I'm yours.

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«A-Alex...»
Lo guardai per qualche secondo, per poi fiondarmi su di lui con una velocitá assurda. Gli saltai in braccio, e lui per reggermi mi mise le mani sulle cosce. Mi reggeva. Gli presi il viso fra le mani, baciandolo a stampo. Dopo poco, con il viso bagnato dalle mie numerose lacrime, gli risposi. «S-sí, Alex, sí...»
Borbottai e lui sorrise sulle mie labbra. «S-stiamo insieme?»

«Beh, direi proprio di sì...»
Mi guardò emozionato lui, per poi rispingermi verso le sue labbra. Io ricambiai velocemente, schiudendo le labbra. Iniziò un bacio più passionale, e mi staccai solamente per chiedergli di sedersi da qualche parte. Si sedette sulla panchina che gli stava dietro e io rimasi su di lui, a cavalcioni. Lo ribaciai, e di nuovo. Possibile che ogni bacio mi sembrasse il primo? Era qualcosa di così strano. «...Non so se sfruttare quella cosa del "puoi fare quello che vuoi" adesso o a casa...»

«Perchè?»
Domandai. Non aveva ancora capito?

«Perchè magari a casa c'é la speranza di concludere qualcosa, se capisci che intendo.» Mi fece l'occhiolino. «Ma io adesso ho voglia di toccarti... ma se lo facessi poi non faremo comunque nulla...» Borbottò mettendo un adorabile broncio.

«Alex... non l'hai capito...?»

«Che cosa?»
Mi guardò alzando le sopracciglia.

Io arrosii leggermente.
«I-Io... da oggi sono tuo, no...? P-Puoi fare quello che vuoi sempre...»
Arrossii a quello che dissi, chiudendo gli occhi per l'imbarazzo e coprendomi il viso con le mani. Vedere la sua espressione sorpresa mi aveva sentire a disagio... avevo forse sbagliato le parole...?
Cioè, non era così che funzionava in una coppia?

«Perchè non me l'hai detto prima?»
Disse come chissá quale scoperta avesse fatto, per poi mettermi una mano dietro la schiena e spingermi contro la panchina stessa. Mi fece sdraiare con non molta delicatezza ma non mi feci niente, e salí sopra di me.

«A-Alex-»
Strinsi la sua maglia fra le mani, facendomi rosso quando sentii che mi stava facendo la mascella.

«Mh?»
Domandò, mentre non si fermava un secondo dal fare il suo lavoro.

«Q-quando intendevo "quello che vuoi" n-non intendevo all"aperto...»
Mormorai, ma non sentii che si fermò, anzi: iniziò a baciarmi il collo in modo bagnato. Mi morsi forte il labbro, inarcando la schirna. «N-No, Alex, n-non riesco a-a non fare rumore, ti prego, basta...»

«Allora fallo...»
Sorrise sul mio collo, accarezzandomi un fianco. «Fai rumore; fammi sentire ome ansimi per me...» Sussurrò, e mi fece mettere una gamba attorno alla sua vita. Per una questione di comoditá, feci fare lo stesso all'altra gamba.

«A-Alex, ma che dici...»
Sussurrai, lasciandomi scappare un gemito più acuto, quando iniziò a fissarsi,su una parte. Volevo sotterrarmi, se qualcuno fosse entrato nel parco ci avrebbe sentito.

«Andiamo... potrei dirti di peggio...»
Specificò mentre mi aprí lentamente le gambe, per infilarsi meglio fra di esse.

«F-fidati, ho sentito il tuo "peggio..."»
Borbottai e inclinai il viso dall'altra parte, ricordandomi di quando si era procurato piacere su chissà chi. Mi ricordai che in quel momento, qualcuno o qualcosa l'aveva attratto più di me, e non lo so... mi sentii triste.

Lui se ne accorse, e parlò.
«Quando?»

«Q-Quando eri in bagno...»
Sussurrai, abbassando la testa. «Credevi fossi andato a fare la spesa...» Chiusi gli occhi, ricordando il momento. «Ma ero tornato prima e ti... ti ho sentito. Ho sentito le cose che avevi detto...» Cercai di non piangere, mentre inghiottivo quel nodo che avevo alla gola.

«Ti ho scandalizzato così tanto...?»
Mi chiese, accarezzandomi i capelli e spostandomi una ciocca di essi dietro all'orecchio.

«N-No... ma... non lo so... mi... mi ha reso uno straccio sapere che qualcun altro sapeva- sapeva ridurti in quello stato e io no... N-non che io sia tanto bravo, quindi é più che comprensibile m-ma...» Tirai su con il naso, sentendomi davvero ridicolo. «P-Parlavi come se stessi parlando con una persona reale... e-»

«Eri tu.»
Disse semplixemente Alex, al che io sgranai gli occhi. «Davvero non l'avevi capito?» Mi accarezzò dolcemente i capelli, accomodandosi meglio sopra di me. «Gli unici occhi che ho, sono per te. Amo solo te, e solo tu mi rendi in certi stati anche se non mi fai niente.» Mi sorrise, e io lo guardai. Ero... ero io la causa di tutto? Gli presi lentamente il viso dra le mani.

«Ti amo anche i-»
Ma ad interromperci, stavolta, la suoneria di un cellulare. Il suo cellulare. Gli dissi di prenderlo ma mi rispose che non aveva voglia. Così sbuffai e lo presi io, rispondendo al suo posto.

«Pronto?»

«Alex?»

«No, sono un suo amico, chi é?»
Borbottai annoiato, accarezzando i capelli del mio ragazzo, sentendo che faceva finta di essere un gatto e di star facendo le fusa. Ridacchiai, trovandolo tenero.
«Uh! Ciao Lyon, dimmi pure.»

Oh, you're so sweet. [TheBadNauts/WGF.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora