Capitolo 1.2

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Il capitolo è scritto dal punto di vista di Yuri (Plisetski) e parte da quando cenavano, giusto per non raccontare tutto l'episodio dell'anime.

Stavo mangiando quel katsudon ed era buonissimo, ma non volevo darlo a vedere, ad un certo punto sentì urlare il mio nome, mi girai verso la porta e guardai chi aveva chiamato.

Sulla soglia c'era una ragazza molto carina con gli occhi t/c e i capelli c/c erano raccolti in una coda bassa, ma una ciocca di capelli le copriva la guancia destra, incorniciandole il viso, non mi degnò di uno sguardo e si precipitò sull'altro Yuri e lo abbracciò.

Dopo essersi detti che si mancavano la ragazza si voltò verso di noi. Yuuri la presentò come la sua sorellina e poi provò a presentare noi, ma lei sapeva già chi eravamo, poi chiese che ci facessimo lì -Io sono qui per fare da coach a tuo fratello- rispose Victor -E io invece sono qui per riportare indietro Viktor in Russia- feci una faccia arrabbiata, Viktor non poteva anche solo pensare che io avrei perso la sfida di cui ha parlato oggi.

-Perché proprio venire a fare il COACH a MIO Fratello? Lo so che se si impegna e se non è nervoso è bravissimo a pattinare, ma perché? Eri stufo di vincere sempre?- chiese la ragazza e Viktor rispose -Non ero stufo di vincere, ma ho visto qualcosa in tuo fratello-.

- Va bene, ma allora cosa avete deciso? Resterai qui o tornerai in Russia con il gattino arrabbiato?- chiese di nuovo la ragazza, ma come aveva osato chiamarmi?!?! -Come hai osato chiamarmi?-

-Gattino ritira gli artigli, voglio sapere la risposta- e mi ignorò. Dopo che ebbe avuto la sua risposta disse al fratello che sapeva che poteva vincere e infine si congedò andando a fare i compiti.

-Yuuri!- qualcuno urlò di nuovo il mio nome, ma questa volta fu una donna adulta e che non somigliava per niente a t/n. Quando mi vide e apprese che anche io mi chiamavo Yuri, la donna mi ribattezzò con il nome "Yurio" non mi piaceva per nulla.

-La tua sorellina Yuuri, sai dove potrebbe essere, vorrei parlarle- chiese Viktor -Sì, anch'io vorrei dirle due cosette, non deve azzardarsi a chiamarmi gattino mai più- mi intromisi io. -Allora Yuuri, puoi mostrare a me e a Yurio dove dorme tua sorella?- 'Non ci credo, mi ha chiamato Yurio?!?!' -Non chiamarmi così!-

Yuri ci portò davanti alla camera della ragazza, bussò, ma nessuno rispose. Yuri aprì la porta, la stanza era vuota, ci disse di vestirci.

Mentre camminavamo veloci verso la pista di pattinaggio, mi chiesi se lei ci conoscesse perché anche lei pattinava, arrivai alla conclusione che anche lei pattinava, non che ci volesse un genio, ma avevo una strana sensazione.

_Forse perché ti sei accorto che quella t/n è una ragazza molto bella, probabilmente molto intelligente, una ragazza che sa tenerti testa e una pattinatrice_ 'E questo che c'entra?' _Niente, è solo che sembra la donna perfetta_'Perfetta per chi?' _Chiunque_ 'Se, se, non mi rompere ora'.

Appena entrati Yuuri si diresse alla pista e si fermò appena entrato nella stanza, non capivo perché sia lui che Viktor si fossero fermati, ma appena vidi la ragazza pattinare, mi bloccai anch'io sconvolto. 

Pattinava benissimo, non conoscevo la canzone su cui stava pattinando, ma ne capivo tutta l'esuberanza e la confidenza dalle sue mosse, ma la cosa che più affascinava erano i suoi salti, sia quadrupli che tripli, erano eseguiti perfettamente. Dopo che alla fine si mise in posa, Yuuri iniziò a battere le mani, repressi l'istinto di farlo anch'io. 

-YUUU!!, non si spiano le persone-  -Mi dispiace, ma sapevo che eri qui e sti due non mi lasciavano in pace.-  T/n allora chiese -E voi che volete?- per non farle capire quanto ero sorpreso, misi il grugno.

Viktor chiese -Non sapevo che pattinasti anche tu, quanti anni hai?- -15, e comunque voglio chiedere anch'io qualcosa a te. Voglio partecipare alla gara pure io e se la sfida la vincerà mio fratello e io farò una bella esibizione, diventerai il mio coach, ma solo di facciata, non dovrai scervellarti per cercarmi una coreografia, penserò a tutto io, dovrai solo fare le scartoffie e cose così, dovrai solo apparire come coach, nient'altro- come osava credere che io avrei potuto perdere -E se vincessi io? cosa che farò- -Sarò apparsa, quest'anno andrò al Gran Prix femminile, vorrei farmi un nome prima, nonostante io abbia già vinto il GPJ-.

Mentre la ragazza usciva le chiesi se potevo accarezzare il suo gatto, lei me lo avvicinò e lo calmò con frasi dolci, il suo pelo nero era bellissimo e molto soffice, sull'occhio sinistro aveva una cicatrice, che era di traverso e lo faceva sembrare solo più malandrino.

Quando la ragazza mi fece notare che era stanca e che era ora di tornare a casa la lasciai libera, mentre uscivamo vidi che il Katsudon era rimasto dentro e che Viktor non era ne fuori, ne in pista 'Vabbé' mentre tornavamo a casa t/n e il suo gatto fecero una cosa stranissima, il gatto arrotolò la coda intorno alla gamba della sua padrona e camminarono insieme così per tutto il viaggio di ritorno a casa.

-Ma tu e il tuo gatto fate sempre così?- la domanda mi uscì dalla bocca senza che la potessi fermare -Sì, sempre-. La ragazza si precipitò in casa, mentre il gatto andò a farsi un giro.

Appena entrato qualcuno bussò e la signora Katsuki andò ad aprire, dopo poco la donna mi chiese di portare un sacchetto di plastica con dentro qualcosa a sua figlia e mi disse -Dille che è dalla parte della signora Ying-.

Andai davanti alla porta della sua camera e bussai, sentì uno svogliato -Avanti- e poi aprì la porta, la ragazza rendendosi conto del fatto che non aveva la maglietta se la mise tipo Flash, ma io avevo già intravisto il suo fisico fino.

Le porsi il sacchetto, le dissi ciò che dovevo dirle e quando tirò fuori il costume da competizione l'occhio mi cadde su una parete della sua camera, c'erano un poster di Viktor, uno del Katsudon e... un mio poster?!

-Sì, sono poster di te, Victor e Yuu, qualche problema? Mi pare normale trovare che qualcuno sia più bravo di me e quindi usare dei poster come monito o semplicemente per non lasciare bianche le pareti- me ne andai zitto e chiusi la porta.

La cosa strana non erano tanto i poster, ma la foto che c'era sulla sua scrivania che era appoggiata alla parete dei poster, una foto di lei e un ragazzo che si baciavano.

'Allora ha un fidanzato, non credevo di doverlo dire, ma coscienza, avevi ragione' _Per quanto posso essere felice, non volevo sentirmelo dire ora, volevo piuttosto sentirti dire 'Allora farò di tutto per poter farla mia' giusto perché non hai una fidanzata e quella lì è perfetta sotto tutti gli aspetti_ 

Ignorai la mia coscienza e andai a dormire pensando  a ciò che aveva detto t/n e al fatto che pensasse che sono più bravo di lei.     

[Yuri Plisetski X Reader] Solo Per TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora