione. E mi dispiace Alex, ma io so perfettamente quali sono i punti deboli di un uomo.
Tenne salda la presa sui miei fianchi, e io la sfruttai; mi poggiai sui suoi avambracci, mentre lentamente, mi piegai in avanti. Inizia a muovermi lentamente sul suo bacino, e quando mi accorsi che era diventato rigido, mi morsi il labbro inferiore, iniziando a tracciare la sua lunghezza. Mi mossi lentamente, su e giú, strofinando di tanto in tanto.

E penso che Alex ad una certa abbia perso il controllo. Mi fece avanzare e io mi aggrappai con le braccia alla ringhiera del letto di sopra, mentre lui si strusciava velocemente fra le mie natiche, ancora coperte, come d'altronde, il suo membro.
Era uno strano gioco quello che stavamo facendo; ci stavamo solamente provocando.
Io all'improvviso non ci vidi più, ed iniziai a lacrimare per il forte piacere. A mente lucida non avrei pensato quello che stavo pensando; ovvero che desideravo fortemente Alex dentro di me.
Perché forse avrei gradito un altro contesto, un'altra posizione, e magari... un diverso appellativo.
Perché io di Alex non volevo essere un amico, ma il ragazzo.
Ma avevo così paura di rovinare tutto, avevo così paura di non essere ricambiato, che accettavo. Accettavo il fatto di mettere a rischio i miei sentimenti.
Perché la veritá era che Alex mi piaceva.
Mi piaceva da morire.
E mi piaceva il suo profumo, la sua voce, la sua simpatia, i suoi sussurri, i suoi capelli. A me piaceva da morire. E mi piaceva anche in quel modo; sudato ed eccitato, con i capelli arricciati a causa del sudore e affannato. Mi avvicinai a lui, facendo incontrare la mia schiena con il suo petto.
Per me Alex non era solamente passione, non era solamente l'eccitazione, non era solamente... un gioco. Per me era molto di più. E lentamente, gli presi il viso con una mano, avvicinandolo a me. E ci baciammo.

Un'ultima lacrima solcò la mia guancia, e in quell'attimo di silenzio puro, mi accorsi che l'unico suono che interrompeva quella tranquillitá era il suono dei miei battiti cardiaci. Perché il mio cuore batteva così forte che poteva sentirlo anche Alex.

E avrei sperato così tanto, di sapere che anche il suo cuore, battesse così anche per me. E la paura che questo non fosse vero, che Alex non ricambiasse questo sentimento, mi fece staccare immediatamente, quando sentii che alla porta, qualcuno bussó.

Ansimando e guardando l'altro con occhi di paura, mi avvicinai alla porta, aprendola di poco.
«M-Mamma?»
Domandai, guardandola.

«Avete lasciato il telefono di sotto, stava vibrando. Credo sia arrivato un messaggio.»
Guardai il telefono. Era di Alex. Lo presi e ringraziai mia madre, per poi chiudere la porta. Poggiai il telefono sul comodino senza dire nulla, mentre lentamente mi sedetti sul letto. Guardai davanti a me confuso e ripensante alla situazione che era successa poco prima.

Lui probabilmente, aveva lo stesso imbarazzo addosso, dato che non parlò minimamente, e anzi, inizió a fissare anche lui un punto a caso.

Sapevamo che ci stavamo spingendo oltre pur non essendo niente, sapevamo che probabilmente se mia madre non ci avesse interrotti avremmo continuato.

Ma una domanda mi sorse spontanea.

Lui voleva davvero continuare?
Era stata solo eccitazione, o lui davvero mi voleva?
Sarei solo stato uno sbaglio dovuto al momento, oppure lo desiderava come me?
Sarei stato solamente qualcosa che al mattino dopo dev'essere dimenticato, oppure valevo qualcosa...?

E ad interrompere la mia scia di pensieri, fu Alex stesso.
«Giorgio?»

Al sentirmi chiamare, alzai la testa per vederlo. Lui mi guardò dritto negli occhi, ma fu questione di pochi attimi. Poco dopo li richiuse, e io feci lo stesso, quando sentii le sue labbra posarsi nel modo più dolce e delicato che esista sulle mie.

E li ebbi la conferma ad ogni dubbio:
Alex mi voleva davvero.

Oh, you're so sweet. [TheBadNauts/WGF.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora