Capitolo 13.2

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Era mattina ed ero sceso per fare colazione, t/n era seduta ad un tavolo da sola ed era in pigiama, dallo stato in cui era capì che quella mattina era stanca. Mi sedetti di fronte a lei e aspettai che si rendesse conto di come era messa, quando lo capì arrossì e corse a cambiarsi, io ero rimasto allibito dalla sua bellezza anche in quello stato. Quando tornò di sotto, io ero stato preso da Yakov, quindi non la incontrai. Quella mattina gli allenamenti erano aperti, ma t/n non si presentò, Yuu disse che doveva fare i compiti e che a lei non piaceva essere vista mentre si allenava. Facemmo ognuno il proprio allenamento, poi con tutta la calma andai in una panineria, 'Conoscendo t/n, non sarà ancora uscita da camera sua'. Presi un paio di panini, volevo portarglieli per ringraziarla per la sera prima e perché ero cotto di t/n, diciamoci la verità. Solo a metà strada il mio stomaco iniziò a reclamare cibo, avevo fame, pensai che potevo prendere un panino in più per me, ma ormai ero troppo vicino all'hotel. Decisi di non ascoltare il mio stomaco e bussai alla porta di t/n, solo in quel momento mi resi conto di come la mia azione faceva trapelare i miei sentimenti, arrossì istantaneamente. Quando t/n aprì la porta le porsi il pranzo e le dissi qualche cosa per spiegare la mia azione. Dopo aver accettato i panini mi chiese di rimanere, io ovviamente accettai, adoravo passare il tempo con t/n, parlare con lei era molto piacevole perché sia che parlassimo del tempo o di politica, o di qualche nostro interesse in comune, lei riusciva a insegnarmi cose nuove e mi faceva seriamente comprendere cose di cui ignoravo l'importanza, poi il modo in cui riusciva a dire sempre la verità, senza risultare però troppo sfacciata, il modo in cui riuscisse a tenere testa a chiunque, la sua gentilezza... Erano tutte sue magnifiche doti che amavo. Ci sedemmo sul letto e mi chiese se avessi mangiato, dopo aver dato una risposta negativa lei mi offrì uno dei due panini, cercai di farle capire che erano entrambi per lei, ma ero troppo affamato. Dopo aver finito di mangiare qualcuno bussò alla porta di t/n, lei andò ad aprire e Yakov iniziò a squadrarci, poi chiese -Che stavate facendo?- -Pranzo?- -Solo quello?- -E una chiacchierata tra amici?- -Davvero?- -Che cosa dovremmo fare?- -Beh, i ragazzi al giorno d'oggi sono così precoci- avevo capito dove voleva arrivare, così arrossì solo al pensiero -Non provi neanche a dirlo, abbiamo 15 anni e precoci proprio una min... proprio per niente- -Non è colpa mia, tutti i giorni si sente parlare di quindicenni incinta, non ne volevo una sulla coscienza- -Aspetta che?! Lei si sarebbe preoccupato solo se fossi rimasta incinta?! Ma che ragionamento è questo?! E se lei si preoccupa solo di quello, io non posso proprio avere figli, per la cronaca- t/n gli sbatté la porta in faccia, poi fece partire una canzone heavy metal in una lingua a me sconosciuta. La canzone era bella, mi stupì che le piacesse quel tipo di canzoni -Bella la canzone, ma in che lingua è?- -Oh, è in tedesco e si chiama Achtung, non ci capisco niente, ma mi è utile per mandare via la gente che non voglio intorno- -Capisco, comunque mi chiedevo se volessi uscire con me per una visita della città...- -Certo, dammi solo un minuto che mi metto qualcosa di un po' più pesante- -Certo, aspetto qui fuori- uscì dalla camera per darle la sua privacy, in poco tempo uscì, aveva le labbra violacee 'Si è truccata per uscire con me?' _Sii grato a quell'angelo che ti sopporta nonostante il tuo carattere di merda_ 'Ohi, con lei non mostro il mio lato da teppista!' _Sta aspettando_. Uscimmo e io iniziai a raccontarle tutto ciò che sapevo della mia città natale, lei mi guardava assorta, sembrava il ritratto dell'innocenza. Davanti al Cremlino dissi tutto ciò che sapevo su quel palazzo, poi le dissi che non ero una buona guida turistica e lei cercò di smentirmi. La neve iniziò a cadere tutto intorno a noi, era magnifico, alcuni fiocchi si posarono nei  capelli di t/n che non erano sotto il cappello formando delle forme complicate. Mentre t/n guardava la neve a naso all'insù starnutì, mi preoccupai subito per lei, non volevo che per il mio sciocco desiderio egoista di poter passare più tempo con lei, lei si ammalasse. Dissi che dovevamo tornare in hotel e lei mi seguì e mi chiamò Yura, quel soprannome me lo aveva dato Yakov, ma detto da lei era tutt'altra cosa. Arrivati Yakov cercò di farci una ramanzina, ma t/n lo spense a ogni cosa di cui ci incolpasse. T/n cercò di andarsene, ma Yakov la trattenne. Cercò di farla andare da un medico, ma lei non stava male. Poi mi salvò dalle grinfie di Yakov spaventandolo, mi sarei spaventato anche io se avesse rivolto quello sguardo a me. Mentre andavamo in camera sua lei mi chiese di vedere camera mia e io la portai lì, dopotutto eravamo sempre stati in camera sua. Appena entrati lei fece un commento sul lusso della stanza, anche io lo trovavo eccessivo, ma l'aveva pagata Yakov la camera e a me bastava non aver sborsato neanche un centesimo. Poi lei si buttò sul letto, mi era passata di fianco sorridente e quella visione mi rese di nuovo felice. Si lanciò sul letto e rimase distesa a pancia in giù su di esso per un bel po', poi si alzò  si tolse la giacca. 'Ma non si è messa niente di pesante sotto' _Forse perché non voleva far aspettare il gattino impaziente e egoista che sei_. Ci mettemmo a parlare e fu come sempre una bella chiacchierata. Lei se ne andò per permettermi di prepararmi, in quel momento mi promisi che avrei fatto di tutto pur di sorprenderla e renderla fiera di me. Preparai la mia borsa con i pattini, il costume e tutto ciò che mi serviva. Yakov entrò in camera mia e mi chiese -Già di ritorno, non eri con t/n?- -Eravamo qui in camera mia a parlare, non abbiamo fatto nient'altro- -Allora perché le federe del letto non sono messe bene- mi girai, era vero, le federe erano messe male 'Deve averle tolto la piega quando ci è saltata sopra' -Perché ho fatto così- mi lasciai cadere all'indietro a peso morto sul letto e Yakov mi guardò ancora titubante -Quella ragazza, non ti biasimerei se ti piacesse, ma sta attento alle donne, sanno essere spietate-. Dopo avermi dato quel consiglio se ne andò e mi lasciò confuso sul mio letto.

[Yuri Plisetski X Reader] Solo Per TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora